Omicidio per il profitto: Fabio aveva 21 anni

Caro Operai Contro, la ricostruzione per capire come sia potuto succedere, non cambia il fatto che Fabio come tutti gli operai, si trovasse a lavorare con un contratto che fissa il rapporto di lavoro totalmente subordinato alle condizioni di un padrone che sul lavoro altrui trae profitto. In altre parole dietro la facciata del “libero rapporto di lavoro”, c’è il ricatto dei padroni che in cambio del salario, costringono gli operai a sottostare alla legge del profitto, alla subalternità sociale. Per rompere fattivamente questa condizione occorre organizzarsi, individuare gli obbiettivi e le tappe per realizzarli. Occorre organizzarsi in un […]
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Caro Operai Contro,

la ricostruzione per capire come sia potuto succedere, non cambia il fatto che Fabio come tutti gli operai, si trovasse a lavorare con un contratto che fissa il rapporto di lavoro totalmente subordinato alle condizioni di un padrone che sul lavoro altrui trae profitto. In altre parole dietro la facciata del “libero rapporto di lavoro”, c’è il ricatto dei padroni che in cambio del salario, costringono gli operai a sottostare alla legge del profitto, alla subalternità sociale.

Per rompere fattivamente questa condizione occorre organizzarsi, individuare gli obbiettivi e le tappe per realizzarli. Occorre organizzarsi in un nostro Partito.

Saluti Operai

 

Articolo da La Nazione.it

Sarebbe rimasto schiacciato da un pesante carico di materiale metallico, perdendo la vita ad appena 21 anni. Questa, secondo le prime ricostruzioni dei fatti, la dinamica del tragico infortunio sul lavoro avvenuto ieri nell’azienda Nexive, specializzata in servizi postali e spedizioni. Il dramma si è verificato in serata in via della Treccia, nella zona dell’Osmannoro, in territorio fiorentino, ma poco lontano da Sesto. Secondo le prime ricostruzioni dell’accaduto, il ragazzo, Fabio Rossini, di 21 anni, che pare lavorasse proprio per l’azienda di spedizioni, sarebbe stato intento a spostare dei carichi pesanti. A un certo punto però diverse sbarre e listarelle metalliche gli sarebbero finite addosso. Un peso eccessivo per poter in qualche modo provare a difendersi e a salvarsi.

A dare l’allarme sono stati i colleghi del ventunenne, che si sono subito accorti della gravità della situazione e che hanno tentato di soccorrerlo, chiamando nel frattempo anche il 118. Purtroppo però tutti i tentativi di rianimare il ragazzo si sono dimostrati inutili: le lesioni provocate dallo schiacciamento sono apparse subito troppo serie per lasciare speranze. Così il medico, accorso insieme ai volontari, non ha potuto fare altro che constatare il decesso del giovane. In via della Treccia sono inoltre arrivati, insieme al magistrato di turno, anche gli uomini della polizia di Stato di Firenze.

Starà a loro provare a capire, insieme ai responsabili del dipartimento medicina sul lavoro della Asl di Firenze, cosa sia esattamente successo all’interno della ditta di spedizioni e cosa abbia provocato la tragedia. Gli accertamenti sull’accaduto sono proseguiti fino a tarda notte, ascoltando i colleghi di lavoro e, in particolare, le persone che per prime avevano assistito alla scena. Oggi, le indagini andranno avanti, provando a chiarire ulteriormente la dinamica dei fatti.

IL RICORDO – Cgil, Cisl e Uil lunedì primo maggio, Festa del lavoro, depositeranno un mazzo di fiori davanti al luogo della tragedia. Appuntamento alle 9,30 in via della Treccia. Sarà osservato un minuto di silenzio in tutte le manifestazioni del Primo maggio in provincia di Firenze. Cgil, Cisl e Uil Firenze “chiedono alla magistratura di fare al più presto luce sull’episodio”.

I COMMENTI – “Una simile tragedia ci riempie di dolore – dichiara il presidente della Regione Enrico Rossi che esprime la sua vicinanza e il cordoglio della giunta regionale alla famiglia del giovane – Siamo costretti a subire un’altro morto sul lavoro, ma non dobbiamo arrenderci a una fatale contabilità. La lotta contro l’insicurezza e la precarietà che ha spezzato una giovane vita come quella di questo lavoratore, dobbiamo proseguirla con la massima determinazione. Non restiamo inermi: la Regione sta mettendo in campo risorse ingenti e anche uomini e mezzi per far arretrare questo incubo e questa piaga, rappresentata soprattutto dal mancato rispetto delle norme, dalla disinformazione, dall’illegalità. Sono stati stanziati circa 8 milioni di euro di qui al 2020. E’ partita una campagna per la sicurezza che punta sulla sensibilizzazione di tutti, lavoratori e aziende. Il lavoro è al centro del nostro pensiero e della nostra azione ogni giorno. Il lavoro è vita, formazione continua, crescita, rispetto della persona, costruzione di speranza e futuro. Di lavoro, di fatica, non si può e non si deve morire. Nella nostra epoca e nella nostra Italia, per milioni di persone, i diritti dei lavoratori sono ancora un territorio inesplorato. Questa morte si doveva e poteva evitare. La strada da compiere è ancora tanta. Impediremo con tutta la forza che abbiamo ulteriori arretramenti sui diritti dei lavoratori e sulla protezione delle loro vite”.

“Ogni volta che una vita si spezza sul lavoro è una sconfitta per tutti – aggiunge l’assessore al lavoro Cristina Grieco – e cadere sul lavoro a 21 anni è doppiamente inaccettabile. Ma non ci rassegniamo e chiediamo a tutti di fare squadra e di fare ogni giorno uno sforzo in più per aggredire con tutti gli strumenti che abbiamo, una piaga che ancora miete troppe vittime anche in Toscana. Gli strumenti ci sono. Facciamo appello alle istituzioni, ai sindacati, all’ispettorato del lavoro, alle Asl, alle scuole: lavorare senza rischiare la vita si può. Come farlo deve diventare un patrimonio di tutti”.

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