MUORE PORTUALE A GENOVA

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L’ANSA riporta nelle sue cronache la notizia “Un operaio del porto di Genova e’ morto questa notte intorno all’una e trenta dopo essere caduto da una nave su cui stava lavorando a Calata Sanita’, al terminal Sech dello scalo genovese. Secondo le prime informazioni sembra che l’uomo, un giovane operaio, sia precipitato mentre lavorava allo scarico dei container sulla nave effettuando un volo di quasi venti metri e schiantandosi sulla banchina sottostante”. Anche il padre di Fabrizio Canonero era morto sulle banchine del porto quando lui era bambino. Questa e’ la triste realta’ degli operai. I padroni lasciano ai loro figli i soldi realizzati con il sangue degli operai.Gli operai ereditano la morte. Oggi come ieri gli operai vanno al lavoro senza sapere se ritorneranno alle loro case. I sindacalisti alle volte sono costretti a proclamare lo sciopero. Ma su chi ricade la responsabilita’ di questi assassinii? Le condizioni di lavoro degli operai sono terribili. L’unica regola che vale e’ lavorare sempre piu’ velocemente per i padroni. Fanno ridere i dirigenti sindacali che prima svendono gli operai sui tavoli delle trattative e poi chiedono l’applicazione della legge 123. L’unica legge valida in fabbrica, nei porti, nei cantieri, nelle campagne e’ quella del padrone. Solo gli operai organizzandosi potranno spezzare le loro catene e porre fine al loro destino di morte violenta.

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