CRONACHE DA POMIGLIANO: L’INCONTRO DI OGGI UN FLOP ANNUNCIATO

Redazione di Operai contro, Dopo lo sciopero dei 320, i sindacati si sono subito affrettati a chiedere un incontro all’azienda. La cosa è servita per disinnescare, almeno per ora, la lotta intrapresa dagli operai costretti alla trasferta a Cassino. Sono passati 21 giorni e il 16 di giugno l’incontro si è tenuto. I sindacalisti, insieme alla richiesta dell’onnipresente “piano industriale” e a quella di proroga degli “ammortizzatori sociali”, hanno posto la questione sollevata dallo sciopero dei trasfertisti di Cassino, anche se da nessun comunicato ufficiale si evince che abbiano presentato esattamente le richieste dei 320 di Cassino: data certa […]
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Redazione di Operai contro,

Dopo lo sciopero dei 320, i sindacati si sono subito affrettati a chiedere un incontro all’azienda. La cosa è servita per disinnescare, almeno per ora, la lotta intrapresa dagli operai costretti alla trasferta a Cassino. Sono passati 21 giorni e il 16 di giugno l’incontro si è tenuto.

I sindacalisti, insieme alla richiesta dell’onnipresente “piano industriale” e a quella di proroga degli “ammortizzatori sociali”, hanno posto la questione sollevata dallo sciopero dei trasfertisti di Cassino, anche se da nessun comunicato ufficiale si evince che abbiano presentato esattamente le richieste dei 320 di Cassino: data certa sul rientro e più soldi in busta paga.

La FIAT ha discusso con i sindacati su due tavoli separati. Forse la FIOM sperava in qualcosa in più, ma la FIAT ha incontrato nello stesso momento ad un tavolo i sindacati apertamente filo aziendali, e su un altro tavolo, la sola FIOM.

Le risposte della FIAT, come ci si aspettava, sono state tanto fumo e niente altro.

Sul piano industriale ha detto che se ne riparlerà a settembre, ufficializzando l’ennesimo rinvio.

La proroga sugli ammortizzatori sociali non solo è stata richiesta per il prossimo anno ma sicuramente verrà richiesta anche per quello successivo, il che non dice nulla di buono sul futuro. D’altra parte, con la “riforma” degli ammortizzatori sociali, i contratti di solidarietà somigliano sempre di più alla cassa integrazione. Quindi 900 euro o poco più al mese in busta paga.

Alle richieste di quelli di Cassino, la FIAT ha dato una mezza risposta solo sulla fine della trasferta, dicendo che entro dicembre sarà data libertà di scelta se continuare la trasferta o rientrare a Pomigliano. Risposta ambigua perché tra gli operai che vanno a Cassino già circola la voce, evidentemente fatta passare ad arte, che chi non vorrà continuare ad andare in trasferta quasi sicuramente sarà incollocabile a Pomigliano. Cosa fra l’altro ampiamente prevedibile ed ovvia, vista la annunciata proroga dei contratti di solidarietà. Si arriva addirittura ad ipotizzare la chiusura del sabato, facendo scattare in quel giorno per tutti i contratti di solidarietà. In questo caso il sabato libero, una delle principali richieste operaie a Pomigliano, verrebbe pagato dagli operai stessi, venendo incontro all’azienda per i previsti cali di produzione. Per quanto riguarda i soldi della trasferta zero assoluto.

La mancanza totale di risposte denota due cose: da una parte l’azienda è ancora convinta di tenere la situazione sotto controllo fidando nell’aiuto dei suoi sindacalisti, e di una opposizione morbida della stessa FIOM. Dall’altra la crisi sta completamente scombussolando i piani del gruppo FIAT che credeva di aver fatto il colpo grosso rilevando la rete di vendite della Chrysler in America.

Le vendite vanno a rilento. La produzione comincia a perdere colpi. Cassino che era la punta di diamante del rilancio FIAT non decolla. Avvisaglie di crisi vengono anche da Melfi. In questa situazione gli azionisti cercano di prendere il più possibile. Tengono più di metà degli addetti fuori dagli stabilimenti e l’altra metà la fanno lavorare con ritmi infernali che ormai riescono a tollerare solo operai giovani e ancora non completamente spremuti.

La situazione a Pomigliano però, non è per niente pacificata. Le risposte di oggi scontentano gli operai in trasferta a Cassino, ma anche quelli che rimangono a Pomigliano: quelli che sono ancora fuori ormai da anni e quelli che invece da anni lavorano a ritmi sempre più elevati e con pause sempre più ridotte.

Il malcontento è palpabile ormai da settimane.

Oggi fuori ai cancelli il gruppo di Mignano ha organizzato un presidio a partire dalle 11.30, a cui eravamo presenti.

Il nervosismo dell’azienda era misurabile dalla massiccia presenza di poliziotti e guardiani.

Negli interventi di Mimmo e di Marco è stato sottolineato che l’azienda non ha concesso niente oggi. Si è detto che la linea dei sindacati che inseguono l’azienda su fantomatici piani industriali e non organizzano la lotta degli operai, è completamente perdente. Gli operai si devono organizzare sui propri interessi.

Sono stati ripresi i punti alla base della mobilitazione di questi mesi:

Data certa di rientro e più soldi per gli operai in trasferta a Cassino.

Riduzione dei ritmi. Aumento delle pause. Sabato libero dal lavoro per quelli che lavorano a Pomigliano e salario pieno per tutti gli operai di Pomigliano.

“Gli operai devono organizzarsi in proprio e sui loro interessi. Solo se cominceranno a fare pressione sulla FIAT l’azienda sarà costretta a dare risposte. Noi non dobbiamo insegnare ai padroni come fare i padroni suggerendo le politiche aziendali. Gli operai devono organizzarsi e mobilitarsi sui loro interessi .”

Sezione AsLO – Operai Contro di Napoli

 

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