La pratica di distorcere finanche nel lessico il significato di questa giornata è ormai diventato luogo comune.

Una piccola riflessione personale sul primo maggio: stamattina parlavo con un mio amico in Inghilterra. Mi ha scritto che stava andando al lavoro e quindi gli ho chiesto perché dovesse andare a lavorare il primo maggio. Con mio stupore ho scoperto che la festa dei lavoratori in Inghilterra non è il primo maggio. Ho approfondito poi la questione e ho letto che in molti paesi anglosassoni (Stati Uniti, Inghilterra, Australia) la festa dei lavoratori non si celebra il primo maggio. Ammetto che non ne ero a conoscenza. Credevo che la festa internazionale dei lavoratori non avesse differenze di calendario tra i vari paesi. Ma questa differenziazione effettivamente è avvenuta nel tempo.
Oggi poi mi trovavo a Napoli, passando per Piazza Plebiscito ho visto il palco dei confederali con la scritta “primo maggio festa del lavoro”. Aberrante. Dire festa del lavoro è sovvertire proprio il significato della festa dei lavoratori, che è stata prima di tutto un giornata di lotta degli operai contro il lavoro salariato. Altro che festa del lavoro, lotta contro il lavoro semmai. Tuttavia anche questa pratica di distorcere finanche nel lessico il significato di questa giornata sembra diffusa. In altri paesi ho letto che usano proprio la dicitura Labour day – Festa del lavoro.
L’assenza di un’organizzazione internazionale degli operai pesa come un macigno. Se ci fosse stata ancora un’Internazionale innanzitutto non sarebbe stato mai ammesso che un singolo paese individuasse una data a suo piacimento per celebrare la festa dei lavoratori, perché questo significa spezzare il legame di solidarietà internazionale tra gli operai. E non sarebbe mai stato ammesso chiamarla festa del lavoro. Che schifo.
Ma giustamente se ci fosse stata ancora un’Internazionale tante cose non sarebbero successe….
A. B.