A NASSIRIYA I RUSSI ERAVAMO NOI

Per la concorrenza fra fratelli nemici i rappresentanti dell’imperialismo italiano criticano aspramente l’aggressione all’Ucraina di Putin, inneggiano alla liberazione di Kherson, ogni ponte che fanno saltare i resistenti ucraini è un atto di eroismo, ....
Condividi:

Per la concorrenza fra fratelli nemici i rappresentanti dell’imperialismo italiano criticano aspramente l’aggressione all’Ucraina di Putin, inneggiano alla liberazione di Kherson, ogni ponte che fanno saltare i resistenti ucraini è un atto di eroismo, ogni azione militare contro i soldati russi fa parte di un movimento di liberazione che deve essere appoggiato senza i se e senza i ma.
Nello stesso tempo il governo italiano con l’appoggio più o meno compatto del parlamento ricorda la strage di Nassiriya, in prima fila la Meloni che con la solita retorica patriottica ricorda “il sacrificio dei soldati italiani e l’alto esempio che hanno dato nella lotta al terrorismo in Iraq”.
L’esercito italiano stava compiendo in territorio iracheno, assieme agli alleati della Nato, l’operazione “Antica Babilonia”. Non era una guerra, ma semplicemente un’operazione di “peacekeeping”, per liberare il popolo iracheno dai terroristi. Bombardavano villaggi per stanare i loro sostenitori, facevano saltare i ponti per impedire la fuga dei combattenti iracheni dell’esercito del Mahdi. Così ce la raccontarono e così ce la raccontano dopo quasi venti anni.
Ma oggi c’è una novità che può essere illuminante. Un certo signor Putin racconta ai suoi cittadini che non sta facendo una guerra, ma semplicemente una operazione di polizia speciale, che non ha aggredito un popolo, ma semplicemente i “nazisti ucraini”, che bombarda città e villaggi perché sono i combattenti ucraini a usare i civili come scudi umani, che conduce l’operazione militare per difendere la Russia dalle minacce occidentali, come d’altronde si propagandava allora che i militari della coalizione, a guida USA, combattendo in Iraq, difendevano l’occidente dal pericolo del fondamentalismo islamico.
Ma se il signor Putin è per queste azioni accusato di agire da imperialista, negatore delle libertà democratiche di un popolo, non è lecito che ci venga il dubbio che allo stesso modo anche i capi dei governi della coalizione anti Saddam agissero anch’essi per schiacciare l’autodeterminazione del popolo iracheno? Come hanno fatto gli imperialisti russi e americani in Afganistan? Come l’imperialismo italiano tiene sotto controllo zone dei Balcani e del medio oriente?
E’ cosi fuori dal mondo concludere che a Nassiriya i russi eravamo noi?
Certo che rendersi conto della doppia faccia dei governi imperialisti, del fatto che quando sono loro ad agire ogni azione di rapina e soggezione dei popoli e delle nazioni oppresse è giustificata, mentre sono pronti a gridare alla libertà ed alla resistenza ogni volta che è il loro concorrente a condurre la stessa azione, ci fa capire quanto sia falso e ambiguo il sostegno dei governi imperialisti occidentali all’Ucraina, quanto sia interessato e strumentale.
Non sarà né la prima, né l’ultima vota che nello scontro per dividesi il bottino scelgano di sostenere anche militarmente un movimento di liberazione per poi tradirlo ai tavoli delle spartizioni. Noi, invece, che davanti all’aggressione delle potenze occidentali stavamo con la resistenza irachena, oggi ci schieriamo a fianco della resistenza degli ucraini contro l’imperialismo russo. Ieri che sostenevamo che toccasse agli operai ed al popolo iracheno fare i conti con il loro governo, sosteniamo oggi che tocca agli operai ed al popolo ucraino decidere come e con quali mezzi resistere, come e con quali tempi trattare con l’imperialismo russo una pace senza annessioni.
E. A.

Condividi:

Comments Closed

Comments are closed. You will not be able to post a comment in this post.