Tutti assieme rappresentano il 40% degli elettori. Il 60% cerca nuove prospettive, nuove forme di rappresentanza politica che oggi non trova. Forse senza saperlo, tanti fra loro, aspirano ad una rivoluzione sociale contro il potere, che è nient’altro che il comitato d’affari dei ricchi. E un balletto dal palco non servirà a fermarli.
Caro Operai Contro, sommando i voti delle 3 regioni dove si è appena votato, la Destra, in confronto con le regionali del 2020, ha perso 603.562 voti. Il Campolargo (nel 2020 senza il M5S) ha perso 296.682 voti rispetto al 2020. Meloni e soci hanno subito commentato con la necessità di accelerare il cambio della legge elettorale (magari combinandola con il premierato). Questo governo cerca di blindarsi dalle prossime elezioni politiche con una legge che gli dia più possibilità di restare in sella. Usandole come test generale per le elezioni politiche del 2027, i vertici dei partiti parlamentari, governo e opposizione, sono “scesi in campo” decisamente nelle campagne elettorali per rieleggere i consigli regionali di Campania, Puglia, Veneto. Sono stati però i maggior esponenti dei partiti di governo, con i cordoni della borsa in mano, a connotare le “offerte” come voto di scambio con promesse e denari.
Ignorando per scelta le reali difficoltà a tirare avanti di milioni di operai e altri poveri, i governanti in campagna elettorale non hanno parlato dei salari da fame, dell’alto numero di cassaintegrati, delle aziende che minacciano di chiudere, del problema abitativo ecc. Hanno “buttato sul tavolo” denari per i loro uomini nelle istituzioni sul territorio, sotto forma, beninteso, di legali contributi dello Stato centrale in sostegno di iniziative, opere e infrastrutture locali.
Le sceneggiate per accalappiare voti non hanno dato i frutti sperati, come dice il risultato extra elettorale più significativo, che fissa la media dell’astensionismo nelle 3 regioni al 56,4%, un salto di 14 punti sul 2020.
IL NON VOTO NELLE 3 REGIONI. UN NUOVO METODO PER LEGGERE I DATI
VENETO
In Veneto con 4.294.694 aventi diritto al voto, l’astensione rispetto al 2020 aumenta ancora di 16,6 punti e arriva al 55,4%, con 2.377.117 elettori che non sono andati a votare.
La Destra perde il 35% di 1.883.960 voti che aveva preso nel 2020 e si ferma a 1.211.356 voti, il 28,2% (non 64,9%).
Il Campolargo, rispetto ai 385.768 voti del 2020, guadagna il 40,8%, arrivando a 543.278 voti, il 12,64% (non 28%). Altre liste prendono il 2,94% con 126.638 voti (non il 6,73%). Le schede bianche e nulle sono 36.220 pari allo 0,84%.
CAMPANIA
In Campania con 4.975.253 aventi diritto al voto, l’astensione rispetto al 2020 aumenta di 11,4 punti e arriva al 56% con 2.781.688 elettori che non sono andati a votare.
La Destra dai 464.921 voti del 2020, 9,3% (non 18,6%) con un balzo del 63% arriva a 757.836 voti il 15,2% (non 35,2%)
Il Campolargo crolla di oltre il 30%, da 1.789.017 voti del 2020, a 1.286.188 voti il 25,8% (non 61%). Altre liste prendono 77.430 voti, 1,55%. Le schede bianche e nulle sono 72.131 pari al 1,44%.
PUGLIA
In Puglia con 3.527.190 aventi diritto al voto, l’astensione rispetto al 2020 sale di altri 14,6 punti e si attesta al 58,2% con 2.051.570 elettori che non sono andati a votare.
La Destra dai 724.928 voti del 2020 pari al 20,3% (non il 38,9%) crolla del 30% a 505.055 voti, al 14,2% (non 36%).
Il Campolargo con 919.665 voti, sale del 11,78% rispetto gli 871.028 voti del 2020, arriva al 25,9% (non 62,7%). Altre liste prendono 12.889 voti, lo 0,36%. Le schede bianche e nulle sono 41.011 pari al 1,16%.
LE “TROVATE” PER ACCALAPPIARE VOTI
Qui di seguito alcune “trovate” messe in scena dai governanti nella campagna elettorale. Quelle legate alla legge di bilancio da approvare per fine anno – quindi esclusi specchietti per allodole e denari già stanziati – potrebbero essere “rimodulate” e assegnate solo al Veneto dove hanno vinto i partiti di governo.
FDI aveva riesumato il condono edilizio di berlusconiana memoria. Salvini è tornato sull’abbassamento dell’età pensionabile a 66 anni. Lo stesso Salvini strizza l’occhio all’imprenditoria del lavoro precario, riproponendo il rinnovamento dei contratti interinali, alzando il limite da 2 a 5 anni. Calderoli dopo aver passato la vita appollaiato nella nidiata di “Roma ladrona”, per l’occasione ha rilanciato “l’autonomia regionale”.
Arianna Meloni dal palco di Napoli strepitava: “Basta politiche delle mancette, la Campania volta pagina”. Infatti quelle promesse da Tajani non erano proprio “mancette”: 200 milioni di euro per il turismo di cui 140, guarda caso, alla Campania alla Puglia – chiamate al voto – i restanti 60 milioni ai territori sotto il controllo di FI e soci. La testimonianza del sindaco del comune tarantino di Ginosa, Vito Parisi, involontariamente sembra confermare il voto di scambio: “Avevo presentato 2 proposte per 4 milioni di euro: me ne dovrebbero arrivare quasi il quadruplo, ma non ho i progetti né un piano di fattibilità tecnico-economica”. Altra “incongruenza” sono i 37 milioni destinati alla costruzione del nuovo stadio di Brindisi con quello esistente già in ristrutturazione.
E, sempre in campagna elettorale, FDI ha ammiccato ai camerati che assaltarono la sede della Cgil a Roma, con un progetto in costruzione, per la schedatura degli scioperanti nel settore pubblico, sarebbe un primo passo per attaccare in toto lo sciopero e non solo nel settore pubblico. Non sono mancate le promesse di altri condoni, agevolazioni sulle rendite finanziarie, stop all’aumento della cedolare secca sugli affitti brevi e via di seguito.
Saluti Oxervator.