DA POLIZIOTTI IN SERVIZIO A PISTOLERI A TEMPO PIENO

Ogni sei mesi un nuovo pacchetto sicurezza, più armi alla polizia, più processi, più galera. Finiranno così per arrestare chi li guarda storto. Ma non potranno eliminare ciò che li rende insicuri: la possibilità di una protesta sociale che li travolga.
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Ogni sei mesi un nuovo pacchetto sicurezza, più armi alla polizia, più processi, più galera. Finiranno così per arrestare chi li guarda storto. Ma non potranno eliminare ciò che li rende insicuri: la possibilità di una protesta sociale che li travolga.

Caro Operai Contro, il consiglio dei ministri del governo Meloni, in un disegno di legge ha varato le misure di un nuovo “Pacchetto sicurezza” che dovrà passare dal parlamento.
Si tratta di misure repressive, carcerarie e levatrici del pistolero poliziotto.
Le forze dell’ordine a loro piacimento, potranno dotarsi di un’arma privata fuori servizio.
I reparti operativi di poliziotti, carabinieri, finanzieri, potranno comprarsi senza alcuna licenza, un’arma (oltre quella in dotazione) da portare fuori servizio anche in modo occulto, muovendosi e agendo in borghese come privati cittadini.
Un’arma da poter usare come ritiene ogni singolo agente, pur non essendo “in servizio permanente effettivo”, tiene a precisare il ministro dell’Interno Piantedosi.
Quindi tanti 007 che pistola alla mano, possono decidere se, come e quando usare l’arma privata fuori servizio.
Il blocco stradale, da illecito amministrativo viene trasformato in reato penale fino 2 anni di galera.
Si ricalca un’analoga misura voluta da Salvini. Reprimere e condannare chi si ribella e scende in piazza, disturbando la “quiete pubblica” con manifestazioni, blocchi stradali e ferroviari. Usano la repressione anche in forma di deterrenza preventiva, sperando che non esploda mai la rabbia sociale che cova sotto la cenere. Oltre i 2 anni di galera, previste anche pene più severe per resistenza a pubblico ufficiale, e per chi scrive o disegna su caserme e commissariati.
Salvini non ha perso tempo, già quest’estate e più di recente il 17 novembre, con la precettazione sabota lo sciopero, stabilendo lui la durata e le modalità.
Reclusione da 2 a 7 anni per occupazione abusiva di immobile.
Una misura che si commenta da sola. Si minacciano anni di galera a chi osa occupare le case, mentre continuano gli sfratti esecutivi ordinati dal governo alle prefetture, e mentre 500 mila famiglie che avevano acceso un mutuo a tasso variabile per avere una casa, si trovano ora con il rialzo dei tassi d’interesse, a pagare rate mensili alte quanto un salario, col rischio di perdere anche le rate versate, oltre il disagio di cercare un’altra soluzione abitativa o andare sotto i ponti.
Nuovi reati per più carcere.
Le misure che il “Pacchetto sicurezza” prevede per i carcerati si collegano al regolamento fascista del 1931.
Già oggi in carcere è largamente perseguibile la “resistenza passiva”, col Pacchetto Meloni viene assimilata alla “tentata evasione” e come tale più pesantemente sanzionata.
Essendo rare le “tentate evasioni” ma assimilandole cinicamente alla “resistenza passiva”, il governo strumentalmente allunga pesantemente senza motivo, il periodo di carcerazione.
Non sarà più automatico il rinvio del carcere per donne in gravidanza e bambini, lo valuterà un giudice.
Nuovo reato con pena da 2 a 8 anni, per chi organizza rivolte, e da 1 a 5 anni per chi partecipa.
Nuovo reato per chi organizza rivolte all’esterno dalle carceri con scritte e messaggi diretti ai detenuti.
Nuovo reato di rivolta organizzata, in strutture per migranti irregolari, con pene da 1 a 6 anni.
Si inventano reati a gogò per spedire la gente in galera, e per tenerli reclusi il più tempo possibile.
Ne fanno le spese i poveri cristi che sono stati costretti a delinquere, perché schiacciati da una condizione sociale insostenibile. Con brevi condanne e senza soldi per gli avvocati che possono spezzare la spirale di vedersi allungare la pena, devono “filare dritti”, come prevedeva il regolamento carcerario fascista del 1931, fa notare Patrizio Gonnella presidente Associazione Antigone: “I detenuti devono passeggiare in buon ordine e devono parlare a voce bassa” e anche, per “dare spiegazioni alle persone incaricate della sorveglianza, i detenuti sono obbligati a parlare a bassa voce” o ancora, “sono assolutamente proibiti i canti, le grida, le parole scorrette, le domande e i reclami collettivi”.
Queste fra le misure repressive del nuovo “Pacchetto sicurezza” che il governo Meloni si appresta ad approvare. E’ una spia dell’insicurezza di un governo che ignorando aspettative, condizioni e rivendicazioni di operai e strati sociali bistrattati, sforna un decreto sicurezza dopo l’altro, sperando di tener tutti “buoni” sul filo della paura.

Saluti Oxervator.

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