STELLANTIS MELFI. MESSI FUORI DALLA PORTA CON L’INCENTIVO

La riduzione del personale concordata: si rende pesante la situazione in fabbrica, tanta cassaintegrazione a salario ridotto, postazioni pesanti e ritmi insopportabili, pressione dei capi sul futuro nero, un po' di soldi per licenziarsi e il risultato è raggiunto
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La riduzione del personale concordata: si rende pesante la situazione in fabbrica, tanta cassaintegrazione a salario ridotto, postazioni pesanti e ritmi insopportabili, pressione dei capi sul futuro nero, un po’ di soldi per licenziarsi e il risultato è raggiunto


 

Sui giornali è uscita la notizia che Stellantis ha deciso di mandare a casa dodicimila fra operai e lavoratori in questo paese, la cifra forse è inferiore a quella effettiva a cui si vuole arrivare. A Melfi fra i sindacalisti circola la voce che resteranno 3.500 lavoratori nello stabilimento Stellantis. In sostanza la metà dei lavoratori e operai saranno convinti, con le buone o con le cattive, dal padrone che è meglio andare via. Il sindacato resta a guardare e come sempre gestisce quello che il padrone decide. Nell’operazione dimissioni con incentivo il sindacato formalmente ribadisce che è un operazione che favorisce l’accompagnamento dei lavoratori alla pensione e fa parte della libertà individuale del lavoratore di scegliere di prendere dei soldi e aprirsi un attività in proprio o fare dell’altro. La realtà è ben diversa per tanti operai. Ci sono operai consumati negli anni che con quei soldi che Stellantis offre per togliersi dai piedi non ci possono fare niente, non arrivano in pensione, non sono più in salute perché consumati e non possono sperare di trovare un altro lavoro, eppure capi e capetti all’unisono fanno capire e intendere a questi operai che devono farlo altrimenti per loro in fabbrica non c’è più lavoro, faranno poche giornate in un mese che non arriveranno a coprire le dita di una mano e per il resto faranno solo tanta cassa integrazione.
Chi ha accettato gli incentivi di buon grado? Alcuni giovani operai residenti lontano dalla fabbrica che assunti da meno di dieci anni credevano di aver trovato un lavoro normale e non con ritmi e carichi di lavoro elevatissimi, hanno preso al volo la proposta e sono andati via con la speranza di trovare meglio. Alcuni capi, che sono anche proprietari terrieri, investiranno i soldi dati da Stellantis nelle attività mai messe da parte anche perché non consumati sulla linea di montaggio. Sindacalisti che in passato hanno fatto assumere coniugi e parenti e che una volta preso i soldi da Stellantis e andati via, se vorranno potranno trovare altri posti di lavoro. Altri lavoratori che sperano di trovare di meglio se non l’hanno già trovato.
Mentre Stellantis sta convincendo molti operai con problemi di salute che è meglio andare via, altrimenti faranno tanta cassa integrazione, il sindacato invece di organizzare gli operai per protestare davanti ai cancelli aiuta il padrone nell’operazione sfoltimento. Ovviamente con operazioni di facciata tramite volantini fa credere che c’è qualcosa che non va.
Stesso giochetto prima di andare in ferie. Stellantis aveva fatto intendere che si doveva mettere mano a una linea e doveva rimanerne una sola. Il sindacato aveva dichiarato che neanche una vite doveva uscire, ma poi senza neanche proclamare un’ora di sciopero ha subito firmato l’accordo per lo smantellamento della linea e per poco non si metteva fuori a dirigere il traffico dei tir che portavano via l’attrezzatura e i servo mezzi.
Crocco, operaio di Melfi

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