ETERNIT: LA GIUSTIZIA DEI PADRONI

Redazione di Operai Contro, il processo Eternit di Torino è la prova che la magistratura italiana è al servizio dei padroni. Dopo le fantasie del pretore Guariniello e le grida di giubilo dei gruppetti piccolo borghesi è venuta la realtà. La sentenza della Cassazione con cui si dichiarava prescritto il reato di disastro ambientale nel primo processo “Eternit”. Ci avevano detto vederete che nel secondo processo gli operai assassinati con l’Eternit avranno giustizia. Invece gli operai non avranno nessuna giustizia dalla magistratura dei padroni. Il processo è stato diviso in quattro parti con la prescrizione del reato a portata […]
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Redazione di Operai Contro,

il processo Eternit di Torino è la prova che la magistratura italiana è al servizio dei padroni. Dopo le fantasie del pretore Guariniello e le grida di giubilo dei gruppetti piccolo borghesi è venuta la realtà. La sentenza della Cassazione con cui si dichiarava prescritto il reato di disastro ambientale nel primo processo “Eternit”. Ci avevano detto vederete che nel secondo processo gli operai assassinati con l’Eternit avranno giustizia. Invece gli operai non avranno nessuna giustizia dalla magistratura dei padroni. Il processo è stato diviso in quattro parti con la prescrizione del reato a portata di mano dei padroni.  È l’esito della decisione presa dal gup del tribunale di Torino, Federica Bompieri, nel processo “Eternit bis”. Il giudice ha sì rinviato a giudizio l’ex proprietario della multinazionale Stephan Schmidheiny, ma ha cambiato l’accusa: da omicidio volontario a omicidio colposo plurimo aggravato per le morti di tanti ex operai e dei loro familiari provocate dall’inalazione di fibre di amianto. Per questa ragione ha dichiarato prescritti tre casi sui 258 confluiti in questo fascicolo. Una decisione accolta con soddisfazione dalla difesa dell’imputato: “Una grossa vittoria” dice l’avvocato sel padrone Astolfo Di Amato. Il magistrato ha deciso di dividere i singoli casi tra i tribunali competenti territorialmente: “La maggior parte andrà a Vercelli, che è competente per l’area di Casale Monferrato, a Reggio Emilia per due casi di Rubiera e alcuni casi di Bagnoli a Napoli”, spiega Bruno Pesce, vicepresidente dell’Associazione familiari e vittime dell’amianto (Afeva) di Casale Monferrato, città in cui l’Eternit aveva il suo maggior stabilimento italiano. “Tre procure dovranno rimettersi al lavoro e richiedere al giudice competente l’eventuale rinvio a giudizio e il reato potrà essere riformulato di nuovo”, continua. Per l’esattezza 243 casi a Vercelli, otto a Napoli, due a Reggio Emilia e due resteranno a Torino, dove a giugno comincerà il processo. “Si ricomincia da ancora capo: vuol dire andare avanti negli anni con il rischio della prescrizione, anche se la nuova contestazione ci lascia un certo margine”, constata Pesce dopo questa decisione che riaccende la delusione della sentenza della Cassazione con cui si dichiarava prescritto il reato di disastro ambientale nel primo processo “Eternit”.  Ogni settimana a Casale c’è un operaio vittima di mesotelioma . E la vittima è oggi, non era ieri, nonostante il disastro sia prescritto”. C’è “amarezza, profonda amarezza”, commenta a caldo Giuliana Busto, presidente di Afeva. “Non avevamo illusioni – continua Pesce -. Sappiamo come gira il mondo, ma una mezza speranza l’avevamo perché dal processo precedente erano emersi documenti e testimonianze sul dolo”. Secondo il vicepresidente in Italia c’è un grosso lavoro da fare per “comprendere che la criminalità di impresa, anche quando provoca migliaia e migliaia di morti, non è ancora digerita dal nostro sistema e dalla nostra cultura”. Poi c’è sempre quel nodo della prescrizione che “continuerà a impedire la giustizia per chissà quante altre persone. La prescrizione tutela soltanto chi è accusato di un reato, e non chi lo ha subito.  Secondo Bonetto il fatto che a 15 anni dall’avvio di questa maxi-inchiesta, che ha portato a due grandi processi, non ci sia ancora un responsabile, “è un fallimento della giustizia”.

Schmidheiny il padrone degli stabilimenti Eternit probabilmente ricveverà una medaglia dallo stato italiano per il gran numero di operai assassinati.

Basta, ribelliamoci a questa magistratura al servizio dei padroni. Basta ribelliamoci allo stato dei padroni. Basta con la dittatura dei padroni

Un ex operaio di Casale

 

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