Operai contro è il giornale della rivolta operaia contro il lavoro, salariato. Proprio per questo motivo sosteniamo la lotta per l’organizzazione politica indipendente del proletariato. Non possiamo che essere contenti quando un gruppo ci da l’opportunità di approfondire questa lotta. E’ il caso del Pungolo Rosso. Per capire le differenze è meglio far parlare i documenti. Apriamo il dibattito
La Redazione di Operai Contro
IL PUNGOLO ROSSO CHI SONO.
Siamo un piccolo gruppo di compagne e compagni dell’area di Venezia-Padova-Treviso. Scriviamo la rivista il “Il cuneo rosso” e partecipiamo alle iniziative del Comitato permanente contro le guerre e il razzismo e del Comitato di sostegno ai lavoratori Fincantieri. Nel nostro blog pubblichiamo alcuni articoli del “Cuneo” ed altri materiali di contro-informazione.
Vogliamo smuovere le acque piuttosto stagnanti del dibattito “a sinistra”. Quali sono le cause e la portata della crisi attuale? Quali prospettive si aprono rispetto alla condizione dei lavoratori? E rispetto all’ordine mondiale dominato dall’Occidente?
Abbiamo cercato e cerchiamo di andare al fondo di questi problemi. Secondo noi, si tratta di ripartire quasi da zero, per un movimento proletario nuovo – autonomo, intransigente, internazionalista. Pensiamo che, seppur senza farsi facili illusioni, possiamo e nello stesso tempo dobbiamo alzare la testa. Per questo daremo spazio alle lotte proletarie più significative che avvengono in Italia e nel mondo.
PER IL PARTITO OPERAIO
Gennaio 1978 Mentre negli ultimi dieci anni le classi e gli strati non più rappresentati dai vecchi partiti hanno potuto costituire le loro organizzazioni — e lo hanno fatto in nome della classe operaia —, gli operai rivoluzionari non hanno potuto che disperdersi alla coda dell’una o dell’altra. Che in Italia solo il proletariato non si sia organizzato in partito, che tocchi al proletariato imporsi sulla scena politica, che occorra ristabilire l’indipendenza dei suoi interessi immediati e storici, è solo una prima ma necessaria costatazione se vogliamo formulare un progetto di organizzazione che sugli interessi di classe fondi la sua ragione di costituirsi e agire. Diamo qui per scontato che il Pci è un partito borghese che agisce come pilastro del sistema capitalistico, sostenitore degli interessi di settori di aristocrazia operaia, di piccola e media borghesia, che possono realizzarsi nella misura in cui si sviluppa l’imperialismo italiano e la sua incidenza nel mercato mondiale. Ha diretto interesse allo sfruttamento della classe operaia; quando entra in collisione con altri partiti borghesi la lotta è tutta interna ad una migliore razionalizzazione del sistema, ad una nuova spartizione del potere, ad una più razionale divisione fra le classi intermedie della ricchezza sociale estorta agli operai. Per questi motivi diamo per acquisito il fatto che esso non rappresenti più in alcun modo gli interessi del proletariato. La nostra attenzione è rivolta a quello che è stato definito “movimento rivoluzionario”, alle organizzazioni alla “sinistra del Pci” (adottiamo qui questi termini perché sono di uso corrente e non perché corrispondano ad effettive posizioni nella lotta di classe): fra queste all’interno del cosiddetto movimento si sono sviluppati progetti, lotte, indicazioni che avrebbero dovuto guidare il proletariato sulla strada della sua emancipazione, che avrebbero dovuto aprire il cammino ad un processo rivoluzionario: così non è stato ed è da qui che bisogna cominciare a fare i conti.
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