DISCOTECHE CHIUSE. FABBRICHE E LICENZIAMENTI APERTI

Un polverone è stato alzato attorno al contagio nelle discoteche e nei luoghi della movida. Intanto chi non sarà licenziato continuerà a contagiarsi nelle fabbriche e sui cantieri
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Un polverone è stato alzato attorno al contagio nelle discoteche e nei luoghi della movida. Intanto chi non sarà licenziato continuerà a contagiarsi nelle fabbriche e sui cantieri


 

Caro Operai Contro,
il decreto Agosto del governo Conte allarga le porte ai licenziamenti e non mette alcun freno ai padroni che impongono la stessa produzione agli operai, costretti a lavorare con la mascherina. Intendiamoci, oltre 400 mila licenziamenti erano già passati comunque durante il lockdown. Un periodo in cui molti padroni speculando sulla cassa integrazione, hanno intascato loro i soldi dell’Inps, mentre l’attività continuava con gli operai a regolare salario. In altri casi gli operai mantenendo la consueta attività, venivano pagati come se fossero in cassa integrazione, e integrati in nero dal padrone fino al salario pieno. Una serie di truffe ai danni dell’Inps di 2,7 miliardi di euro, compiute da 2.549 imprese in gran numero di Confindustria.
Col decreto Agosto, le imprese che a maggio e giugno hanno utilizzato anche solo una o due settimane di Cig Covid, ora potranno scegliere se usufruire delle nuove 18 settimane di Cig Covid (non una di meno), o in alternativa, scegliere “l’esonero contributivo”, che ha una durata doppia delle ore di Cig Covid fruite a maggio e giugno, ma per un massimo di 4 settimane. Le imprese che scelgono “l’esonero contributivo” (max 4 settimane), da settembre, passato questo periodo, potranno procedere ai licenziamenti economici, individuali o collettivi (oltre alle imprese che potranno licenziare per cessata attività; per fallimento; per cambio appalto; per accordo sindacale con buonuscita in cambio del licenziamento).
Così si è rovesciato il senso della cassa integrazione, nata per evitare i licenziamenti. Il decreto Agosto mette a disposizione 18 settimane di Cig Covid, ma saranno i padroni a stabilire se per loro è più conveniente usufruirne, o procedere ai licenziamenti individuali o collettivi, sfruttando l’opzione “esonero contributivo”. Domani all’occorrenza possono sempre assumere operai a prezzi più convenienti, con salari e condizioni peggiorative.
Le imprese che sceglieranno di usufruire delle 18 settimane di Cig Covid, (non una di meno), non potranno licenziare prima della fine di novembre. Invece per le imprese che non hanno diritto all’“esonero contributivo” per non aver fatto Cig Covid a maggio e giugno, ma non chiederanno le 18 settimane di Cig Covid, il divieto di licenziamento è fine alla fine del 2020.
Prima dell’approvazione del decreto Agosto, il sindacato Confederale aveva lanciato la sfida al governo Conte: se lo stop ai licenziamenti non fosse stato prorogato per tutto il 2020, una iniziativa di lotta era già stata decisa per il 18 settembre. Iniziativa – dissero allora i Confederali – «che possa essere trasformata in uno sciopero generale dipenderà solo dalle scelte del Governo e della Confindustria».
Ora che fa il sindacato Confederale? E gli altri sindacati riusciranno a superare l’incomunicabilità createsi fra loro, e agire come un’unica forza contro i padroni?
In questi giorni c’è bagarre sulla chiusura delle discoteche ed il loro ricorso respinto dal Tar. Ma non è un caso che all’opinione pubblica, le fabbriche non vengono neanche prospettate come potenziali luoghi di contagio. Conte, supportato dall’informazione asservita, teme lo scontro con gli untori di Confindustria, all’ipotesi di fermare nuovamente le fabbriche. Eppure si concentra più gente nelle attività produttive e nei luoghi di lavoro che nelle discoteche e nelle movide! A questo non viene dato risalto, come dire che il rischio contagio per gli operai è “necessario”, non per loro, che oltretutto possono essere licenziati in qualsiasi momento, ma per i padroni che devono accumulare profitti.
La sanificazione in fabbrica e nei luoghi di lavoro c’è ma fino un certo punto, esempio: i reparti, gli impianti, le postazioni vengono sanificati ad ogni cambio turno in tutti i luoghi di lavoro? I bagni non vengono sanificati ad ogni frequentazione, ma se va bene una volta al giorno. Negli ambienti dove c’è l’aria condizionata come e quanto vengono sanificati i filtri? Quali approfondimenti sono stati fatti sugli effetti e le conseguenze di lavorare tutto il giorno in difficoltà respiratorie per via della mascherina?
Il governo dei padroni e la sua opposizione non si occupano di “problematiche” simili. Non sono rilevanti anche per gli inviati del potere mediatico, che con i servizi dei telegiornali puntano allo scalpore nel mostrare i trasgressori delle regole anti Covid in movide e discoteche. Martellano in continuazione che i contagi vengono portati dai migranti, da chi rientra dall’estero, e dai giovani che non portano la mascherina. Promettono, mostrandone le immagini, che gli aeroporti si stanno attrezzando con i test per accogliere i vacanzieri.
Ma non mostrano il rischio contagio di milioni di operai gomito a gomito nelle fabbriche, oppure che lavorano in poco spazio per tutto il turno, spesso anche a meno di un metro di distanza, perché è la catena di montaggio, o comunque l’organizzazione del lavoro capitalistico a dettare le distanze. Non fa scalpore, ma gli operai “devono” lavorare in quelle condizioni, senza essere trasgressori delle regole anti Covid, sono quelli più a rischio contagio. Meno se ne parla, meglio per i padroni che a qualsiasi costo per gli operai, scongiurano una nuova chiusura delle fabbriche. Perciò l’informazione asservita non dice che il rischio dei contagi di massa in fabbrica e nei luoghi di lavoro è una mina vagante, potenzialmente e numericamente più esplosiva delle discoteche.
Saluti Oxervator

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