AMAZON, L’IMMAGINE E LA REALTÀ 1

Magazzino Amazon di Colleferro, due operai raccontano delle condizioni di lavoro, dei contratti, di tempi e ritmi, di capi e capetti e di salari. Una galera di ultima generazione.
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Magazzino Amazon di Colleferro, due operai raccontano delle condizioni di lavoro, dei contratti, di tempi e ritmi, di capi e capetti e di salari. Una galera di ultima generazione.


Il magazzino di Amazon Colleferro, Roma (FCO2) con una superficie di 104 mila mq e diversi livelli di stoccaggio verticali è il più esteso stabilimento del genere d’Europa. Per una spesa complessiva di 140 milioni di euro è stato costruito, in tempi record, a poche centinaia di metri dal casello autostradale A1. Nei video promozionali dell’azienda, il magazzino viene decantato dal site manager, come uno stabilimento di ultima generazione, 2 megawatt di autoproduzione fotovoltaica che copre il 20% del fabbisogno energetico, luci LED, batterie di accumulazione al litio, nessun riscaldamento a combustione. Sostenibilità ambientale e risparmio energetico in attesa di certificazione green!! Il colosso americano ha visto i suoi profitti crescere nel 2020 con $386,1 miliardi di fatturato. Tra gennaio e marzo ‘21, le vendite nette di Amazon hanno totalizzato $108.518 milioni, il 43,8% in più del primo trimestre dello scorso anno, con una crescita del 37,4% delle vendite di prodotti (Il Mattino 01/05/’21).
Gli impianti di movimentazione e stoccaggio sono utilizzati quasi continuamente con un fermo il sabato pomeriggio e la domenica mattina. I tre turni giornalieri coprono, per il resto, interamente le 24 ore. Sono circa 2.000 gli operai addetti allo smistamento 700 circa donne al confezionamento Gli operai si dividono tra blue e verde come il colore del badge.

