MARIO MORETTI A.D.DELLE FS

Condividi:

proteste e volantini, lui filava come una vaporiera verso i vertici aziendali, guadagnando dieci, venti, trenta volte piu’ di loro. A un certo punto, la situazione si fece pesante e la Confederazione chiese all’allora amministratore delegato, Lorenzo Necci, di tenersi Moretti in esclusiva. Necci lo prese e lo valorizzo’. Uscito dal sindacato, Mauro – che sa il fatto suo – divenne amministratore delegato della Rete Ferroviaria Italiana, la branca piu’ danarosa delle Fs. Da Rfi passavano – e passano – tutti i contratti dell’Alta velocita’, il maggiore investimento pubblico degli ultimi vent’anni. La Tav pero’ e’ anche l’ennesima anomalia italiana. I binari, infatti, costano da noi da 10 a 16 volte piu’ che in Spagna, Francia, ecc. Lo sproposito si spiega in parte con la posa delle rotaie che in un Paese montagnoso come il nostro e’ particolarmente onerosa. In parte, invece, non si spiega per niente. Ma cosi e’. Moretti poi, di sua iniziativa, ha trasformato le Ferrovie nel quarto gestore telefonico piu’ importante d’Italia. Le Fs hanno infatti una mastodontica rete di comunicazioni a uso interno. Un falansterio che, incomprensibile ai piu’, viene pero’ giustificato con ragioni di sicurezza. Mauro, insomma, pensa in grande e ha fama di generoso spenditore di denaro ferroviario. Necci, come si sa, cadde in disgrazia nel ’96. Subi anche il carcere per presunti reati, risultati poi inesistenti. Il suo protetto resto’ invece in sella fino a raggiungere la recente promozione alla testa della holding. Mauro e’ tuttora un estimatore di Lorenzo, ma con prudenza. Giorni fa si e’ affacciato alla pubblica presentazione della Fondazione Necci, voluta dalla figlia Alessandra, a un anno della morte del padre. Ha anche detto qualche parola di compianto, ma si e’ guardato bene dall’impegnare l’Azienda nelle onoranze allo sfortunato ex amministratore delegato. Le Ferrovie sono invece in debito con Necci che, pur innocente, non ha avuto ne’ buonuscita, ne’ regolare trattamento di quiescenza. La vedova prende infatti mille euro mensili di pensione di reversibilita’. Per capire quanto e’ irrisoria rispetto al grado che fu del marito, basti pensare che Moretti ha uno stipendio di oltre 800mila euro l’anno. Ma Mauro, nonostante debba molto al suo ex capo, non muove un dito. Da mesi, fa orecchio da mercante alle richieste della famiglia Necci di portare la pensione vedovile a livelli decenti. Della serie, meglio perderlo che trovarlo. Questo core ingrato di 53 anni e’ un tipo tonico e iperattivo. Oltre a guidare le Fs, e’ sindaco di Mompeo, paesotto del Reatino. e’ stato eletto con una lista civica, ovviamente di sinistra, poiche’ come dice sempre: [k]Il mio cuore e’ li che batte[k]. Per sopramercato e’ anche vicepresidente dell’Associazione romana degli industriali, presieduta da Luigi Abete, quello della Bnl. Nel comando, Moretti e’ ruvido e sprezzante. Ascolta distratto e interrompe bruscamente i collaboratori: [k]Basta! So io come decidere[k]. e’ facile all’ira, che si preannuncia con la comparsa negli occhi di venuzze rosse e palpitanti. Alcuni lo ammirano, i piu’ lo temono, nessuno lo ama. Mauro se ne compiace con l’orgoglio antipatico dell’uomo che si e’ fatto da se’. Spesso e’ lui a provocare. Se nota un dirigente con un orologio di lusso o un bella macchina, sfotte: [k]Si vede che guadagni molto[k], oppure [k]Si vede che sei ricco di famiglia[k]. Non pensiate pero’ che il criticone si tratti male. Ha una stanza di 250 mq, pari a due piscine olimpioniche, autoblu’, un po’ po’ di stipendio. Si bea nel licenziare. Ha gia’ liquidato – profumatamente e con soldi pubblici – una trentina di dirigenti ereditati dal centrodestra, in applicazione del piu’ puro spoil system. Ha rinnovato tutto il Cda, tingendolo di rosso. Ha graziato solo Clemente Carta, dell’Udc, in vista di futuri accordi col partito di Casini. Impera come ras Menelik, non delega, decide tutto. Si fida solo di tre, piazzati da lui: Michele Elia, ad di Rfi; Nicola Mandarino, capo delle strategie; Rossi di Ferservizi. Come ogni anno, Moretti ha organizzato in maggio nella natia Rimini la Convention di due giorni per 600 dirigenti ferroviari. Una costosa bisbocciata in cui si alternano frizzi e discorsi. Il presidente Fs, Innocenzo Cipolletta, si e’ esibito nel [k]Ragazzo della via Gluck[k], Moretti ha interpretato Lucio Battisti, i 600 hanno intonato insieme, [k]Volare[k]. Al commiato, Mauro ha avvertito amabile: [k]Chi non condivide la mia linea, passi allo “sportello Vergara”[k], l’ufficio licenziamenti Fs. Chiusa perfetta per un padrone delle ferriere tesserato Cgil. ]]>

Condividi:

Comments Closed

Comments are closed. You will not be able to post a comment in this post.