STRAGI DA SUBAPPALTI A CASCATA

Da Brandizzo alla Esselunga alla Centrale la corsa al massimo profitto prende la forma di appalto a cascata per contenere i costi e il sostenitore di questa tendenza ha un nome: si chiama Salvini, che in questi giorni è sparito. Per uscire dalla genericità della denuncia ad un certo punto bisogna concentrare le forze per far cadere qualche testa. Dai manager ai ministri.
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Da Brandizzo alla Esselunga alla Centrale la corsa al massimo profitto prende la forma di appalto a cascata per contenere i costi e il sostenitore di questa tendenza ha un nome: si chiama Salvini, che in questi giorni è sparito. Per uscire dalla genericità della denuncia ad un certo punto bisogna concentrare le forze per far cadere qualche testa. Dai manager ai ministri.

Caro Operai Contro, l’ingegnere Salvatore Bernabei Amministratore delegato di Enel Green Power, arriva alla centrale idroelettrica Enel di Bargi (Bo), dopo la strage connessa all’esplosione del 9 aprile con 5 operai uccisi, più un pensionato di 68 anni ex dipendente Enel, più uno stakanovista di 74 anni, già dipendente Enel e poi partita Iva. In totale 7 morti e 5 feriti di cui 2 gravi.
Il dirigente Enel risponde alle domande dei giornalisti che lo circondano: “.. lavori di aggiornamento tecnologico iniziati a settembre 2022…stiamo già collaborando con le autorità e continueremo a farlo per capire cosa è successo…”.
Collaborano così tanto che a distanza di giorni dalla strage, l’Enel non ha ancora chiarito l’inquadramento contrattuale e il nome delle aziende per le quali lavoravano gli operai morti e feriti. Stessa situazione di febbraio a Firenze, con 5 operai morti nella costruzione del megastore di Esselunga, e pure con le Ferrovie dello Stato a Brandizzo, con 5 operai morti sui binari a fine agosto.
In sostanza Bernabei dice: “L’Enel da gli appalti a contractor importanti come Abb e Siemens Energy, che a loro volta possono subappaltare”.
E qui cala la saracinesca su sicurezza e antinfortunistica sul lavoro. Subappalti a cascata, che esistono solo in funzione di garantire a qualsiasi costo – anche in spregio alla sicurezza di chi lavora – più margini di profitto a cominciare dalle grandi aziende, dai grandi gruppi che hanno fatto delle esternalizzazioni e dei subappalti, una importante componente della loro struttura aziendale, supportati dal governo di turno.
Due giorni dopo la sua dichiarazione, Bernabei cambia versione e in televisione ripete a pappagallo: “Non c’è nessun appalto a catena”. Nella prima e nella seconda versione (quest’ultima verosimilmente imposta da Enel) c’è il maldestro tentativo di scagionare l’Enel, dalla responsabilità della strage operaia.
Quello che indirettamente ne esce, è la chiamata in causa del governo Meloni che, nel 2022 poco più di un mese dopo il suo insediamento, sulla spinta del ministro delle Infrastrutture Salvini, ha introdotto la liberalizzazione del subappalto a cascata.
Da una ricerca condotta dai sindacati, risulta che il 70% degli “infortuni” mortali nell’edilizia, riguardano proprio operai in subappalto.
I dati che l’Inail nei giorni scorsi ha inviato alla commissione bilancio della camera, confermano il rapporto tra lavoro precario e infortuni sul lavoro. Nel periodo 2018 – 2022, (esclusi i casi di Covid) nei contratti a tempo determinato gli “infortuni” mortali sul lavoro, hanno un’incidenza del doppio di quella che avviene nei contratti a tempo indeterminato: 8,98 ogni 100mila operai nel primo caso, contro 4,49 nel secondo. Elevato il rapporto anche sugli infortuni complessivi (non solo quelli mortali) 3,28% per i contratti a tempo determinato, contro il 2,08% per quelli a tempo indeterminato.
Il governo Meloni si è sempre opposto alla richiesta di Fillea-Cgil, sindacato degli edili, di estendere al settore privato “le tutele degli articoli 41 e 119 del Codice degli appalti pubblici”. Ovvero vietare il subappalto a cascata, e riconoscere la parità salariale e normativa tra lavoratori in appalto e in subappalto.
Per quanto riguarda l’arma spuntata della patente a punti per la sicurezza, sembrerebbe che la ministra del Lavoro Calderone, intenda alzare il livello delle multe nelle aziende dove si verificano “infortuni”, portandole fino al 10% del valore dell’appalto, oggi può oscillare da un minimo di 6mila euro ad un max di 12mila euro.
Il proliferare dei subappalti, ha intaccato e compromesso i livelli di sicurezza per i 32 mila operai e lavoratori dell’Enel, insieme a quelli delle competenze. Un dipendente Enel della centrale esplosa ora in pensione dice: in tutte le centrali idroelettriche, come emergenza estrema scatta l’allarme, tutto si blocca per dare il tempo agli operai di mettersi in salvo. Questo non è successo confermano i sopravvissuti. Eppure le centrali idroelettriche sono nate 140 anni fa, quando “l’intelligenza artificiale” era pura fantascienza.
Gli operai tutti, si devono non solo allarmare ma mobilitarsi insieme, nelle fabbriche nei posti di lavoro, nelle piazze, contro tutte le forme di precarizzazione delle condizioni di lavoro.
Saluti Oxervator.

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