INNSE: Lo scontro con il padrone Camozzi è totale.

Ha aperto un nuovo anno di CIGS per riorganizzazione, dopo quello per risanamento dell’anno scorso. Su nessuna delle due richieste ha un accordo sindacale. Fra una CIGS e l’altra, in pochi giorni ha licenziato quattro dipendenti. Tre sono operai militanti sindacali scomodi. Gestisce la CIGS come il caporalato, alla prima cadenza è stata la guardia, in portineria, a rimandare a casa chi non era stato avvisato di essere sospeso dal lavoro. Ha tolto la mensa azzerando un diritto acquisito da 40 anni. Racconta a interessati creduloni che vuol rimettere in moto la INNSE, ha portato un solo pezzo da […]
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Ha aperto un nuovo anno di CIGS per riorganizzazione, dopo quello per risanamento dell’anno scorso. Su nessuna delle due richieste ha un accordo sindacale. Fra una CIGS e l’altra, in pochi giorni ha licenziato quattro dipendenti. Tre sono operai militanti sindacali scomodi. Gestisce la CIGS come il caporalato, alla prima cadenza è stata la guardia, in portineria, a rimandare a casa chi non era stato avvisato di essere sospeso dal lavoro. Ha tolto la mensa azzerando un diritto acquisito da 40 anni. Racconta a interessati creduloni che vuol rimettere in moto la INNSE, ha portato un solo pezzo da lavorare dopo 15 mesi di fermo e comandati al lavoro un operaio e un programmatore. Racconta di imminenti assunzioni da un anno, ma condanna a casa, a 900 euro al mese, 20 operai su 26. La famosa nuova macchina per la lavorazione dell’alluminio, di cui si parla da due anni, che impiegherà due o tre unità, non si è ancora vista e non vale certo le sette dentatrici strappate che potevano impiegare fino a 14 lavoratori.

Gli operai e i delegati sindacali della INNSE hanno capito ormai che quello che succede in via Rubattino è un braccio di ferro fra un padrone che ha fatto carta straccia degli impegni del 2009, che crede di poter calpestare ogni diritto, che crede, con tribunali e denunce, di poter spaventare i suoi dipendenti e ridurli al silenzio.

Non ci conosce, non conosce il valore della solidarietà fra i lavoratori, non tiene conto che fra i giudici del tribunale del lavoro qualcuno possa dare ragione ai dipendenti, che è anche possibile che qualcuno nelle istituzioni voglia veder chiaro sull’operato di questo imprenditore e chieda conto del terreno pubblico che ha avuto in regalo per sviluppare la INNSE.

La presenza, tutti i giorni ai cancelli degli operai della INNSE, dei sostenitori, l’organizzazione di un presidio permanente nei prossimi mesi, il raggiungimento dell’obiettivo di raccogliere 10.000 euro ad Aprile per le battaglie legali, sono una prova lampante del valore sociale che ha assunto il braccio di ferro in via Rubattino.

Il fronte legale è ancora tutto aperto e richiede ancora uno sforzo economico importante. Camozzi ha una forza economica imponente, può intraprendere qualunque azione legale fondata o no, può affrontare qualunque spesa per spingere i suoi avvocati contro i suoi stessi dipendenti. Per gli operai, messi in CIGS per il secondo anno a meno di mille euro al mese, sostenere le spese per la difesa legale è un grosso problema e il Camozzi lo sa e spinge in questa direzione.

Qui una sola cosa può venirci in aiuto: la solidarietà di altri operai, dei lavoratori, di tutti coloro che mal sopportano la prepotenza degli “imprenditori”.

Il prossimo obiettivo è raccogliere altri 10.000 euro entro Agosto per affrontare le nuove cause sui licenziamenti discriminatori, i nuovi 19 provvedimenti disciplinari ed infine le denunce penali.
Anche un solo euro ci è necessario, anche un solo euro fa numero e il numero è la forza degli operai.Per questa sottoscrizione c’è il sito giulemanidallainnse.it

La rsu e gli operai della INNSE

 

Dal sito: http://www.giulemanidallainnse.it

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