Operai fissi e a tempo.
Questo organico si riferisce al “picco” di movimentazione che Amazon fa partire da ottobre e finire a dicembre. La maggior parte delle assunzioni sono di “somministrazione” attraverso l’agenzia interinale Adecco, gli operai assunti a tempo indeterminato sono circa 500. L’età media degli operai e molto bassa, attorno ai 25 anni. Il tipo di contratti richiesti da Amazon e firmati dagli assunti con Adecco è estremamente flessibile e a totale favore delle esigenze stagionali, anche giornaliere del colosso della logistica on-line. “Sono stato assunto firmando un contratto MOG (Multi Ore Garantite)” Ci dice M. 19 anni residente in un paese dei Monti Lepini e diplomatosi in uno dei numerosi istituti tecnici professionali di Colleferro ”ho scelto questo rispetto agli altri poiché, essendo trimestrale, spero possa essere rinnovato alla scadenza. Come orario garantito ho 16 ore a settimana per un salario di €600 lordi mensili”.
Le altre tipologie di contratto sono della durata di un mese. Full Time, 5 giorni a settimana 2 di riposo e con turni a scorrimento. Part Time Night sempre della durata di un mese ma esclusivamente i turni notturni. I rinnovi contrattuali part time non possono oltrepassare un anno.
Il MOG, contratto preferito da Amazon, è quindi quello più applicato da Adecco, infatti partendo dall’impiego minimo di due sole giornate settimanali sui tre turni giornalieri, Amazon si garantisce la disponibilità di operai, a cui in caso di non utilizzo, non deve corrispondere neanche un centesimo. “Li definiscono contratti ad espansione” continua M. ”se il lavoro aumenta possono chiamarmi oltre alle due giornate garantite per ulteriori giornate nella stessa settimana. Durante il picco sono arrivato anche a sei giorni alla settimana. Ci chiamano con un preavviso di 24 ore, fino a poco tempo fa potevamo dare l’assenso e poi rifiutarci. Ora non più”. Gli orari di lavoro sono di 8 ore inclusa la pausa mensa di 30 minuti. Per il notturno 7,30 ore inclusa la pausa. I punti mensa sono tre in tutto il magazzino “Sono molto distanti dalla mia postazione” Aggiunge A. di Cassino 25 anni contratto Full Time ”del mio gruppo siamo veramente in pochi ad andarci, ci vogliono anche 10 minuti per raggiungerla senza contare il tempo per lavarci le mani. Molto meglio mangiarsi un panino al volo. Qualcuno riprende così anche a lavorare prima, nella speranza che magari alla scadenza abbia il rinnovo contrattuale, del resto anche quando andiamo in bagno il sistema informatico fornisce in tempo reale, i minuti che non abbiamo lavorato”.
Le postazioni si dividono in Red, Green, Blue e Orange sono gestite da uno o due leader a cui sono subordinati dai 10 ai 15 operai, la postazione Lift è specifica per i pacchi pesanti. Al team manager fanno riferimento i leader per la soluzione di eventuali problemi, in genere il team manager è laureato o con un minimo di 4 anni di anzianità Amazon. Ad inizio turno tutti gli operai di una specifica area devono riunirsi per un briefing di motivazione durante il quale leader e team manager comunicano il numero dei colli da movimentare, esortano alla concentrazione e al rispetto delle norme di sicurezza, ecc. “ No, non ci sentiamo sotto pressione” dice M ”piuttosto chiamiamola auto tensione, per farci notare per emergere, sempre in relazione al rinnovo del contratto. Magari spostiamo in maniera errata una gabbia per fare prima e lavorare più colli, e la gabbia ci crolla addosso, o lasciamo un collo che sporge e ostruisce il passaggio. Durante il picco massimo del Black Friday ci hanno comunicato che dovevamo movimentare, solo nel nostro turno, oltre 40mila colli. 3 al secondo. Abbiamo informalmente un obbiettivo minimo individuale orario, di 100 colli da lavorare. Nessuno sembra correrci dietro, ma sappiamo che dobbiamo andare oltre quel numero se vogliamo avere una minima possibilità di riconferma”. ” Si, durante il picco la tensione tra noi era al massimo” interviene A ”sentiamo che bisogna andare veloci, prima delle consegne natalizie alcune barriere di sicurezza sono state rimosse nel mio reparto (OUTBOUND) per velocizzare la movimentazione.” L’apertura del magazzino di Amazon nella Valle del Sacco in un polo industriale quasi completamente dismesso a cui si aggiunge un tasso di disoccupazione giovanile nazionale balzato recentemente al 29,8% (Istat 3/11/21) ha ulteriormente messo in concorrenza migliaia di giovani ventenni appena usciti dagli istituti tecnici anche delle provincie e regioni limitrofe. Tutti guardano all’impiego nella multinazionale statunitense come unica possibilità di reddito. “Molti dei miei coetanei non hanno una buona opinione delle multinazionali, per me l’alternativa era, 30 euro al giorno, a nero in un cantiere edile a Roma” sbotta M “ad Amazon con l’espansione riesco a prendere anche 1.000/1.200 euro al mese e in 20 minuti sono a casa”. Il 22 marzo 2021 è stato proclamato il primo sciopero nazionale di tutta la filiera Amazon, chiediamo ai due giovani operai cosa ne pensano, ma nessuno dei due era stato ancora assunto. Chiediamo perciò, come hanno vissuto lo sciopero generale del 16 dicembre. “La prima volta che ne sento parlare” dice M aggiungendo che” il sindacato penso potrebbe essere utile per ottenere contratti stabili”Il 16 mi pare che qualcuno abbia scioperato, forse 10 persone,” dice A” penso che soprattutto per quelli che vengono da Roma e dalla zona di Cassino possa essere utile avere un sindacato. Impieghiamo anche due ore ad arrivare al lavoro. Troppo”.
M. C.

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