STELLANTIS POMIGLIANO ORA METTONO LE MANI AVANTI

Uilm-Fismic ed Uglm nel comunicato di ieri, senza i soci della FIM, si chiedono preoccupati  dove finiranno gli operai in cassa integrazione alla fine dell’anno. Ma non avevano giurato e spergiurato sul loro sicuro rientro?
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Uilm-Fismic ed Uglm nel comunicato di ieri, senza i soci della FIM, si chiedono preoccupati dove finiranno gli operai in cassa integrazione alla fine dell’anno. Ma non avevano giurato e spergiurato sul loro sicuro rientro?

Nel comunicato del 24 ottobre, a firma Uilm, Fismic e Uglm, non compare la Fim. Tre su quattro tra le organizzazioni sindacali che si accordarono con l’azienda sulla Lista nera si dicono “seriamente preoccupati per l’inerzia da parte della Direzione Aziendale nella riqualificazione delle lavoratrici e dei lavoratori che appartengono alle aeree coinvolte” appunto quelli della Lista nera.
Sul giornale denunciammo [articoli del: 07/0918/0919/09] che quella lista di operai era una lista di proscrizione e la maggior parte di loro difficilmente sarebbe rientrata.
Il comunicato del 24 ottobre vede i firmatutto mettere in dubbio il rispetto dell’accordo che firmarono il 26 luglio scorso per 482 operai e 43 impiegati da mettere in cassa fino al 31 dicembre, come se non sapessero che il discorso della riqualificazione era solo la foglia di fico per giustificare l’esclusione dalla fabbrica di questi lavoratori mentre più di un migliaio di trasfertisti lavorano nello stabilimento.
Mettono le mani avanti evidentemente perché sanno che quegli operai non rientreranno a fine dicembre?
Si preparano ad allungare il periodo di cds?
E la Fim come mai non firma il comunicato?
E la Fiom che non ha messo in campo nessuna reazione contro l’accordo, pur avendo coinvolti nella Lista nera molti dirigenti e militanti, ora cosa dice?
Gli operai della lista nera che hanno preferito ascoltare gli “imbonitori” che gli dicevano di stare tranquilli, che tutto era normale, che l’azienda aveva sempre fatto queste cose, ma tutto poi si sarebbe aggiustato, oggi farebbero bene a preoccuparsi.
Comincino a chiedere a quelli che gli hanno detto che era “tutto normale”, cosa sta realmente succedendo, e nel frattempo comincino ad organizzarsi in proprio per reagire, perché dietro a questi “rappresentanti dei lavoratori” rischiano di trovarsi presto con “una mano davanti e una dietro”.
F. R.


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