A GELA CONTINUA LA RIVOLTA DEGLI OPERAI

A Gela si fa sempre più critica la situazione che riguarda gli operai della raffineria. Gli operai sono in rivolta. Nella notte non è stato garantito il cambio turno, indispensabile per lavorare negli impianti in cui è necessario mantenere l’intera industria in sicurezza. I lavoratori sono stanchi di aspettare. Le novità attese non arrivano, ma piovono i primi licenziamenti e questo sta mettendo a dura prova la pazienza delle maestranze. Oggi il sit-in dinanzi al “Greanstream”, il gasdotto di cui l’Eni è proprietaria al 75 per cento e che rifornisce di gas l’Europa. La linea collega la Libia con […]
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A Gela si fa sempre più critica la situazione che riguarda gli operai della raffineria.

Gli operai sono in rivolta.

Nella notte non è stato garantito il cambio turno, indispensabile per lavorare negli impianti in cui è necessario mantenere l’intera industria in sicurezza.

I lavoratori sono stanchi di aspettare. Le novità attese non arrivano, ma piovono i primi licenziamenti e questo sta mettendo a dura prova la pazienza delle maestranze. Oggi il sit-in dinanzi al “Greanstream”, il gasdotto di cui l’Eni è proprietaria al 75 per cento e che rifornisce di gas l’Europa. La linea collega la Libia con l’Italia attraverso Gela. La zona ha ospitato un consiglio comunale straordinario dell’intero comprensorio, alla presenza di centinaia di lavoratori, della classe politica dell’hinterland e dei rispettivi sindaci, arrivati da Butera, Mazzarino, Niscemi e Riesi.

Si assottigliano le garanzie di mantenimento occupazionale. A denunciarlo è anche il segretario nazionale dell’Ugl Chimici, Luigi Ulgiati, preoccupato per l’effetto domino che può provocare l’abbandono di Eni in Sicilia. “Quanto sta accadendo nel polo petrolchimico di Gela – afferma Ulgiati – non ci coglie di sorpresa e l’effetto negativo è prevedibile, dato che è la raffineria ad alimentare il vasto indotto gelese, e destinato a ripetersi anche negli altri territori interessati dal drastico piano industriale deciso da Eni”. Poi, si fa riferimento agli accordi disattesi: “Non rispettando quanto sottoscritto nel 2013 sulla riqualificazione degli impianti di raffinazione, la società ha decretato la fine di qualunque prospettiva di sviluppo economico ed occupazionale per l’intera area”.

E’ stata inviata una richiesta di incontro al ministero dello Sviluppo economico per dar vita ad un tavolo tecnico. Confermato, invece, l’incontro in programma venerdì 18 luglio. Nel corso dell’attivo previsto a Roma si tenterà di fare proposte per salvare i lavoratori. Intanto il sindaco Angelo Fasulo dice “basta al silenzio e al disimpegno. E’ il momento di intervenire assumendosi le responsabilità che la situazione ci impone. Lo dobbiamo ai lavoratori, alle famiglie e alla Sicilia”. Il prefetto Carmine Valente ha incontrato il primo cittadino per discutere dell’emergenza. Non è escluso che nelle prossime ore vengano precettati i lavoratori per consentire il cambio turno a quegli operai che oltre 35 ore mantengono in sicurezza la raffineria.

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