GUERRA CONTRO L’ISIS

RASSEGNA STAMPA Coalizione dei (non)volonterosi– Germania – Sul piede di guerra con la guerra La Germania intende ampliare il proprio impegno nella guerra contro IS: si pensa alla creazione di un centro di addestramento militare a Erbil, capitale del Kurdistan; la partecipazione all’addestramento delle forze armate di Bagdad; l’invio di altri ufficiali della Bundeswehr. La Bundeswehr fornisce già ora le armi ai Peshmerga (in complesso a 10 000 su 100 000) e li addestra al loro uso in Baviera; la Germania di occupa anche della cura dei feriti gravi, con l’invio di un team di medici in Nord Irak, di aiuti […]
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RASSEGNA STAMPA

Coalizione dei (non)volonterosi– Germania – Sul piede di guerra con la guerra

  • La Germania intende ampliare il proprio impegno nella guerra contro IS:
  • si pensa alla creazione di un centro di addestramento militare a Erbil, capitale del Kurdistan;
  • la partecipazione all’addestramento delle forze armate di Bagdad;
  • l’invio di altri ufficiali della Bundeswehr.
  • La Bundeswehr fornisce già ora le armi ai Peshmerga (in complesso a 10 000 su 100 000) e li addestra al loro uso in Baviera; la Germania di occupa anche della cura dei feriti gravi, con l’invio di un team di medici in Nord Irak, di aiuti umanitari.
  • Ora si pensa ad un addestramento più ampio di guerriglieri curdi, ma anche cristiani e yesidi nel Nord Irak; dovrebbero essere costruiti 8-12 centri di addestramento militare in Irak.
  • La Germania parteciperà in seconda linea ad un altro centro di addestramento in un’altra località dell’Irak o in un paese terzo, si tratterebbe anche dell’addestramento delle forze armate irachene, mal organizzate e poco motivate.
  • Verrà inoltre ampliata la partecipazione tedesca allo stato maggiore, oggi la direzione della guerra contro IS è a Tampa, Florida, dove la Bundeswehr ha due ufficiali di collegamento, che secondo il ministero Difesa non partecipano ai paini degli attacchi aerei.
  • Si sta ora pensando di creare un quartier generale nella regione, in Irak o anche in Giordania; la Germania potrebbe parteciparvi maggiormente.
  • La Commissione Difesa tedesca assicura che non si tratta di partecipazione ai piani di attacco.

Handelsblatt, giornale degli affari – tipo Sole-24Ore, 3 ottobre 2014:

La Germania deve prendersi le sue responsabilità anche se la maggioranza dell’opinione è contraria ad operazioni militari estere sotto qualsiasi forma; in un sondaggio di inizio settembre, nel mezzo della crisi ucraina, il 57% degli intervistati si è detto contro l’ampliamento degli impegni della Bundeswehr all’estero, la Germania è stanca di guerra.

E questo nonostante le pressioni al contrario del governo e del presidente tedesco, e di “esperti” vari (ad es. Thomas Diez, professore di scienze politiche e relazioni internazionali università di Tubinga, che si occupa di ricerca sulla pace e i conflitti.

Diez: La pace non è più la mera assenza di violenza, primo passo aiutare ad aiutarsi da soli (fornire armi, istruttori …). Per ottenere il consenso popolare per una missione militare occorre presentare argomentazioni forti, conseguenti; dimostrare che non c’è alternativa alla missione, che non si tratta di difendere interessi nazionali, ad esempio tenere aperte rotte commerciali, ma della difesa di cittadini di altri paesi, che la Germania non può né deve escludere per principio.

Immagini dei media, rapporti sulla guerra, morte e sofferenza possono cambiare in breve tempo l’opinione pubblica. Basta pensare alle missioni in Kosovo, Afghanistan, Africa, la Germania non è cieca. È per i freni posti dal forte dibattito interno che a livello internazionale la Germania dal punto di vista militare è un peso leggero rispetto al suo peso economico e politico.

Attualmente 4000 soldati tedeschi sono impegnati in operazioni militari all’estero: Kosovo, Baltico, Afghanistan, Darfur, Somalia, Senegal, Islanda, Sudsudan, Sahara Occidentale, e ai confini di Turchia e Irak. Proprio questi soldati in Turchia potrebbero essere coinvolti in combattimenti contro IS;

La Linke è l’ultimo bastione parlamentare degli oppositori assoluti a missioni estere, persino i Verdi hanno cambiato il loro programma. La “responsabilità di proteggere” le popolazioni, il cui Stato non riesce a farlo, è un accordo dei paesi ONU, ed ha creato una nuova realtà.

Di fronte a un’azione militare imminente della Turchia in Siria e in Iraq, il presidente della Linke, Riexinger, ha chiesto il ritiro delle unità di difesa antimissilistica della Bundeswehr dal confine turco-siriano, perché il mandato per i Patriot era difensivo; se ora la Turchia attacca, il mandato non vale più.

Assieme alla domanda se la Germania parteciperà all’offensiva militare contro IS, si pone quella se la condizione materiale dell’esercito consente di farlo. Secondo la ministra della Difesa la Bundeswehr ha numerose carenze: debolezza strutturale, errori logistici; veicoli da trasporto che non funzionano; armamenti obsoleti, armi non funzionanti; la riforma della Bundeswehr e i tagli al bilancio incidono negativamente sulla forza di combattimento dei soldati.

Siamo di fronte ad una nuova situazione dal punto di vista giuridico, non si tratta di una guerra contro uno Stato ma contro una forza armata transnazionale, e un mandato è tutt’altro che impossibile.

IN ALLEGATO L’INTERA RASSEGNA                        GUERRA CONTRO L’ISIS

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