DA DOVE VIENE FUORI QUESTO VIRUS, QUANDO LA NATURA SI RIBELLA

L’origine del virus COV–19 tra false notizie e mistificazioni.
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L’origine del virus COV–19 tra false notizie e mistificazioni.


La così detta fase due è iniziata, dopo due mesi di isolamento, si ha voglia di “ normalità”, di ritornare alla vita di prima lasciando tutto alle spalle, come se niente fosse successo. Soprattutto i padroni vogliono tornare a godere a piene mani dei profitti, incuranti della montagna di cadaveri lasciati sul campo, anche per colpa della Confindustria del Nord Italia che ha ostacolato la chiusura delle attività non essenziali, pur di non rinunciare al profitto. In questi due mesi nei mezzi di comunicazione di massa i virus sono stati “serviti” a colazione, pranzo e cena, tutti sono si sono scoperti virologi ed epidemiologi. Le informazioni più importanti, però, non sono state diffuse e su molti aspetti c’è stata una totale, e voluta mistificazione. Soprattutto sull’origine del cov-19 la confusione regna sovrana, tanto da rasentare il misticismo e la superstizione, quando Salvini recita il rosario per aggraziarsi il Padreterno! Eppure conoscere la vera origine del virus è di fondamentale importanza per attuare una seria lotta e prevenzione della pandemia attuale e future.
In realtà la scienza non è neutrale, nel nostro sistema socioeconomico è al servizio del capitale e non ai bisogni reali del popolo. La scienza e la tecnica asservite al capitale sono impegnate soprattutto a generare nuovi bisogni per produrre nuove merci, per incrementare i profitti. La scienza asservita al capitale evita ricerche che possono mettere in discussione i processi produttivi, così come si evita di andare alla radice dei problemi, propone solo di riparare i danni, per generare nuovi profitti. Tutto ciò, abbinato alla regressione delle conoscenze scientifiche di base, soprattutto dell’ecologia, nelle scuole e nella popolazione, permette di servire le mistificazioni su un piatto di argento.

EPIDEMIE E DEGRADAZIONE DEL TERRITORIO.
Dall’inizio della pandemia gli organi di informazione sono state impegnate a versare fiumi di parole sulla presunta origine del COV–19, si è detto tutto è il contrario di tutto, alla fine la gente si è fatta la convinzione che questo virus sia sbucato, chi sa come e perché, dal nulla. Innanzitutto bisogna precisare che le epidemie in natura non sono affatto eventi frequenti: in un ecosistema in equilibrio le malattie servono ad eliminare gli individui più deboli e inadatti, ma le popolazioni delle varie specie rimangono costanti. Le epidemie compaiono solo quando, per qualche ragione, una specie prevale e rompe gli equilibri. L’uomo ha subìto molti episodi epidemici proprio perché, spesso, ha troppo modificato l’ambiente naturale. I vari episodi di peste, per esempio, sono avvenuti in periodi di forte deforestazione e urbanizzazione selvaggia. I popoli che vivevano in armonia con la natura, come i nativi americani, non hanno conosciuto episodi epidemici, sino a quando non sono venuti a contatto con gli europei e allora sono stati decimati dal vaiolo. Si può approfondire il fatto che le epidemie del passato remoto erano prodotte però da problemi endemici. Solo nei tempi moderni si è assistito alla comparsa di nuovi patogeni, virus in primo luogo, portatori di malattie completamente nuove. Questo è assolutamente insolito ed avviene quando vi è una forte degradazione degli ambienti naturali.
Qual è l’attività umana che maggiormente degrada il territorio e gli ambienti naturali? Ebbene, se si considera la distruzione degli ecosistemi naturali e la manipolazione di esseri viventi sono gli allevamenti degli animali, soprattutto quelli senza terra, l’attività umana più devastante. Cresciuti a dismisura negli ultimi decenni, parallelamente all’affermazione della globalizzazione, essi sono responsabili, tra l’altro, del 18% di emissione dei gas serra. Diamo dei numeri per capirci: nel modo oggi sono allevati 70 MILIARDI DI ANIMALI ALL’ANNO, due terzi dei quali cresciuti in allevamenti intensivi senza terra. Gli animali di grossa taglia allevati, soprattutto suini, sono 24 MILIARDI, più di tre volte la popolazione umana! Questi animali non si nutrono di aria ma di soia e mais transgenici coltivati distruggendo foreste e ambienti naturali nei paesi emergenti delle Americhe, dell’Asia e dell’Africa. Terre strappate all’alimentazione umana diretta. Il 70% delle terre coltivabili sono destinate all’alimentazione del bestiame, con alimenti che potrebbero essere destinati all’alimentazione umana! Non solo, per non far ammalare questi animali ammassati si consumano il 70 % degli antibiotici, con il rischio di selezionare batteri resistenti agli antibiotici. Tutto questo è possibile in quanto, poche multinazionali, dispongono del Pianeta Terra a proprio piacimento, in barba alle esigenze dei popoli nativi. Allora è un caso se tutte le nuove malattie si sono sviluppate in Cina, in Africa e nei Paesi emergenti? In particolare, nella Cina che ha abbracciato il capitalismo, si è avuto un sviluppo degli allevamenti intensivi spaventoso, con mega fattorie di milioni di capi su più piani, che sommati a quelli operanti nei paesi cosidetti sviluppati, dall’Italia agli Stati Uniti, sono delle vere bombe biologiche.

