Gaza: le classi superiori con i carnefici, gli sfruttati e i poveri con le vittime

Spaccatura sempre più profonda a livello mondiale tra i ricchi a favore dei colonialisti israeliani, e i poveri che solidarizzano con i palestinesi. Una frattura che manifesta l’aumento dei contrasti di classe nella crisi

Spaccatura sempre più profonda a livello mondiale tra i ricchi a favore dei colonialisti israeliani, e i poveri che solidarizzano con i palestinesi. Una frattura che manifesta l’aumento dei contrasti di classe nella crisi

Il mito dell’unica democrazia liberale perde ogni giorno colpi. Le efferatezze israeliane a Gaza e in Cisgiordania stanno creando una spaccatura, a livello mondiale, tra i sostenitori dello Stato d’Israele e coloro che lo criticano come moderno Stato coloniale. La spaccatura è tra le élite, buona parte dei politici, giornalisti, banchieri e industriali occidentali, e la moltitudine dei cittadini appartenenti alle classi medio basse.
I borghesi che simpatizzano e appoggiano Israele lo fanno per affari. Israele è un paese importante per le loro cooperazioni economiche. I politici e i giornalisti, oltre a sostenere il punto di vista dei borghesi, da cui dipendono buona parte dei loro privilegi, individuano, come i loro padroni, Israele come cane da guardia dell’imperialismo europeo e americano in Africa e Medio Oriente. In più costoro sono direttamente coinvolti dalle cosiddette lobby israeliane che, dispensando soldi abbondantemente, sostengono politici e mezzi di propaganda a favore di Israele. Colpisce, in Italia, il legame profondo e operativo tra diversi nipotini di quelli che attuarono nel fascismo le leggi razziste contro gli ebrei, e queste lobby. Ma i politici filoisraeliani spaziano in buona parte dell’arco parlamentare, da destra a sinistra, come riportato recentemente in un articolo di Gaetano Colonna.
Nonostante la propaganda filoisraeliana, però la realtà è ormai sotto gli occhi di tutti e non può più essere mistificata.
Israele è un’invenzione degli imperialisti occidentali. All’inizio del 1900 gli ebrei in Palestina, allora appartenente all’impero turco, erano meno del 5% della popolazione. Dagli anni venti del secolo scorso iniziarono immigrazione massicce di ebrei sostenute dall’occidente. Dopo la seconda guerra mondiale, gli ebrei comunque rappresentavano ancora una minoranza in Palestina. Le immigrazioni continuarono con nuovo vigore e la Palestina divenne il risarcimento delle potenze capitalistiche per le persecuzioni subite dagli ebrei a opera di nazisti e fascisti. Dal 1948 in poi, gli israeliani cominciarono la loro opera sistematica di espulsioni e uccisioni dei palestinesi per prendersi la loro terra, fino ad oggi. Ormai buona parte della Palestina è occupata dagli israeliani. La Cisgiordania palestinese è rappresentata da pochi territori, i peggiori dal punto di vista delle risorse. La gran parte è stata occupata con la forza ed espropriati dagli abusivi ebrei.
Gaza la stanno svuotando uccidendo la popolazione e creando le condizioni di vita peggiori per i sopravvissuti, per costringerli ad andarsene.
“L’unica democrazia del medio oriente” non è niente altro che uno stato coloniale, uno dei peggiori, quello che per edificarsi uccide e caccia via gli abitanti originari. L’altro pilastro della democrazia mondiale, gli Stati Uniti, fece lo stesso con le tribù native due secoli fa.
La grande mistificazione su Israele ha fatto il suo tempo. I migliori critici di Israele sono gli stessi israeliani che sostengono lo sterminio a Gaza, e sono la maggioranza.
L’odio che hanno seminato è così vasto e potente che può aprire fronti interni alle stesse “democrazie occidentali” e con le connotazioni di classe che hanno possono alimentare le contraddizioni tra classi privilegiate da una parte, e operai, disoccupati e piccola borghesia rovinata, dall’altra. Contraddizioni che la crisi economica che coinvolge l’ex ricco occidente, rende ogni giorno più esplosive.
F. R.

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