ANCORA SOLDI AI PADRONI. ORA TOCCA A QUELLI DEL SUD

In nome di un generico sostegno a creare nuova occupazione gli "imprenditori", con la fiscalità di vantaggio, risparmiano il 30% sui contributi per i dipendenti . Il ministro Provenzano si compra così l'appoggio politico della piccola e media impresa del Sud.
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In nome di un generico sostegno a creare nuova occupazione gli “imprenditori”, con la fiscalità di vantaggio, risparmiano il 30% sui contributi per i dipendenti . Il ministro Provenzano si compra così l’appoggio politico della piccola e media impresa del Sud.


 

I padroni meridionali, malmessi per la crisi economica aggravata dall’emergenza Coronavirus, hanno bussato alle casse dello Stato minacciando la chiusura e i licenziamenti. E lo Stato che li rappresenta, li protegge, li difende e li foraggia non si è tirato indietro. Dal 1° ottobre è infatti entrata in vigore la fiscalità di vantaggio: le aziende che operano nelle regioni del Mezzogiorno verseranno il 30% in meno di contributi per tutti i loro dipendenti e per quelli nuovi che vorranno eventualmente assumere. Per ora ne godranno sino alla fine del 2020, per gli anni a venire contano su una lunga proroga.
Una riduzione del 30% del carico contributivo è un vantaggio fiscale non da poco. Ma non si tratta di un evento eccezionale. Quando i padroni non possono comprimere ulteriormente i salari operai, pena o la riduzione dell’acquisto di merci, quindi dei loro profitti, o una rivolta in nome del pane, ecco che tirano in ballo l’urgenza di ridurre il “costo del lavoro”: significa che vogliono o non pagare, o pagare meno, i costi di natura previdenziale, assicurativo/sociale e fiscale che dovrebbero sopportare per legge per poter avere alle proprie dipendenze dei lavoratori salariati. Una tangente che pagano allo Stato per poter sfruttare gli operai. Ed ecco che, di fronte all’urgenza dei padroni di mantenere alti i profitti, il loro Stato viene in soccorso attraverso il governo di turno. Mette sul tavolo degli affari borghesi tanto denaro, che non è altro se non valore prodotto da operai, del quale i padroni si approfittano accanitamente. Per quanto riguarda i licenziamenti il loro rappresentante nazionale, Bonomi, ha detto chiaramente che il blocco (beninteso, un blocco già con molti fori) non potrà durare a lungo! Con buona pace di chi (governo, sindacati, ecc.) temporeggia per timore di ripercussioni sociali.
La storia recente della borghesia italiana è ricca di esenzioni tributarie, agevolazioni fiscali e regimi sostitutivi e premiali, misure che sono state oggetto di numerosi interventi legislativi. Fra le tante forme di riduzione del “costo del lavoro” architettate e messe a punto dagli ultimi governi rientra appunto la fiscalità di vantaggio disposta dal governo Conte II. La riduzione del carico contributivo durerà per ora fino alla fine del 2020, ma i padroni hanno già chiesto una lunga proroga allo Stato italiano e attraverso esso all’Unione europea.
Infatti per fiscalità di vantaggio si intende esattamente l’insieme delle norme atte a fornire vantaggi di natura fiscale per lo svolgimento di attività economiche in particolari aree svantaggiate di una Regione europea, cioè facente parte dell’Unione europea, e per essere applicata deve riceverne l’approvazione da parte della Commissione europea in quanto essa corrisponde a un aiuto di Stato. Il governo Pd-M5S ha chiesto alla Commissione europea di estendere la misura fino al 2029, da Bruxelles è emersa la disponibilità a considerare la proposta grazie al suo inserimento nel più vasto quadro di riforma previsto dal Piano Sud 2030 in modo da garantire un sostegno duraturo. Zelanti servitori degli interessi padronali, Pd e M5S si confermano per quello che sono: il Pd uno dei pilastri politici della borghesia italiana ed europea, il M5S, che si era fatto spazio nel Parlamento italiano proprio sbandierando una politica sovranista e antieuropea, dopo aver avuto accesso alle leve del potere politico ha compiuto, da moderna trottola borghese e antioperaia qual è, più di una giravolta e lavora accanitamente per mostrarsi l’esponente più servizievole della classe politica e diventare anch’esso un solido e fidato pilastro della borghesia italiana ed europea.
L.R.

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