Ceme: il padrone tenta il colpo gobbo

Caro Operai Contro, il 9 giugno come avevi dato notizia, si è svolta la manifestazione degli operai della Ceme di Carugate alle prese con 97 licenziamenti. Il padrone pensando che gli operai avessero lasciato sguarnita la fabbrica per andare alla manifestazione, ha tentato il colpo gobbo di far entrare i camion per portar fuori più apparecchiature possibili, iniziando a smantellare la fabbrica di Carugate, che ha dichiarato via email agli operai di voler chiudere. Gli operai nonostante la manifestazione avevano mantenuto comunque un presidio, che è riuscito a sventare il piano del padrone. Gli operai della Ceme sono determinati […]
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Caro Operai Contro,

il 9 giugno come avevi dato notizia, si è svolta la manifestazione degli operai della Ceme di Carugate alle prese con 97 licenziamenti. Il padrone pensando che gli operai avessero lasciato sguarnita la fabbrica per andare alla manifestazione, ha tentato il colpo gobbo di far entrare i camion per portar fuori più apparecchiature possibili, iniziando a smantellare la fabbrica di Carugate, che ha dichiarato via email agli operai di voler chiudere. Gli operai nonostante la manifestazione avevano mantenuto comunque un presidio, che è riuscito a sventare il piano del padrone. Gli operai della Ceme sono determinati nel lottare per respingere i licenziamenti. Speriamo che il sindacato chiami alla lotta ed alla solidarietà le fabbriche della zona.

Saluti da Vimercate

 

Tratto da Il Giorno della Martesana

La Ceme di Carugate svuota lo stabilimento mentre i lavoratori sono in corteo

«I manager della Ceme sono riusciti a superare sé stessi quanto a barbarie, facendo arrivare un camion su cui caricare le apparecchiature. Ma dove pensano di essere, nel Far West? Credono davvero di poter trasformare un’azienda che funziona e, dove fino a pochi giorni fa si facevano gli straordinari, in un’area dismessa, senza discutere con sindacato, lavoratori e istituzioni?», tuonano Rosi Baioni (Fiom Cgil) e Andrea Ricci (Fim Cisl). Tutto falso per la società che dice «di aver solo proceduto a ripulire un’area adiacente al sito data in affitto e restituita l’8 giugno dal locatario». L’incidente racconta il clima di queste ore. Nonostante i sindacati già dall’inizio dello scorso anno, quando c’era stato il trasferimento dei dipendenti dallo stabilimento di Brugherio (ora chiuso) a Trivolzio nel Pavese, altra sede del gruppo, avessero percepito che qualcosa non andava, non si aspettavano di ricevere il benservito senza alcuna comunicazione preventiva. Invece, la direzione, nero su bianco via mail, ha fatto sapere che la chiusura di Carugate «è necessaria per riuscire a mantenere invariata la quota di mercato» del colosso che produce elettrovalvole. Una Spa che macina utile e che esporta l’85% dei propri prodotti. Per ora l’unica certezza è la data del primo appuntamento tra le parti, in agenda martedì 13 giugno al tavolo dell’Associazione Industriali di Monza. È qui che si affronterà la situazione del marchio che quattro giorni fa di punto in bianco ha deciso di azzerare l’unità produttiva cittadina.

 

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