MINNITI: VUOLE IMPEDIRE ALLE ONG DI SALVARE I MIGRANTI DAL MEDITERRANEO

Redazione di Operai Contro, il governo Gentiloni vuole impedire alle ONG non governative di salvare i migranti dalla morte per annegamento nel mediterraneo. Dopo il via libera alla flotta italiana per contrastare gli imperialisti francesi, il governo dei padroni italiani dichiara guerra alle ONG non governative. Un lettore dalla repubblica ROMA – Non può accettare la presenza di armi sulle navi che soccorrono i migranti in mare, né il divieto dei trasbordi dalle proprie imbarcazioni a quelle ufficiali. Per questo Medici senza frontiere non ha firmato il codice delle Ong nell’ultima riunione convocata dal Viminale. “In nessun Paese in […]
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Redazione di Operai Contro,

il governo Gentiloni vuole impedire alle ONG non governative di salvare i migranti dalla morte per annegamento nel mediterraneo.

Dopo il via libera alla flotta italiana per contrastare gli imperialisti francesi, il governo dei padroni italiani dichiara guerra alle ONG non governative.

Un lettore

dalla repubblica

ROMA – Non può accettare la presenza di armi sulle navi che soccorrono i migranti in mare, né il divieto dei trasbordi dalle proprie imbarcazioni a quelle ufficiali. Per questo Medici senza frontiere non ha firmato il codice delle Ong nell’ultima riunione convocata dal Viminale. “In nessun Paese in cui lavoriamo accettiamo la presenza di armi, ad esempio nei nostri ospedali”, ha detto il direttore generale di Msf, Gabriele Eminente. Ha, invece, firmato Save the children, secondo cui “gran parte dei punti del codice di condotta indicano cose che già facciamo e ci sono stati chiarimenti su un paio di punti che ci preoccupavano, quindi non abbiamo avuto problemi a firmare”, ha detto Valerio Neri, dell’organizzazione. “Siamo convinti – ha aggiunto – di aver fatto la cosa corretta e mi dispiace che altre ong non ci abbiano seguito, ma evidentemente avevano altre sensibilità”. Nei giorni scorsi aveva sottoscritto il documento ache Moas, che oggi non era presente all’incontro, mentre Proactiva Open Arms, riferisce il Viminale, “ha fatto pervenire una comunicazione con la quale ha annunciato la volontà di sottoscrivere l’accordo”. Niente firma, invece, per la tedesca Jugend Rettet, presente al Viminale. Il mondo delle organizzazioni non governative, quindi, si divide davanti a un documento che, da quando è stato annunciato, ha suscitato dubbi e timori.

Migranti, Medici Senza Frontiere e Save The Children divisi sulla firma del codice di condotta

• CONSEGUENZE IN ARRIVO
La scelta di non firmare, però, non sarà priva di conseguenze, avvisa il ministero dell’Interno: “L’aver rifiutato l’accettazione e la firma del Codice di condotta pone quelle organizzazioni non governative fuori dal sistema organizzato per il salvataggio in mare, con tutte le conseguenze del caso concreto che potranno determinarsi a partire dalla sicurezza delle imbarcazioni stesse”, spiega il Viminale al termine della riunione.

• ARMI A BORDO
Eminente spiega che, anche se il codice era stato migliorato rispetto alla versione iniziale, rimaneva il punto dei trasbordi: “Abbiamo chiesto di levarlo, perché è un punto che rischia di pregiudicare l’intera operazione”, ha spiegato.

Nonostante l’organizzazione riconosca che da parte del ministro siano stati fatti passi in avanti rispetto alla volta scorsa, non sono sufficienti per trovare un accordo. “Saranno comunque rispettati – ha detto ancora Eminente – quei punti già condivisi dalla nostra organizzazione”.

SCHEDA – I 13 PUNTI DEL REGOLAMENTO DEL VIMINALE

• LE CONDIZIONI DELLE ONG
Alcuni giorni fa, il direttore di Msf aveva annunciato che la firma sul documento sarebbe stata apposta solo nel caso in cui il testo avesse rispecchiato le richieste delle organizzanioni, soprattutto in merito alla possibilità di trasferire i migranti da una nave ad un’altra e al tema della polizia a bordo che – come chiedevano le organizzazioni – non deve essere armata.

Codice Ong, Save the Children e Msf: ”Firmeremo se saranno accolte nostre richieste”

• STRETTA SU ONG
Le richieste delle organizzazioni arrivavano dopo che a inizio luglio è stata annunciata, a seguito di un incontro a Parigi tra Italia, Francia e Germania, una stretta sui controlli alle ong, con la minaccia che, se non rispettano il protocollo, potrebbero vedersi bloccato l’accesso in porto. Cosa che aveva scatenato polemiche e proteste da parte delle organizzazioni, preoccupate di diventare un capro espiatorio. E il ministro degli Interni italiano, Marco Minniti, aveva sottolineato come l’iniziativa dell’Italia di scrivere un codice di comportamento fosse stato lodato a Tallinn dai ministri stranieri.

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