STELLANTIS E LE SOLITE BALLE SUL FUTURO

TORINO 20 ottobre 2025. Stellantis e i capi sindacali a confronto. Ogni incontro tra i vertici aziendali e i sindacalisti suona come un disco rotto.

TORINO 20 ottobre 2025. Stellantis e i capi sindacali a confronto. Ogni incontro tra i vertici aziendali e i sindacalisti suona come un disco rotto.

Ogni incontro tra i vertici Stellantis e i sindacati suona come un disco rotto. Oggi è toccato ad Antonio Filosa, nuovo amministratore delegato, presentarsi con il solito copione: rassicurazioni, piani di rilancio, richieste di collaborazione. Ma chi lavora in fabbrica da anni sa che queste promesse hanno il sapore amaro dell’ennesima illusione.

Abbiamo già visto questo film con Carlos Tavares. Quanti tavoli, quanti annunci, quante slide colorate. E poi? Cassa integrazione, turni ridotti, reparti svuotati. Il “Piano Italia” è diventato un mantra, ma a Pomigliano, e non solo, si continua a vivere sotto ammortizzatori sociali. Il futuro? Sempre rimandato; sempre più incerto.

La preoccupazione è palpabile nonostante le solite balle dei “bidelli” dell’azienda i sindacati firmatari del CCSL, per la quale va sempre tutto bene. Dietro le parole si nasconde l’ennesimo rinvio; l’ennesima stagione di sacrifici solo per noi operai.

E i sindacati che fanno? Ancora una volta accolgono questi proclami con entusiasmo, come già detto, come se bastasse una dichiarazione per cambiare la realtà.

Ma la realtà è dura, fatta di badge che non suonano più, di famiglie che tirano avanti con stipendi dimezzati, di operai che si chiedono se avranno ancora un posto domani.

Filosa parla di transizione ecologica, di elettrico, di competitività. Ha chiesto ai sindacati di unirsi alla battaglia per cambiare le regole europee sull’automotive, troppo stringenti per una realtà industriale già in affanno.

Ma intanto, chi è in catena aspetta risposte vere: garanzie occupazionali e salariali. Ha annunciato, a Mirafiori, 400 nuove assunzioni anche questa l’abbiamo già sentita mi viene in mente quando i firmatari del CCSL a Pomigliano festeggiavano l’arrivo dell’Alfa Romeo Tonale, sbandierando assunzioni che non sono mai arrivate.

Troppe parole che non servono più, adesso servono solo i fatti che sono pari a zero.

La classe operaia non può più dormire. È tempo di svegliarsi, di alzare la testa, di tornare a lottare. Non per nostalgia, ma per dignità. Perché senza lotta, non c’è futuro. E senza futuro, Pomigliano rischia di diventare solo un ricordo.

PILONE OPERAIO STELLANTIS DI POMIGLIANO D’ARCO

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