“LA PIAGA” CHE SI ALLARGA

Scoperto a Baranzate, Milano, un laboratorio tessile abusivo. Non è un caso isolato, tutta l’industria fa uso di questi operai “irregolari”. Quando vengono scoperti, i padroni se la cavano con una denuncia a piede libero e riprendono l’attività pochi giorni dopo.

Scoperto a Baranzate, Milano, un laboratorio tessile abusivo. Non è un caso isolato, tutta l’industria fa uso di questi operai “irregolari”. Quando vengono scoperti, i padroni se la cavano con una denuncia a piede libero e riprendono l’attività pochi giorni dopo.

Caro Operai Contro, a Baranzate nella città metropolitana di Milano, i carabinieri hanno scoperto un laboratorio tessile abusivo.
Nel centro della “capitale dell’alta moda”, a 7 Km dalla “madunina” sul Duomo, superata in altezza dai grattacieli, 28 lavoratori cinesi “lavoravano in condizioni di caporalato”. La notte dormivano in brande poco distanti dalle macchine da cucire, in pessime condizioni igieniche sanitarie.
I 28 lavoratori (7 sprovvisti di permesso di soggiorno) tutti domiciliati presso il capannone, erano alle dipendenze di 3 diverse ditte, i cui rispettivi padroni, sono stati denunciati a piede libero e le attività sospese.
Sempre più spesso da ogni parte d’Italia, vengono allo scoperto simili realtà lavorative, alle quali bisogna sommare l’alta percentuale di “irregolarità”, che rileva l’Ispettorato del lavoro nelle attività apparentemente in regola.
Se ogni giorno si scoprono aziende non in regola e altre totalmente irregolari, quali sono le reali dimensioni del lavoro parzialmente e/o totalmente irregolare in Italia, in tutte le sue forme e attività nei 3 settori: Agricoltura, Industria-edilizia, Servizi?
Fanno ancora testo i già pesanti e incompleti dati ufficiali, o siamo ben oltre?
I padroni se la cavano come nel caso di Baranzate, “a piede libero”, al massimo qualche multa che pagano a cuor leggero, come “salvacondotto” per poi tornare a ripartire o riciclarsi nello stesso “habitat” della irregolarità sulla pelle degli operai.
Alla ministra del lavoro Calderone, evidentemente, va bene così. Pure il governo con in testa Meloni, minimizza la gravità di questa situazione, atteggiandosi a chi ha sotto controllo il fenomeno. Cercano di nascondere la complessiva reale diffusione, di quella che definiscono la “piaga” del lavoro irregolare.
Ma quanta parte del corpo ricopre questa “piaga”? Quanti sono gli operai a farne le spese a cominciare dalle malattie professionali, agli infortuni e morti sul lavoro, allo sfruttamento nelle attività all’apparenza regolari, fino all’ultimo laboratorio in nero, dove il padrone trattiene una parte della busta paga, per l’alloggio e la branda incorporata?
Tutte forme, compreso il lavoro “regolare”, che, seppur diverse fra loro, rientrano nella moderna schiavitù del lavoro salariato.
Ogni operaio da solo soccombe di fronte alla gerarchia del padrone, sempre proteso a spingere più in basso salario e condizione lavorativa, approfittando in primis della forza lavoro fra le più ricattabili, come lo sono quasi sempre i migranti. Solo la solidarietà della forza collettiva operaia, può tener testa all’insaziabile sete di profitti del padrone.
Saluti Oxervator.

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