IL MANGANELLO COME STRUMENTO EDUCATIVO

La forza pubblica si scatena contro gli studenti che protestano. Non si tratta di un incidente di percorso, è la scuola sponsorizzata dalle imprese che lo richiede, la protesta è proibita. Ma la gioventù ribelle non si fa intimidire e siamo solo all’inizio.
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La forza pubblica si scatena contro gli studenti che protestano. Non si tratta di un incidente di percorso, è la scuola sponsorizzata dalle imprese che lo richiede, la protesta è proibita. Ma la gioventù ribelle non si fa intimidire e siamo solo all’inizio.


 

Caro Operai Contro, per sviare il contenuto della protesta, i mezzi d’informazione ora danno risalto ad un punto che si è aggiunto: il “no” degli studenti al ripristino (subito nel 2022) dell’esame di maturità scritto, in presenza, dopo 3 anni di Dad in cui l’apprendimento non è stato proprio al massimo.
Ma il motivo per il quale il 4 febbraio gli studenti hanno manifestato per la terza volta in un mese, è ben altro. Cominciamo col prendere atto che la politica del manganello ha avuto l’effetto di moltiplicare le piazze in lotta: dalle 4 iniziali, al 4 febbraio sono una quarantina, dalle più grandi città e centri industriali: Genova, Palermo, Milano, Bari, Firenze, Verona, Taranto, Lodi, Latina, Padova, Agrigento Pisa, Varese, Perugia, Modena e via in tutto il Paese.
Nelle prime manifestazioni a gennaio, da Torino a Napoli, e poi da Roma a Milano, hanno spaccato la testa a decine di studenti mandandoli all’ospedale con emorragie, fratture e ferite gravi. I testimoni e le immagini dicono che le cariche e i pestaggi della Polizia sembravano scene da film, con botte e violenze inaudite.
Il rispolvero del manganello ha palesato la mossa del governo Draghi: colpire gli studenti e di riflesso mettere sull’avviso gli operai.
Gli studenti protestando per la morte di un loro compagno in alternanza scuola/lavoro, ora Pcto (Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento), sono scesi in piazza proprio per chiedere l’abolizione di questa legge, cioè, l’abolizione di lavorare a gratis per il padrone con la scusa della formazione.
Questo non è stato tollerato da Draghi, pochi giorni dopo che, entusiasta il ministro dell’Istruzione Bianchi, è partita una creazione del suo governo, i nuovi licei Ted (Transizione ecologica digitale) e che, come M. Bersani sul Manifesto non poteva battezzarli meglio, “sono il cavallo di troia delle imprese”, nella scuola.
Sponsorizzati per il proprio tornaconto da oltre 100 grandi imprese e multinazionali, associate in Consorzio, parteciperanno attivamente a ideare e realizzare i programmi, compreso l’assoggettamento alla mancanza di sicurezza antinfortunistica, che il ministro del Lavoro Orlando, ha finora affrontato solo a parole.
Alcuni dei nomi più in vista: settore armamenti (Leonardo), dell’energia fossile (Snam, Eni), della privatizzazione dell’acqua e dei servizi pubblici (Acea, A2A, Iren), delle telecomunicazioni (Tim, Vodafone), dell’informatica (Microsoft) e poi Toyota, Atlantia, Autogrill, Manpower, Campari ecc. ecc.
Un salto di qualità per una scuola ancora più spudoratamente al servizio dei padroni.
In questo modo il padrone non solo entra nella scuola, ma la progetta e la realizza insegnando tre principi fondamentali: il benessere della società può derivare solo dal benessere dell’impresa, pertanto la scuola deve porsi al suo servizio. Poche ciance e considerazioni sul modello sociale e politico, che mettano in discussione il sistema e che costringano le aziende ad assumersi le proprie responsabilità; serve una generazione specializzata, formata all’intoccabilità degli interessi delle imprese.
Abolendo l’alternanza scuola/lavoro, come chiedono gli studenti, si comprometterebbe inevitabilmente anche la nuova perla Ted. E come reagirebbero i suoi “benefattori” che la finanziano?
Da ciò, oltre che per salvare i Pcto, il ricorso del governo alla violenta repressione degli studenti.
Non di meno il governo ha considerato che, se gli studenti si rifiutano di lavorare gratis, potrebbero rappresentare una spinta a ribellarsi per tutta quella forza lavoro con contratti precari. Quasi 6 milioni, un terzo di tutti i lavoratori dipendenti, con salari ancora più da fame dei restanti due terzi. Insieme potrebbero impensierire i padroni con le loro rivendicazioni. Draghi e i suoi cervelli, forse non hanno messo in conto che la politica del manganello può produrre l’effetto contrario a quello che il governo sperava.
Lamorgese la ministra dell’Interno, giustifica le cariche e i pestaggi della polizia, rispolverando la vecchia tesi dei provocatori infiltrati che volevano lo scontro a tutti i costi.
Ma oltre i racconti degli studenti, a smentirla ci sono numerosi filmati. Dove si vedono cariche pretestuose della polizia, ragazzi selvaggiamente colpiti alla testa e spintonati con bestiale accanimento. Soltanto a Torino, nella prima manifestazione, i feriti sono stati venti, con fratture o punti alla testa. Altri studenti risultano tuttora ricoverati in ospedale. Molti di loro sono minorenni. Nelle interviste, numerosi studenti hanno confutato le ricostruzioni delle forze dell’ordine, in cui si parlava di un clima estremamente violento in piazza. In un caso, fonti della polizia hanno parlato di un furgone utilizzato per rompere un cordone di agenti, un fatto che, secondo diversi studenti, non si sarebbe mai verificato.
Lo scontro è più che mai aperto, con gli studenti sempre più numerosi e le piazze che si moltiplicano.
Saluti Oxervator.

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