L’ORIGINE DEL COV-19
Veniamo al nocciolo della questione, l’aspetto più controverso di questa vicenda, oggetto di contenzioso strumentale tra gli USA e Cina. Innanzitutto devo precisare che non voglio elargire certezze, che non ci sono, ma sollevare dubbi, sulla base di dati di fatto.
Il primo aspetto da considerare è la genesi del COV–19, che sembra quasi sbucato dal nulla. E qui si consuma la prima mistificazione: gli esseri viventi, o para viventi come i virus, possono generarsi solo da altri esseri viventi preesistenti, è una legge fondamentale della biologia. Qual è stato allora il virus che ha originato il cov–19? Mistero assoluto. Eppure sarebbe di fondamentale importanza conoscere tutta l’evoluzione di una nuova malattia. Un virus impiega anni, o decenni, prima di evolversi e diventare uno nuovo. Be’, se io fossi un virus approfitterei alla grande di popolazioni di centinaia di migliaia di animali tutti geneticamente omogenei per moltiplicarmi a dismisura e diversificarmi per attaccare la specie vivente più presente nel Pianeta, l’uomo. È un caso se i nuovi virus si sono generati dove sono più presentigli allevamenti? Si sono fatte delle indagini sulla presenza del cov-19 negli allevamenti? Fanno impressione le condizioni in cui vengono allevati polli e maiali nella stessa Lombardia. Domande retoriche, se anche si scoprisse un nesso tra il nuovo coronavirus e gli allevamenti intensivi, chi si metterebbe contro le lobby dei produttori di carne? C’è un aspetto, però, che fa riflettere, perché l’OMS aveva emanato delle direttive agli stati per attrezzarsi per una futura pandemia, non è che si conoscevano i meccanismi che potevano generare una nuova pandemia e sono stati sottaciuti, per non intaccare i soliti interessi? Chiaramente non ci sono risposte, nell’epoca della (dis)informazione globale.
In realtà il vero virus da cui ci dovremmo liberare è il capitalismo, in tutte le sue declinazioni.
PIETRO DEMARCO

P.S. Invito i lettori a leggere gli articoli che posto in calce.
https://www.internazionale.it/notizie/laura-spinney/2020/04/08/allevamenti-intensivi-coronavirus
http://www.seiinvalle.ch/il-paesaggio/403-paesaggio-da-virus-1?fbclid=IwAR2JtHZRyxzQslwZIb-jRObWwZA4


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