L’assemblea nazionale dei ciclofattorini

Caro Operai Contro, la rivolta dei braccianti Sikh nell’Agro Pontino; i ciclofattorini licenziati per aver scioperato, pur essendo situazioni fra loro molto diverse, fanno parte di quel frantumato mondo operaio sempre più in espansione, dove domina una conclamata schiavitù del lavoro salariato. Non si tratta di forme arretrate del moderno capitalismo, ma l’altra faccia della “modernità”, dell’industria 4.0, delle fabbriche automatizzate, dei processi computerizzati e interconnessi. In ogni settore o ramo di esso, i padroni investono dove e come più conviene loro: dove l’operaio si può sfruttare di più con nuovi macchinari, e dove invece si sfrutta di più […]
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Caro Operai Contro,

la rivolta dei braccianti Sikh nell’Agro Pontino; i ciclofattorini licenziati per aver scioperato, pur essendo situazioni fra loro molto diverse, fanno parte di quel frantumato mondo operaio sempre più in espansione, dove domina una conclamata schiavitù del lavoro salariato. Non si tratta di forme arretrate del moderno capitalismo, ma l’altra faccia della “modernità”, dell’industria 4.0, delle fabbriche automatizzate, dei processi computerizzati e interconnessi. In ogni settore o ramo di esso, i padroni investono dove e come più conviene loro: dove l’operaio si può sfruttare di più con nuovi macchinari, e dove invece si sfrutta di più senza investire nella nuova tecnologia. In ognuno di questi “nuovi lavori” o “nuovi” solo per l’alto tasso di sfruttamento, gli operai a fatica cercano di “conoscersi” nel senso di una ricerca di una qualche forma di – la parola è grossa-: organizzarsi. Andare loro incontro deve essere lo sforzo costante di ogni operaio cosciente che si è messo sulla strada del partito operaio.

Saluti Oxervator

 

Allego da La Rebubblica.it 15 Aprile 2018

la Prima assemblea nazionale dei portapizze a Bologna.

BOLOGNA La prima assemblea nazionale dei riders, i ‘ciclofattorini’  che lavorano per le piattaforme digitali di consegna del cibo a domicilio, ha richiamato a Bologna un centinaio di persone provenienti da tutta Italia.

Giovani soprattutto e tra loro, riuniti a Làbas in Vicolo Bolognetti, c’erano seduti anche due dei sei ‘fattorini’ che, dopo essere stati licenziati dalla multinazionale tedesca Foodora, hanno chiesto ai giudici del Tribunale del Lavoro di Torino il riconoscimento di lavoro subordinato. Ricorso respinto qualche giorno fa.

La loro storia, come quella di altri riders provenienti anche da Francia e Belgio, è stata raccontata ai partecipanti che si sono confrontati sul riconoscimento dei loro diritti e sull’organizzazione di una iniziativa di mobilitazione il primo maggio a Milano, Torino e Bologna.

Ed è proprio qui che la ‘Riders Union Bologna’, associazione che riunisce i lavoratori delle piattaforme digitali, ha firmato, insieme a Comune e sindacati, la prima ‘Carta dei diritti fondamentali del lavoro digitale nel contesto urbano’.

“Chiediamo di lavorare in sicurezza – ha spiegato Tommaso di Riders Union – con assicurazioni, indennità in caso di maltempo e una paga minima oraria. Se le piattaforme digitali non condivideranno la Carta vedremo: spingeremo perché diventi un protocollo con elementi sanzionatori verso chi non vuole firmarla. Oltre questo, ci mobiliteremo ancora”.

Mentre a Bologna si svolge la prima assemblea nazionale dei fattorini-riders, c’è un aggiornamento dal fronte milanese. “Venerdì pomeriggio abbiamo avuto un positivo confronto con le organizzazioni sindacali per stabilire un percorso comune. A ciò si uniscono i contatti già avviati con i colleghi del Comune di Bologna con cui condividiamo l’obiettivo della garanzia di condizioni di lavoro dignitose e di sicurezza per questi lavoratori”, ha reso noto l’assessore alle Politiche per il lavoro, Attività produttive e Commercio Cristina Tajani sul suo profilo Facebook .

“L’esito del percorso milanese – conclude l’Assessore Tajani- sarà la formulazione di un “decalogo” di impegni da presentare alle principali piattaforme, coerente con la “Carta” proposta dal Comune di Bologna ma misurato sulle specificità cittadine. Con alcune piattaforme il confronto è già partito nelle scorse settimane, sia sul fronte della sicurezza sia su quello del lavoro. In attesa che la politica nazionale si decida ad occuparsi finalmente di lavoro e vita reale, un’alleanza tra le città può essere di stimolo e di esempio”.

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