IL RADUNO DELLE CAMICE VERDI DI BOSSI

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In migliaia al tradizionale raduno con l’intero stato maggiore della Lega
Il Senatur avverte: “Senza riforma milioni di persone pronte a battersi”
Pontida, Bossi rilancia il dialogo
‘Federalismo con il governo ombra’
Il responsabile del Viminale: “Raggiungeremo obiettivo della tolleranza zero”
Anche Calderoli promuove il confronto: “Altrimenti finisce come con la Devolution”

Pontida, Bossi rilancia il dialogo. ‘Federalismo con il governo ombra’

Umberto Bossi
PONTIDA – Riforma del trattato Ue, sicurezza e federalismo fiscale. Al tradizionale raduno leghista di Pontida sono questi temi a tenere banco. Il primo a salire sul palco, davanti a una folla che gli organizzatori hanno stimato di 50 mila persone, e’ stato il ministro della Semplificazione Roberto Calderoli. Il clou della manifestazione e’ arrivato pero’ poco prima dell’una, quando alla tribuna e’ salito Umberto Bossi. “Siamo qui a Pontida per rinnovare il nostro patto, combatteremo fino alla liberta’ contro il centralismo statale – ha tuonato il leader del Carroccio – Ci sono centinaia di migliaia di persone, forse milioni, pronti a battersi per la liberta’”.

Dialogo con il governo ombra. “Stiamo facendo il federalismo fiscale con la sinistra – ha proseguito – e con i ministri del governo ombra. Questo e’ l’unico modo per farlo passare”. “Adesso c’e’ un passaggio, quello del federalismo fiscale – ha detto ancora Bossi – ma se non verra’ il federalismo bisogna ricordare che ci sono centinaia di migliaia di uomini pronti a battersi e a entrare in mischia per conquistare la liberta’”. Il Senatur ha toccato anche la questione della sicurezza. “Non vogliamo la guerra agli immigrati ma una via pacifica alle riforme. Pero’ non ci devono ingannare”, ha detto Bossi nel corso di un ragionamento sulla lotta all’immigrazione clandestina.

Tolleranza zero. Tema che Roberto Maroni ha poi sviluppato nel dettaglio. “La tolleranza zero – ha ricordato – e’ il nostro obiettivo e vi assicuro che lo raggiungeremo”, ha detto il ministro dell’Interno. “Ci accusano di essere diventato un paese razzista e xenofobo – ha proseguito – Sono palle di chi non vuole accettare il fatto che con noi al governo la musica e’ cambiata”. “Noi – ha sottolineato Maroni – non molleremo mai, non arretreremo di un millimetro sulla sicurezza e sul federalismo perche’ queste sono le nostre battaglie, una battaglia di civilta’ prima ancora che politica”. “Vinceremo la resistenza dei magistrati – ha messo ancora in guardia il ministro – che hanno gia’ detto che non applicheranno la legge sull’immigrazione clandestina. Cosi non va bene, i magistrati devono applicare la legge”.

Il nodo Lisbona. In apertura di raduno, Calderoli era tornato invece sul problema della ratifica del nuovo trattato Europeo. “Non c’e’ nessun caso Lisbona – ha affermato – Noi vogliamo solo che sia il popolo a decidere. Il referendum si fa in Irlanda, non vedo perche’ non si possa fare da noi. Il trattato toglie sovranita’ al popolo e allora su questo deve decidere il popolo. Questa e’ la democrazia”.

Il precedente Devolution. Passando poi dalle riforme comunitarie a quelle di casa, Calderoli ha chiarito che il federalismo fiscale sara’ incluso nella prossima legge finanziaria e quindi approvato entro dicembre 2008. Un percorso, ha precisato ricordando il precedente della Devolution, che non potra’ pero’ non tener conto della necessita’ del dialogo con l’opposizione perche’ “non succeda di nuovo che una riforma approvata dal Parlamento ci venga fregata dal referendum”.

L’elogio di Napolitano. Calderoli ha voluto anche ricordare il riferimento al federalismo fatto dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Un intervento apprezzato dal ministro leghista che si e’ lanciato in una metafora enologica. “Napolitano – ha spiegato – e’ come tutti i vini rossi: piu’ passano gli anni e piu’ migliorano, e lui rosso lo e’ stato veramente”.

Frenata sul Ponte. Tra i leader del Carroccio presenti a Pontida anche il sottosegretario alle Infrastrutture Roberto Castelli. “Il ponte sullo Stretto – ha avvisato – potra’ partire un minuto dopo l’avvio delle grandi infrastrutture del nord”. “Se i siciliani e i calabresi – ha aggiunto – hanno scelto di fare il ponte noi non diciamo nulla perche’ siamo federalisti. Deve essere, pero’, chiaro che le risorse per la realizzazione del ponte non devono essere sottratte alle infrastrutture del nord”.

(1 giugno 2008)

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