I FUNAMBOLI DELLA BUSTA PAGA

Piuttosto che chiedere ai padroni consistenti aumenti salariali per fronteggiare il carovita gli operai dovrebbero accontentarsi di quattro spiccioli distribuiti con il lanternino.
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Piuttosto che chiedere ai padroni consistenti aumenti salariali per fronteggiare il carovita gli operai dovrebbero accontentarsi di quattro spiccioli distribuiti con il lanternino.


 

Caro Operai Contro, bisogna dirlo fuori dai denti anche se parrebbe scontato: siccome serve più salario per arrivare a fine mese, gli aumenti (che poi sarebbero adeguamenti), vanno decisamente rivendicati sul posto di lavoro, sostenuti con scioperi e iniziative di lotta!
Altrimenti si resta nell’impasse smobilitante del sindacalismo Confederale, “elemosiniere” di Palazzo a raccattare se e quanto i padroni e il loro governo decideranno bontà loro, di concedere.
Oggi dai padroni, ai sindacati, al governo Meloni, pur non potendo fare a meno di riconoscere che bisogna sostenere il potere d’acquisto dei salari, consumato dall’aumento dei prezzi, non parlano e tanto meno agiscono per mettere soldi freschi e non elemosine nelle buste paga.
Addirittura Visco, governatore di Bankitalia, per “Evitare una spirale negativa con le buste paga”, arriva a dire che è “Sbagliato alzare i salari”. Questo è confortante e suona come una liberatoria per tutti gli sfruttati: se in una situazione simile Bankitalia dichiara “Sbagliata” la richiesta di più salario, allora significa che è lecito prendere decisioni in merito, rivendicare adeguati aumenti salariali, anche sperimentando altre strade di protesta e forme di lotta.
Il governo e le cosiddette “parti sociali”, si affidano per lo più a misure che sulle buste paga degli operai hanno un impatto “funambolico”.
Fanno un gran parlare di imminenti provvedimenti che restituirebbero potere d’acquisto ai salari. Ma si tratta di misure come il taglio dell’Irpef che se va in porto, non metterebbe in busta neanche i soldi per un kg di zucchero e di farina, che da gennaio 2022 al 28 ottobre 2022 sono aumentati: lo zucchero del 135% nei supermercati Lidl ed Eurospin, e del 203% al Conad; la farina nei primi due supermercati è aumentata del 102%, al Conad del 128% (essendo i prezzi al kg dello zucchero passati da un massimo di 0,59 a 1,39 fino a 1,79 euro al Conad; i prezzi al kg della farina passati da un massimo di 0,39 a 0,79 fino a 0,89 euro al Conad).
Questa è l’aria che tira sugli scaffali dei supermercati, anche per gli altri prezzi dei prodotti alimentari, rincarati molto di più dell’inflazione ufficiale del 11,8%! Al carrello della spesa vanno aggiunti i rincari non meno da capogiro dei carburanti, delle bollette elettriche, del gas e tutte le materie prime.
I Confederali chiedono al governo Meloni che il taglio provvisorio di 2 punti del cuneo fiscale operato da Draghi, venga prorogato, più il congelamento di altri punti Irpef e relativo ristoro in busta.
La misura scatterebbe nel 2023 con la nuova legge finanziaria, è sponsorizzata anche da padroni e Confindustria con il governo orientato a regalare loro, un terzo del taglio complessivo del cuneo fiscale, del quale quindi, solo due terzi andrebbe nelle buste paga. In questo modo i padroni non sborserebbero un euro per aumentare i salari e incasserebbero più profitti pagando meno tasse.
Fra le richieste dei Confederali, oltre l’innalzamento dell’Isee per il bonus energia da 12 mila a 20 mila euro annui, c’è l’aumento delle detrazioni e deduzioni in proporzione all’inflazione, per tenere fermo il profilo del reddito imponibile, evitando che scattino aliquote Irpef più alte, aumentando le trattenute.
Tutto un camminare sulla corda per non disturbare l’arricchimento dei padroni. Un meccanismo che oltretutto ingabbia il salario in vincoli di fiscalità, considerandolo un reddito fra i redditi e non invece il prezzo della forza lavoro che il padrone compra per sfruttarla.
Va ancora ricordato che nei 30 anni 1990-2020, i salari in Italia scendevano sotto lo zero, a meno 2,9%. Mentre in Spagna salivano del 6,2%, in Olanda del 15,5%, in Grecia del 30,5%, in Francia del 31,1%, in Germania del 33,7%, in Svezia del 63%, e così via in tutta Europa.
Il governo Meloni ha poi deciso di alzare il tetto del “fringe benefit” (beneficio marginale). Una sorta di welfare facoltativo per le aziende o anche materia di contrattazione integrativa di 2° livello, che può riguardare sia premi di produzione o altrimenti denominati, sia buoni al dipendente per la spesa o per la benzina, o aiuti nel pagamento delle utenze domestiche. I costi complessivi dell’erogatore (l’azienda) e i“benefici” di chi ne usufruisce (il lavoratore) non entrano a far parte della retribuzione, non rientrano nella composizione complessiva del reddito sul quale si calcolano le aliquote per le trattenute. Ovvero non sono tassabili né per l’azienda né per il lavoratore. Ma ciò che sembra comunque un recupero di salario è principalmente fumo negli occhi, si tratta di una grande azione di propaganda dal momento che potrebbe riguardare circa 3 milioni di dipendenti che hanno la contrattazione di secondo livello su un totale di 18 milioni di dipendenti, esclude quindi la stragrande maggioranza di operai e lavoratori. La novità è che la Meloni e i cervelli del suo governo, ci hanno visto subito una possibilità di un aumento “selettivo”, a completa discrezione delle aziende, e forse, pensando di premiare il “merito”, hanno alzato con il decreto “Aiuti quater” approvato il 10 novembre, il tetto “fringe benefit”, da 600 euro a 3 mila euro massimo. Incrementa il tetto della parte premiale, non tassabile delle retribuzioni, determinando così, un tipo di aumento che, se ci sarà, sarà precario, aleatorio, non diventerà mai vero aumento salariale.
Considerando che il “fringe benefit”, senza alcun accordo aziendale col sindacato che metta dei “paletti”, può essere comunque applicato dall’azienda ad personam per chi decide lei, e nella quantità che decide, si tratta di un arma totalmente in mano al padrone, che sceglie se usarla e in che misura farlo divisivamente, per mettere gli operai l’uno contro l’altro al fine di sabotare le lotte o stroncarle sul nascere.
Senza un collettivo scatto di orgoglio degli operai, la lotta per aumenti salariali sarà più ardua.
Saluti Oxervator.

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