Lombardia: il primato degli operai morti sul lavoro

Caro Operai Contro, la Lombardia ha il primato dei morti sul lavoro: 27 operai uccisi per il profitto dal 1° gennaio 2018 ad oggi, così suddivisi: Milano (8), Bergamo (2), Brescia (3), Como (1), Cremona (2), Lecco (), Lodi (1), Mantova (5), Monza Brianza (2), Pavia (1), Sondrio (2), Varese (), (esclusi i morti in itinere). Questi sono i dati forniti dall’Osservatorio indipendente di Bologna, mentre per l’Inail nello stesso periodo i morti sul lavoro in Lombardia sarebbero stati 18, comunque un incremento del 50% rispetto ai 12 dello stesso periodo del 2017, (esclusi i morti in itinere). I […]
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Caro Operai Contro,

la Lombardia ha il primato dei morti sul lavoro: 27 operai uccisi per il profitto dal 1° gennaio 2018 ad oggi, così suddivisi: Milano (8), Bergamo (2), Brescia (3), Como (1), Cremona (2), Lecco (), Lodi (1), Mantova (5), Monza Brianza (2), Pavia (1), Sondrio (2), Varese (), (esclusi i morti in itinere). Questi sono i dati forniti dall’Osservatorio indipendente di Bologna, mentre per l’Inail nello stesso periodo i morti sul lavoro in Lombardia sarebbero stati 18, comunque un incremento del 50% rispetto ai 12 dello stesso periodo del 2017, (esclusi i morti in itinere).

I padroni responsabili delle morti sul lavoro, più giusto chiamarli assassini per il profitto, sono tutti a piede libero. Con le nuove leggi e norme che regolano i rapporti di lavoro, l’operaio usa e getta è sotto ricatto del padrone costretto a lavorare in condizioni pericolose, o senza prevenzione.

“Cgil, Cisl e Uil in Lombardia chiedono un Tavolo regionale per migliorare la sicurezza nelle aziende”. Di tavolo in tavolo gli operai morti sul lavoro sono sempre più numerosi. Il sindacalismo dei tavoli ha fatto il suo tempo, spetta agli operai impegnarsi personalmente ma collettivamente per un sindacalismo operaio.

Saluti da Legnano

 

Allego un articolo da La Prealpina

LA PIAGA

Allarme morti bianche: 18 da inizio anno.

Cgil, Cisl e Uil chiedono un Tavolo regionale per migliorare la sicurezza nelle aziende.

Escalation senza fine per gli incidenti mortali sul lavoro in Lombardia. Da inizio anno sono già 18. Diciotto morti in soli quattro mesi. È il triste bilancio degli infortuni sul lavoro targati 2018, accaduti nelle imprese lombarde.

Una vera e propria escalation, che preoccupa Cgil, Cisl e Uil ma anche le istituzioni. È emerso chiaramente nei giorni scorsi a Milano, con la riunione del comitato di coordinamento/cabina di regia sugli infortuni sul lavoro, alla presenza del presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana e dell’assessore al Welfare Giulio Gallera.

«Teniamo presente un elemento importante – hanno sostenuto Elena Lattuada, (segretaria Cgil Lombardia), Ugo Duci, (Segretario Cisl Lombardia) e Danilo Margaritella (Segretario Uil) – L’anno scorso come oggi gli incidenti mortali erano 12. Tra l’altro, al dato attuale si dovranno aggiungere gli incidenti mortali in itinere registrati dall’Inail, che richiedono più tempo per la verifica. È evidente che nei prossimi mesi la situazione andrà peggiorando e che occorre un intervento straordinario».

I sindacati, uniti, chiedono un tavolo regionale di confronto con Regione e imprese per definire punti di intesa, «a partire dalla definizione di progetti di prevenzione e da una maggior presenza dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza in tutte le realtà produttive».

Poi la denuncia: i controlli realizzati nelle aziende sono insufficienti.

«Le imprese controllate in Lombardia in un anno sono state 29mila – spiega Ugo Duci della Uil – su oltre 560mila. C’è l’esigenza di uno scatto in più, con l’impegno di tutti, per coordinare meglio il complesso delle responsabilità e le attività dei soggetti che operano per garantire la prevenzione e il controllo».

La risposta dalla Regione non si è fatta attendere. «Quest’anno Regione Lombardia incrementerà ulteriormente il numero di controlli preventivi nelle aziende – ha spiegato il presidente Fontana – grazie a una serie di risorse che sono già state messe a disposizione. L’obiettivo è chiaro e preciso: si deve fare tutto il possibile per evitare che avvengano tragedie per il mancato rispetto delle norme di sicurezza».

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