GIOVEDÌ 19 GENNAIO 2023, LA FRANCIA SI È FERMATA

Nel paese dei gilets jaunes non si scherza, non si gioca a dichiarare scioperi senza organizzazione e senza seguito, con manifestazioni processione, lì si bloccano le fabbriche e le strade finché il governo non fa marcia indietro.
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Nel paese dei gilets jaunes non si scherza, non si gioca a dichiarare scioperi senza organizzazione e senza seguito, con manifestazioni processione, lì si bloccano le fabbriche e le strade finché il governo non fa marcia indietro.


 

Giovedì 19 gennaio 2023, a Parigi c’è stata sicuramente l’espressione più forte della lotta contro Macron, il suo governo e la sua “riforma” delle pensioni. 400 mila manifestanti secondo il sindacato CGT, che non potranno essere ignorati né dal governo francese, né dal padronato e che vincolano anche i sindacati per le prossime iniziative. Ma anche nelle altri grandi città francesi operai, studenti e lavoratori in genere non si sono tirati indietro nella protesta. A Marsiglia più di 100.000 manifestanti, 50.000 a Nantes e Tolosa, ma anche più di 10.000 in molte città di medie dimensioni del Paese, anch’esse poco abituate a forti mobilitazioni, come Nizza o Perpignan, che hanno riunito entrambe 20.000 manifestanti.
Se nelle grandi città come Parigi gli operai di fabbrica si sono mischiati a giovani, studenti e precari, impiegati e operai dei servizi e dei trasporti, ferrovieri della SNCF e autisti delle linee metropolitane, nelle cittadelle industriali come Rouen (13mila manifestanti) e Le Havre (30 mila manifestanti) le tute blue hanno caratterizzato maggiormente i cortei. In tutta la Francia la CGT ha indicato in 2 milioni i manifestanti.


La guerra delle cifre anche in Francia è una moda straconosciuta, ma il ministero degli interni di fronte alla evidenza della forte partecipazione, non ha potuto, pur abbassando i partecipanti a 1,2 milioni, non riconoscere che “il movimento del 19 gennaio contro la riforma delle pensioni è uno dei più importanti del XXI secolo e degli ultimi trent’anni”. E, dovendo far un confronto con le manifestazioni precedenti contro la riforma delle pensioni e risalente al 5 dicembre 2019, ha dovuto riconoscere che la protesta sta montando con un aumento consistente dei partecipanti dagli allora stimati 800 mila (la CGT ne dichiarò allora 1,5 milioni).
Sull’adesione agli scioperi nelle fabbriche per il momento non ci sono cifre complessive ufficiali, ma solo quelle di singole realtà. Quelle che nei mesi passati si sono caratterizzate per scioperi e blocchi più duri, come le raffinerie, anche in questa occasione si sono dimostrate la vera forza delle lotte in Francia, tant’è che adesso promuovono lo sciopero ad oltranza e nei prossimi giorni, hanno già promesso, torneranno allo sciopero. In quelle di TotalEnergie, nei turni mattutini c’erano scioperanti al 100% per la bioraffineria di La Mède, il deposito di carburanti delle Fiandre, vicino a Dunkerque, e lo stabilimento petrolchimico di Carling (Mosella). La raffineria di Donges (Loire-Atlantique) aveva il 95% di scioperanti e quella della Normandia l’80%, mentre le squadre della raffineria di Feyzin (Rhône) erano in sciopero per oltre il 70%, secondo Sellini (segretario CGT del settore energia). Sul versante Esso-ExxonMobil, la raffineria di Fos-sur-Mer (Bouches-du-Rhône) aveva il 100% di scioperanti nei turni mattutini, mentre non vi erano scioperanti presso la raffineria di Gravenchon (Seine-Maritime), sempre secondo la CGT.
Nei settori dei trasporti le adesioni allo sciopero sono state consistenti soprattutto nelle più importanti città, bloccando i treni e le linee della metro con percentuali degli scioperanti dell’80-90%.
Nella scuola lo sciopero ha avuto adesioni più basse, 43% nella primaria e il 37% nella secondaria. Alla società elettrica EDF ha toccato il 45%.

La manifestazione di Parigi
Il corteo di Parigi, riporta la nostra inviata sul posto, è stato molto partecipato, compatto, e i giovani l’hanno animato di slogan e giusta rabbia che qua e là è sfociata contro vetrine simbolo come quella, ad esempio, di un’assicurazione che faceva bella mostra delle sue linee previdenziali integrative che nessun operaio o lavoratore precario potrà mai permettersi di sottoscrivere, non riuscendo nemmeno ad arrivare a fine mese.

La polizia schierata in grande quantità è intervenuta parecchie volte, riempiendo l’aria di lacrimogeni e arrestando tutti quelli che le squadre antisommossa della CRS riuscivano a isolare dal resto del corteo. Molti gli slogan contro la polizia dei manifestanti. Questi alcuni degli slogan urlati in coro:
-En grève jusqu’à la retraite en grève en grève avant la retraites (In sciopero fino alla pensione in sciopero in sciopero prima della pensione);
-les-retraites-elles-sont-a-nous. On-sest-battu-pour-les-gagner-on-se-battra-pour-les-garder (le pensioni-sono-nostre.Abbiamo-combattuto-per-ottenerle-lotteremo-per-conservarle);
-On est là, on est là même si Macron ne veut pas nous on est là, on est là pour l’honneur des travailleurs et pour un monde meilleur même si Macron ne veut pas nous on est là pour l’honneur des travailleurs et pour un monde meilleur même si Macron ne veut pas nous on est là (Siamo qua, siamo qua, se Macron non lo vuole, lo stesso noi siamo qua per l’onore dei lavoratori e per un mondo migliore);
-Macron nous fait la guerre et sa police aussi, police aussi mais nous on reste déterminé pour bloquer le pays, bloquer le pays (Macron ci fa la guerra e la sua polizia anche, la polizia anche ma noi restiamo determinati per bloccare il paese, bloccare il paese);
-Macron démissionne, Macron démissionne (Macron dimissioni, Macron dimisssioni);
– Et tout le monde, deteste la police (e tutta la gente odia la polizia).
Notizie di altrettanta animata partecipazione sono giunte anche dalle altre città come Marsiglia e Lione, in totale si sono contate 200 cortei in tutta la Francia. Oggi pomeriggio, 21 gennaio, ci sarà un’altra manifestazione a Parigi degli studenti, appuntamento alla Bastille.
R.P. e C.P. (inviata a Parigi)

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