LUPI IN DOPPIOPETTO E POLITICI IN CALZONCINI DA MARE

Un ceto politico impotente agita il problema degli extra profitti per rosicchiare qualche voto in più. Le grandi industrie energetiche non pagano nemmeno le tasse dovute per legge e tutto passa liscio.
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Un ceto politico impotente agita il problema degli extra profitti per rosicchiare qualche voto in più. Le grandi industrie energetiche non pagano nemmeno le tasse dovute per legge e tutto passa liscio.


 

Caro Operai Contro, anche la Cgia, l’associazione artigiani e piccole imprese di Mestre, alla fine non ce l’ha fatta e ha sputato il rospo, protestando perché le grandi imprese energetiche non hanno pagato la tassa sugli extraprofitti, considerandola “supplementare e illegittima”.
Contrariamente invece le grandi imprese energetiche, considerano “non supplementare ma legittimo” il fatto che nei primi 5 mesi del 2022, con i rincari astronomici di luce e gas, hanno incassato un aumento dei ricavi del 60 per cento!
Il governo Draghi aveva introdotto la tassa del 25 per cento sugli extraprofitti a maggio con il primo decreto “aiuti”: 10,5 miliardi di euro il gettito previsto per il 31 dicembre 2022.
Ma dei 4,2 miliardi di acconto che andava pagato entro la fine di giugno, i signori delle grandi aziende energetiche, spudoratamente evasori, hanno versato a malapena 1 miliardo per poi dichiarare di non pagare più. Sinistra e Verdi hanno presentato un esposto in Procura.
L’incazzatura e la denuncia degli artigiani e piccole imprese della Cgia è dovuta soprattutto al fatto che la tassa sugli extraprofitti, nel piano del governo, doveva servire a finanziare per altri 3 mesi fino al 31 dicembre 2022, il credito d’imposta del 25% delle spese per l’energia alle imprese, e per impedire che dal 20 settembre il prezzo del carburante torni a impennarsi per la fine degli sconti su accise e Iva.
Mentre da mesi imperversa la campagna per l’abolizione del Reddito di cittadinanza, guidata dai partiti della Meloni, Salvini, Berlusconi, Renzi e Calenda, e con distinguo poco convincenti del Pd, nessuna voce di questi signori – candidati al parlamento nelle imminenti elezioni del 25 settembre – si è levata a denunciare il cannibalismo sociale di queste aziende, dettato dall’ingordigia di uno smisurato profitto.
Una riconferma che questo cannibalismo sociale, ha i suoi degni rappresentanti in questi partiti e formazioni politiche: ognuna con le proprie responsabilità.
Solo i 5 Stelle vogliono mantenere il Reddito di cittadinanza, mentre Salvini oltre la sua abolizione, dichiara apertamente di voler applicare a tutto campo i “suoi” decreti sicurezza contro gli operai che osano lottare non a parole. Decreti che erano stati parzialmente “alleggeriti” dal secondo governo Conte, ma solo per alcuni aspetti inerenti l’immigrazione, lasciando intatti le norme che riguardano la repressione degli operai e le loro forme di lotta.
Salvini e la Meloni sono in prima fila a urlare “Basta sbarchi”, manca solo che dicano: “Li affondiamo noi i barconi con i migranti dentro”.
Mancano ormai poco più di 20 giorni alle elezioni politiche e i partiti sono più che mai impegnati nell’equilibrismo del “testa o croce”. Essendo gli stessi (tranne la Meloni) che hanno sostenuto il governo Draghi, ora in carica per gli affari correnti, cercano di scaricare sul governo dimissionario, i problemi e le grane più grandi (bollette energetiche, inflazione, aziende in crisi, tetto al prezzo del gas, ecc.). In modo che a elezioni avvenute, possano ripresentarsi “come nuovi” e i problemi irrisolti siano imputabili al “vecchio” governo Draghi, alle sue lotte intestine che non hanno consentito di affrontarli prima.
Un “testa e croce” della stessa moneta che ha fatto il suo tempo, al quale non crede più nessuno.
Saluti Oxervator.

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