COMPLICI LORO MALGRADO DI GUERRE E GENOCIDI

L’imperialismo russo si accanisce contro le città ucraine, uccide sotto le bombe pensionati, donne e ragazzini. La copertura giustificazionista viene da una certa sinistra parolaia e in piena confusione, oltre che dalla destra, da Vannacci a Salvini.

L’imperialismo russo si accanisce contro le città ucraine, uccide sotto le bombe pensionati, donne e ragazzini. La copertura giustificazionista viene da una certa sinistra parolaia e in piena confusione, oltre che dalla destra, da Vannacci a Salvini.

Ventiquattro morti e diciannove feriti a Yarova, cittadina ucraina nel Donetsk. Morti sotto le bombe russe mentre ritiravano la loro pensione. È successo tre giorni fa a Yarova, cittadina ucraina nel Donetsk, dove 24 persone sono state uccise e altre 19 ferite mentre erano in fila davanti al furgoncino del servizio postale che distribuiva le pensioni.

Era già accaduto durante questi 3 anni di guerra in Ucraina che venissero colpiti obiettivi civili, scuole, abitazioni, ospedali, fabbriche e uffici postali. Che venissero ammazzati anziani, donne e bambini. Fa parte del conto della guerra “di liberazione degli ucraini dal nazismo”. Morire ritirando una misera pensione per non soccombere per mano diretta del nazismo ucraino. È la retorica giustificazionista che ha guidato l’invasione militare dell’imperialismo russo in territorio ucraino. Il suo aiuto a una popolazione in pericolo.

In questo periodo gli attacchi si stanno intensificando, diventano, se possibile, ancora più indiscriminati, puntano a conquistare porzioni di territorio più ampie, palesando l’ambivalenza e le contraddizioni dell’iniziativa americana.

Trump sta puntando a portare l’Ucraina a un negoziato per spartirsi pezzi di territori e risorse con chi ha avviato questa guerra di egemonia, facendo pagare alla nazione aggredita il prezzo del sostegno militare ricevuto, ma deve anche frenare gli appetiti di rapina russi affinché non emerga come forza incontrastata dagli accordi. La coalizione europea che si riarma e professa sostegno incondizionato al governo Zelensky vuol recitare la sua parte ma è sostanzialmente alla coda di questo processo.
In un ginepraio di contese, rivendicazioni e spartizioni, gli unici a rimetterci sono i poveri ucraini che muoiono ogni giorno, anche in fila all’ufficio postale, stritolati dal fuoco nemico e dai ricatti interessati delle coalizioni amiche.

Bisognerebbe chiedere alla variopinta galassia della sinistra alternativa quanto siano invecchiati male i loro totem ideologici attraverso cui sono riusciti in questi anni a mantenere vivo il proprio opportunismo distinguendo procuratori e procure in una guerra nazionale intrapresa da uno Stato storicamente dominante e imperialista in quella regione. Chi procura adesso la guerra a chi? Trump che cerca accordi con Putin sulla pelle degli ucraini? Perché gli ucraini continuano a rivendicare indipendenza nazionale e integrità territoriale malgrado i presunti procuratori siano sempre più defilati nel loro sostegno militare?

Idee strampalate che si sgretolano di fronte alle evidenze dei processi storici reali e che gli opportunisti salottieri ammantano di pretese da marxismo rivoluzionario. C’è chi tra loro addebita alla reazione ucraina la responsabilità della prosecuzione di questa guerra allo stesso modo con cui accusano Hamas di aver foraggiato la guerra di resistenza legittimando la politica di sterminio condotta dal governo di Israele.

I popoli oppressi e le nazioni invase hanno insomma il dovere della resa, della supina sottomissione all’avanzata militare degli Stati imperialisti (americani, russi o israeliani che siano), per non diventare (ai loro occhi) indirettamente responsabili di un’escalation perpetrata dagli aggressori/invasori/imperialisti/guerrafondai/colonialisti, a seconda del contesto geografico e politico in cui ci troviamo.

Qui siamo al meschino rovesciamento della realtà: chi dichiara guerra a un popolo, chi invade militarmente un territorio sterminando i civili, deve avere campo libero, non trovare opposizione e resistenza. Chi tenta strenuamente una difesa, per la propria sopravvivenza e per la propria indipendenza, è tacciato di diventare il responsabile dello sterminio, perché non ha sgomberato la strada al suo carnefice. Forse non dovremmo spendere un’oncia del nostro tempo per argomentare contro chi si rende, suo malgrado, complice di guerre e genocidi, ma in un’epoca di grande confusione ideologica non possiamo sottovalutare l’importanza di demistificare la natura reazionaria di queste teorie affinché restino, come sono, irrilevanti nella prospettiva di una possibile ripresa di una tendenza operaia indipendente.
Speriamo che una nuova ondata di lotte proletarie spazzi via questi vecchi residui ideologici dell’indifferentismo opportunista e piccolo-borghese.

A.B.

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