STELLANTIS MELFI, QUELLO CHE I COMUNICATI SINDACALI NON DICONO

Gli operai della più grande concentrazione industriale del Meridione subiscono una ristrutturazione che li sta decimando, a bassi salari, ritmi infernali e ritorsioni.
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Gli operai della più grande concentrazione industriale del Meridione subiscono una ristrutturazione che li sta decimando, a bassi salari, ritmi infernali e ritorsioni.


 

Il sindacato a Melfi chiede al padrone Stellantis, per il rinnovo del contratto specifico di lavoro, aumenti irrisori, facendoli passare come grandi richieste. In realtà i quattro soldi che chiedono non sono sufficienti nemmeno per recuperare un salario sufficiente a rincorrere i prezzi delle cose, dei beni di prima necessità e delle tasse che aumentano sempre di più. Le richieste dei premi di risultato dove vengono fatte, seguono la stessa linea. Molti operai, pur essendo critici nei confronti della linea sindacale sempre più accondiscendente verso il padrone, pur lamentandosi per le cose che non vanno, non reagiscono, continuano a seguire il sindacato di appartenenza, salvo poi criticarlo alle spalle quando quella critica non serve a spostare un bel niente. Le condizioni degli operai peggiorano ogni giorno di più, i sindacalisti che avevano minacciato di legarsi ai cancelli se avessero smontato anche una sola vite dagli impianti di produzione hanno lasciato fare lo smontaggio di una intera linea, nonostante gli operai fossero pronti a mobilitarsi. Gli stessi sindacalisti (termine sempre più disprezzato dagli operai), hanno accettato centinaia di esuberi, facendoli passare come una incredibile vittoria, perché mascherati come uscite volontarie con incentivo economico. Anche alcuni degli stessi sindacalisti dipendenti di Stellantis, fra quelli che minacciavano chissà quali conseguenze se il padrone avesse iniziato a smontare qualche macchinario, hanno preso l’incentivo e sono andati via, tanto continueranno a fare i parassiti direttamente nella propria parrocchia sindacale o altrove. Molti fra i sindacalisti sperano di poter tornare alla vecchia pratica, frutto del loro servilismo, di indicare i nomi dei nuovi operai da far assumere e da cui poi poter ricevere qualcosa in cambio. Per il momento è rimasto il mercato degli interinali in alcune fabbriche dell’indotto, devono accontentarsi di questo.
In questi giorni l’offerta Stellantis si è ripetuta, altri 300 operai potranno andare via con lo stesso sistema dell’esodo “incentivato”. Un po’ di soldi per cercare lavoro altrove. Per chi resta in fabbrica intanto le condizioni di lavoro peggiorano, perchè i profitti di Stellantis devono restare alti. Per gli operai che non ce la fanno e non reggono ai pesanti carichi di lavoro sarà “offerto” l’incentivo a lasciare la fabbrica. In fabbrica molti lavoratori che in alcune aree stavano meglio, sono stati portati in altri posti dove le condizioni sono peggiori, ma ovviamente le condizioni tendono a peggiorare dappertutto. Le condizioni degli operai peggiorano, ma il sindacato butta solo fumo negli occhi degli operai. Il sindacato imbastisce comunicati stampa a iosa insieme a tavoli e controtavoli, promuove studi, conferenze, questionari.
L’ultimo, il questionario Green proposto dalla Fim-Cisl non serve a niente, se non per far credere di far qualcosa. Il sindacato anche sulla questione degli abbonamenti dei trasporti non ha combinato niente e gli abbonamenti si continuano a buttare perché non fruiti interamente a causa delle continue modifiche dei turni settimanali, prima comunicati da Stellantis poi modificati e tagliati durante la settimana. Il sindacato, invece di pretendere che Stellantis rispetti il calendario comunicato agli operai, passato fra l’altro da annuale, a mensile e poi settimanale, e imporre a Stellantis di accollarsi le spese sostenute dagli operai per gli abbonamenti, nel caso di impreviste modifiche del calendario, ha chiesto alla Regione che gli abbonamenti venissero modificati e funzionassero per numeri di corsa effettivamente utilizzate e non diversamente, ma anche su questo non si è saputo più niente. Molti operai anche se non lo dicono apertamente sono ben coscienti di cosa sono i sindacati e i loro rappresentanti. Sembra che anche per il prossimo anno sarà rinnovata l’offerta degli incentivi a lasciare la fabbrica per altri 800 operai e lavoratori.
Nel frattempo in Stellantis i sindacalisti che alle precedenti elezioni hanno preso centinaia di voti con i sindacati filopadronali, continuano a fare quello che vogliono. Alcuni operai che tentano di alzare la testa, e solo anche a parole, vengono colpiti da contestazioni disciplinari pretestuose. Gli operai che provano anche ad esprimere un proprio pensiero critico vengono presi uno ad uno e gli viene fatto capire che è meglio stiano zitti. Se gli operai presi singolarmente vengono fermati, collettivamente non riescono a scrollarsi di dosso tutto quello che è negativo e che li fa scivolare sempre più in basso, eppure, se lo facessero, gli operai collettivamente sarebbero una forza così grande che potrebbe cambiare tutto.
Crocco, operaio di Melfi

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