SALVINI VA BATTUTO NEI LUOGHI DI LAVORO, NELLE FABBRICHE, NELLE PIAZZE

Il gioco si fa duro. Il  ministro sfaccendato dei trasporti minaccia di precettare chi sciopera Venerdì 17, una ragione in più per bloccare tutto. Una prova di forza che riguarda tutti gli operai e i lavoratori a salario
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Il gioco si fa duro. Il ministro sfaccendato dei trasporti minaccia di precettare chi sciopera Venerdì 17, una ragione in più per bloccare tutto. Una prova di forza che riguarda tutti gli operai e i lavoratori a salario

Caro Operai Contro, Con pretestuose motivazioni la Commissione di garanzia nominata da questo governo, ha dichiarato “illegittimo” lo sciopero generale del 17 novembre e ne chiede una “riformulazione”.
Basta dire che dal dopoguerra ad oggi, nessun governo ci aveva provato a fermare la proclamazione di uno sciopero generale. Neanche Scelba con la sua legge del manganello, entrato nella storia per le sue furibonde azioni repressive nelle piazze operaie in lotta.
Cgil e Uil bene hanno fatto a confermarne la proclamazione. Per questi, due osservazioni. La prima, quando nel 2018 firmarono l’accordo per disciplinare gli scioperi nel pubblico impiego, nel tentativo di limitare gli scioperi dei sindacati di base diedero alla controparte uno strumento che oggi viene usato contro loro stessi, il richiamo del Garante ne è una prova. La seconda osservazione: è nell’interesse di tutti gli operai e i lavoratori a salario che i capi sindacali non facciano nessun passo indietro, anzi è tempo di superare quel lassismo, quella rincorsa ai tavoli inconcludenti che hanno sancito il peggioramento della loro condizione. Salvini ha replicato che ricorrerà alla precettazione, un’aperta e chiara minaccia di perseguire penalmente gli scioperanti, alla stregua di malfattori. Salvini va battuto nelle fabbriche, nei luoghi di lavoro, nelle piazze.
Il segretario capo della Lega, si deve essere autoconvinto che senza di lui l’Italia andrebbe incontro a mobilitazioni di strada sul modello francese. Forse si aspetta che padroncini e bottegai gli facciano un monumento.
“Il Garante mette in castigo il capriccioso Landini” e la sua “pretesa” di trascorrere “un weekend lungo sulla pelle di milioni di italiani”.
Se Salvini non ignorasse che storicamente gli scioperi generali vengono quasi sempre proclamati di Venerdì. (per ovvie ragioni organizzative legate alle manifestazioni, spostamenti collegati ecc.) forse non avrebbe sparato questa cazzata.
Ma non è detto. Infastidito dal contraddittorio (un’allergia comune ai componenti di questo governo) Salvini sciorina “sparate” ogni giorno. Salvo quando mostrandosi seriamente religioso, bacia in pubblico il crocifisso che tiene in mano, o la volta dopo sgrana devoto fervente il rosario.
Purtroppo quelle di Salvini tante volte non sono solo “cazzate”, ma fatti molto seri o vere tragedie, frutto delle misure messe in pratica contro operai, migranti, strati popolari, in un anno di governo.
Va innanzitutto precisato al capo della Lega e ai 4 gatti che gli stanno intorno, alcuni pure al governo, che gli operai non fanno sciopero “per far festa” tanto meno in un “weekend prolungato”.
Lo sciopero costa la perdita di ore di salario, è indirizzato proprio contro quell’aborto di legge finanziaria partorita dal governo Meloni: ignorati salari e pensioni da fame, misure di contrasto al carovita e alle attese impossibili nella sanità.
Oltre le restrizioni già messe in atto in un anno di governo, oltre ai dietrofront delle mancate promesse, con la legge di bilancio hanno programmato pure un taglio di 600 milioni ai Comuni, che scaricheranno i loro problemi e decidendo di tagliare gli aiuti ai più bisognosi, aumentare tariffe e ridimensionare servizi: assistenza agli anziani, trasporti pubblici, servizi mensa, sostegno ai morosi insolventi con gli affitti, sfratti, ecc..
Altri centinaia di milioni vengono sottratti ai servizi delle Regioni. Mentre la Corte dei conti mette in guardia che con questa manovra, le prestazioni sanitarie sono in bilico.
Il “sovranismo domestico” non vuole che uno sciopero generale, inneschi un’ondata di proteste, sdegno e condanna alle misure del governo, che colpiscono gli strati alla base della piramide, compresi gli operai produttori di tutta la ricchezza sociale.
Salvini ministro dei Trasporti del governo Meloni, non ha perso l’occasione di salire in cattedra, lo fa un giorno sì e l’altro pure, (anche in concorrenza con gli alleati di governo nella perenne campagna elettorale) ha emesso la sentenza, (non limitandosi fra l’altro al settore dei Trasporti di sua competenza) che nega lo sciopero generale del 17 novembre, condizionando la decisione della Commissione di garanzia, molto prima che questa si esprimesse.

La bocciatura dello sciopero generale da parte del governo, e della sua Commissione, contribuisce a rendere più sentita e numerosa la partecipazione alla sua riuscita.


Saluti Oxervator.

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