CON I VOUCHER UN NUOVO ESERCITO DI PRECARI

Allargati i confini di utilizzo, dagli operai agricoli ai lavoratori dei servizi ed oltre. Niente contratti regolari, né ferie, né malattia, ecc. Tutto si risolve in un buono di 7,5 euro netti all’ora, ma il dibattito sul reddito di cittadinanza ha offuscato strumentalmente quello sull’infimo salario a ore stabilito per legge.
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Allargati i confini di utilizzo, dagli operai agricoli ai lavoratori dei servizi ed oltre. Niente contratti regolari, né ferie, né malattia, ecc. Tutto si risolve in un buono di 7,5 euro netti all’ora, ma il dibattito sul reddito di cittadinanza ha offuscato strumentalmente quello sull’infimo salario a ore stabilito per legge.


 

Caro Operai Contro, con le misure che colpiscono il salario (mancato adeguamento al carovita); i disoccupati (taglio del Rdc); il governo Meloni nel definire la legge di Bilancio 2023, ci ha messo pure un “regalino” per incrementare il lavoro precario, reintroducendo per le aziende fino 10 dipendenti a tempo indeterminato (non più fino a 5 come ora) la possibilità di impiegare operai pagandoli con i vecchi Voucher, modernizzati in forma telematica e sopprimendo il cartaceo. Ogni Voucher sarà di 10 euro lordi, 7,5 netti per il lavoratore. Questa la cifra fissata per ogni ora di lavoro.
Questi “Buoni lavoro” nuovi solo nella veste, avevano creato un esercito di precari, legalizzando il lavoro nero, sostituendo il salario appunto con i cosiddetti Voucher e affossando la possibilità di regolari assunzioni stabili.
Nel 2017 con l’abolizione dei vecchi Voucher, ne è nata una nuova tipologia, rimasta per il governo Meloni pressoché “dormiente”, perciò è intervenuto per abolire i vincoli che li rendevano poco utilizzabili.
Per dare un’idea nel 2021 i Voucher staccati telematicamente per retribuire altrettante ore di lavoro sono stati 8,3 milioni. E i lavoratori coinvolti sono stati 114.342, appena il 6,5% rispetto agli 1,76 milioni del 2016. Evidentemente la Meloni vuole riportare gli operai, i facchini e i braccianti costretti ai Voucher pur di mangiare, nell’ordine di alcuni milioni di persone, e non più gli striminziti 114.342 del 2021!
I Voucher vengono presentati come mezzo per pagare su base oraria le prestazioni di lavoro occasionali. In particolare una soluzione per i settori dell’agricoltura, nei servizi, alberghi e ristoranti che lamentano sofferenza di personale. In realtà questi settori sono dotati di contratti di lavoro nazionali, che regolamentano anche l’occupazione stagionale. Ma i padroni preferiscono ignorare questo per avere mani libere. Non vogliono applicare quegli stessi contratti di categoria firmati anche dalle loro associazioni. Chiaramente le ritengono regole di facciata, e le aggirano con le “proprie” regole sul campo. Decidono di sfruttare gli operai senza l’obbligo di assumerli: massima ricattabilità per il massimo profitto, queste le condizioni se vuoi tornare a lavorare il giorno dopo.
E i partiti del governo Meloni, per dare a tutto questo una veste legale, si prodigano per accontentare: padroncini, bottegai, ristoratori, alberghieri, lavoratori autonomi e partite Iva, tutta questa bella ciurmaglia che passa all’incasso dopo aver votato, Meloni, Salvini, Berlusconi.
La legge di Bilancio eleva da 5mila a 10mila euro la somma annua con la quale l’azienda (o la famiglia nel lavoro domestico) potrà pagare coi Voucher complessivamente più lavoratori. Mentre resta fermo a 2.500 euro la somma annua che il lavoratore potrà percepire con i Voucher da un azienda. A sua volta il lavoratore impiegato in più aziende, potrà arrivare ad massimo di 10mila euro l’anno, pagati con i Voucher.
Un’altra norma stabilisce invece che: “In agricoltura i Voucher potranno essere usati per retribuire anche gli operai agricoli stagionali”. (Sole 24 ore, 28 settembre 2022).
Ma questi operai stagionali, se pagati con i Voucher, non verrebbero più inquadrati come lavoratoti dipendenti, con il relativo versamento dei contributi e quindi perderebbero il diritto alla malattia, alla maternità, alla pensione, e alla Naspi nei periodi di disoccupazione.
Alla Meloni e al suo governo, non basta aver ignorato i salari da fame, con un elemosina di pochi euro ai redditi fino 20mila euro, portando a 3 (ma solo per loro) i 2 punti di sgravi irpef di Draghi. Non gli basta l’aggressione al Reddito di cittadinanza. Vuole anche colpire i salari sostituendoli con i Voucher, meno operai dipendenti, più operai fantasmi da sfruttare finché servono, e far sparire se non servono più. Senza alcun vincolo contrattuale e senza ricorrere alla cig e al licenziamento, per i quali bisogna avere le carte in regola. I 660 mila disoccupati che resteranno senza Reddito di cittadinanza, sono potenzialmente tra i primi che per mera sopravvivenza forse, non potranno evitare lavori con la tagliola dei nuovi Voucher. (Ammesso che anche a queste condizioni vi sia lavoro).
Dal 2008 come si è visto i Voucher venivano usati anche in altri settori, fino al 2017 quando una regolamentazione pari ad una abolizione di fatto, fu adottata dal governo Gentiloni per sabotare il referendum promosso dalla Cgil che ne chiedeva l’abolizione.
“Niente limite per agricoli e addetti del turismo”, così il Sole 24 ore saluta la reintroduzione dei Voucher, sconfessa già il governo Meloni, che li giustifica come strumento per lavori occasionali. Anche il vecchio Voucher aveva una giustificazione simile. Poi si è visto che dai 25mila lavoratori coinvolti nel 2008, si è arrivati nel 2016 a 1,76 milioni di lavoratori in tutti i settori. Ed ora che la Meloni raddoppia il numero di dipendenti da 5 a 10 per le aziende che li possono impiegare, dove si arriverebbe se questa misura nella bozza di Bilancio diventasse definitiva, senza un’adeguata opposizione nelle fabbriche e nelle piazze?
Saluti Oxervator.

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