AFGHANISTAN: LA TRUFFA DEGLI AIUTI

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da peacereporter.it

Afghanistan – 27.3.2008
Afghanistan, la truffa della ricostruzione
Un rapporto svela la farsa degli aiuti internazionali

Un duro rapporto stilato dall[k]Oxfam per l[k]Acbar, l[k]agenzia internazionale che coordina un centinaio di Ong che operano in Afghanistan, denuncia la grande farsa degli aiuti internazionali destinati alla ricostruzione e all[k]assistenza umanitaria.

Il rapporto Soldi promessi e mai dati. Il primo problema evidenziato dal rapporto e’ la scarsita’ dei finanziamenti a cui si aggiunge la mancata erogazione di gran parte dei fondi promessi.
La comunita’ internazionale spende circa 4,5 milioni di euro al giorno in attivita’ umanitarie e di ricostruzione; per le operazioni militari i soli Stati Uniti spendono quotidianamente oltre 60 milioni di euro: una differenza che ben descrive quali siano le reali priorita’ della comunita’ internazionale.
Se questo gia’ si sapeva, risulta invece degno di nota il fatto che degli oltre 15 miliardi di euro promessi dai donatori (governi e istituzioni internazionali) dal 2001 a oggi, meno di 10 sono stati effettivamente spesi. I soli Stati Uniti, ad esempio, hanno dato solo la meta’ dei 6 miliardi di euro promessi negli ultimi anni. Gli altri Paesi, in media, hanno dato due terzi delle cifre impegnate.

Aiuti Soldi che tornano indietro. Ma la rivelazione piu’ scioccante del rapporto dell[k]Acbar, e’ che dei pochi finanziamenti internazionali effettivamente erogati per i progetti umanitari e di ricostruzione, quasi la meta’ torna nelle tasche dei Paesi donatori sotto forma di contratti d[k]appalto fatti ad aziende occidentali o di spese per gli stipendi, il vitto, l[k]alloggio, la sicurezza e la mobilita’ del personale espatriato.
Per esempio, quasi la meta’ dei finanziamenti della Cooperazione statunitense (UsAid) sono finiti in appalti a cinque multinazionali Usa (KBR-Halliburon, Louis Berger Group, Chemonics International, Bearing Point e Dyncorp).
Lo stipendio medio di un operatore umanitario occidentale che lavora in Afghanistan e’ di 20mila euro al mese. Per non parlare delle case con piscina e aria condizionata in cui vengono alloggiati, delle guardie armate che proteggono abitazioni e uffici (10 mila uomini solo a Kabul), dei rifornimenti di cibo occidentale spediti dalla madrepatria e delle flotte di lussuosi fuoristrada Toyota.

AiutiSoldi spesi malissimo. Tolto tutto questo, i soldi effettivamente spesi per gli afgani sono stati circa 9 miliardi di dollari.
Che pero’, spiega il rapporto, sono stati spesi nella peggior maniera possibile. I progetti, infatti, non sono stati decisi dalle Ong in base alle effettive esigenze della popolazione, ma sono stati gestiti dai Prt provinciali della Nato in base a logiche militari, vale a dire allo scopo di [k]conquistare le menti e i cuori[k] delle popolazioni che vivono nelle aree controllate dai talebani. Un sistema che spesso finisce con il diventare un aperto ricatto nei confronti delle comunita’ : [k]Se volete che vi costruiamo la scuola o il pozzo o la strada, dovete fornire informazioni sui talebani e non sostenerli piu'[k].
Una strategia che si e’ rivelata fallimentare sia sul piano militare (l[k]insurrezione talebana si e’ estesa di anno in anno) che su quello umanitario, dato che i progetti spesso vengono abbandonati per le scarse condizioni di sicurezza.

Enrico Piovesana

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