Dai cancelli della INNSE di Milano ai cancelli della Hitachi di Napoli

Cari compagni operai della Hitachi, la vostra lotta di resistenza alla vigliaccheria dei padroni e dei manager loro servi, che vi hanno espulso dalla fabbrica, ha il nostro pieno e solidale appoggio. Conosciamo bene la bassezza e la cattiveria del padrone che per garantirsi maggiori profitti non ha nessuna esitazione a tagliare e licenziare operai e lavoratori lasciandoli letteralmente sulla strada assieme alle loro famiglie. Questa bassezza la conosciamo bene noi operai della INNSE perchè la stiamo ancora subendo. I padroni cambiano ma il loro metodo rimane lo stesso. Anche noi siamo stati licenziati come voi quattro, il padrone […]
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Cari compagni operai della Hitachi, la vostra lotta di resistenza alla vigliaccheria dei padroni e dei manager loro servi, che vi hanno espulso dalla fabbrica, ha il nostro pieno e solidale appoggio.

Conosciamo bene la bassezza e la cattiveria del padrone che per garantirsi maggiori profitti non ha nessuna esitazione a tagliare e licenziare operai e lavoratori lasciandoli letteralmente sulla strada assieme alle loro famiglie.

Questa bassezza la conosciamo bene noi operai della INNSE perchè la stiamo ancora subendo. I padroni cambiano ma il loro metodo rimane lo stesso.

Anche noi siamo stati licenziati come voi quattro, il padrone al pari del vostro ha deciso di eliminare con tutti i mezzi chi si oppone al regime terroristico che vuole imporre nelle fabbriche.

Un regime di terrore che i padroni utilizzano con tutti i mezzi a loro disposizione per eliminare ogni forma di resistenza operaia; lettere di contestazione, provvedimenti disciplinari, licenziamenti, denunce penali e trasferimenti in altri posti di lavoro distanti centinaia di chilometri.

Questi sono gli strumenti “democratici” che il padrone utilizza per far piazza pulita di chi non si disciplina al suo regime di fabbrica.

Questo lo può fare grazie alla complicità e con la collaborazione di sindacati asserviti, di sindacalisti borghesi che combattono la resistenza operaia per paura di perdere la propria poltroncina.

Questi sostenitori del meglio poco che niente non hanno nessuna remora a firmare accordi capestro che espellono dalle fabbrica migliaia di operai salvando i profitti del padrone.

La cosa che fa più paura al padrone, ai suoi servi e al sindacato collaborazionista è l’insorgenza di un sindacalismo operaio, un sindacalismo indipendente degli operai che unifichi la comunità operaia di fabbrica e che combatta per unificare le lotte tenendo testa al padrone ai suoi sgherri e ad un sindacato borghese e parolaio.

Questa vostra protesta contro i licenziamenti non può che vederci al vostro fianco, siamo consapevoli che la vostra lotta è un contributo reale e importante per tutti gli operai, la lotta di resistenza ai vostri e nostri licenziamenti può essere un importante punto di partenza per dare vita al partito operaio.

Partendo da queste forme di resistenza possiamo costruire l’unica forza capace di abbattere il sistema putrefatto e corrotto dei padroni; il partito operaio, unico partito in grado di difendere i reali interessi degli operai.

Senza questo nostro partito saremo solo operai che tentano lotte di resistenza importanti ma che non riusciranno a sconfiggere i padroni ed i loro servi.

Un abbraccio resistente da tutti noi, operai licenziati e cassaintegrati, in presidio permanente davanti ai cancelli della INNSE.

I licenziati e gli operai della INNSE di Milano

Milano 9 luglio 2017

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