Milano: cronache di ordinario razzismo Retate, manfrine, pesci in barile e collusi per la gestione della forza lavoro a buon mercato

Come è noto, il 2 maggio, nel piazzale antistante la Stazione Centrale di Milano (largo duca d’Aosta), si è svolta una retata in grande stile, con largo spiegamento di sbirraglia, impiego di elicotteri e polizia a cavallo (che i milanesi non vedevano da decenni). Una retata che evocava i tempi lugubri della Repubblica di Salò, con i nazifascisti a caccia di braccia proletarie da sfruttare … e poi eliminare. Il piazzale della Stazione è un punto di aggregazione per le migliaia di profughi che, dal Sud del mondo, affluiscono a Milano in cerca di scampo. La loro presenza disturba […]
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Come è noto, il 2 maggio, nel piazzale antistante la Stazione Centrale di Milano (largo duca d’Aosta), si è svolta una retata in grande stile, con largo spiegamento di sbirraglia, impiego di elicotteri e polizia a cavallo (che i milanesi non vedevano da decenni). Una retata che evocava i tempi lugubri della Repubblica di Salò, con i nazifascisti a caccia di braccia proletarie da sfruttare … e poi eliminare.

Il piazzale della Stazione è un punto di aggregazione per le migliaia di profughi che, dal Sud del mondo, affluiscono a Milano in cerca di scampo. La loro presenza disturba i bravi cittadini amanti del decoro urbano (ovvero delle rendite e del profitto) ma, soprattutto, preoccupa sbirri & politicanti perché quelle aggregazioni di disperati sfuggono al loro controllo. E non si sa che cosa possa nascere.

Lo sconcio episodio ha suscitato le proteste della progressista amministrazione comunale meneghina (la banda Sala) che si è sentita prevaricata dalla Prefettura (ovvero dallo Stato).

L’oggetto del contendere è assai scottante, in gioco c’è la regolamentazione e la gestione dei flussi di forza lavoro a buon mercato che non può essere lasciata nelle mani di apprendisti stregoni, siano essi gli sbirri di Minniti o i leghisti di Salvini.

Giovedì 4 maggio, le anime belle della fu sinistra meneghina hanno animato (tristemente) una manifestazione (platonica) davanti a palazzo Marino, il covo della banda Sala che, da un anno, gestisce indisturbato i malaffari della metropoli lombarda.

Sabato, 6 maggio, una ben più vivace iniziativa si è infatti svolta nel luogo del misfatto, all’ingresso della Stazione Centrale. Un centinaio di persone ha partecipato a un presidio contro il razzismo e contro le politiche securitarie. Numerosi interventi hanno denunziato le tragiche condizioni dei profughi, i sans papiers, i senza tetto, i senza santi in paradiso, che vivono sotto la minaccia costante di arbitrari e violenti controlli polizieschi, col rischio di venire rigettati negli inferni da cui sono fuggiti [vedi: https://www.facebook.com/NoBordersMilano/?fref=ts].

Nel dilagante clima di miseria e sopraffazione, la disperazione prevale.

Domenica 7 maggio, un profugo si è impiccato, proprio nei pressi della Stazione Centrale.

A questo punto, le carte si sono rimescolate, in un ambiguo gioco delle parti, per tenere sotto controllo una situazione che potrebbe sfuggir di mano a lor signori. E scendono in campo i mediatori (ovvero i pompieri che cercano di smorzare i focolai di tensione).

Martedì 10 maggio, le anime belle della fu sinistra hanno rialzato la testa e si sono riuniti nuovamente davanti a Palazzo Marino. In questa occasione, è stato diffuso un comunicato firmato Nessuna persona è illegale. Doverosamente lo diffondo. E doverosamente lo commento. Il neonato movimento Nessuna persona è illegale avanza sacrosante osservazioni sull’ambiguità della manifestazione indetta a Milano per il 20 maggio.

Presenta anche una piattaforma di proposte sul «fenomeno migratorio», con un lungo, troppo lungo, elenco di proposte (4 pagine!). Alcune sono condivisibili, come la richiesta: Documenti per tutte e tutti. Basterebbe solo questa richiesta per sintetizzare tutte le altre che, invece, si disperdono in mille rivoli burocratici, annacquando (vanificando) la sostanza. Ma, soprattutto, la piattaforma delega il tutto alle autorità statali, non fa alcune cenno all’autorganizzazione degli interessati, i profughi. Nessun cenno neppure alla questione degli alloggi … e sì che a Milano di case sfitte ce n’è a bizzeffe. E nessun accenno al problema del vitto, mentre, dietro l’angolo, quel bel tomo di Obama pontificava di cibo e salute … nel corso di una cena da 850 € a cranio!

Venerdì 12 maggio (ore 18), nuova kermesse davanti alla Stazione Centrale, con musica e danze …

Questa è Milano.

Dino Erba, Milano, 10 maggio 2017.

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