La ripresa dello sciopero degli operai di una importante fabbrica dell’indotto Stellantis di Melfi, dopo la deludente conclusione della lotta di aprile, è un segnale preciso della possibilità che possa riprendere l’iniziativa operaia contro i piani aziendali in tutti gli stabilimenti dell’auto.
Alla Pmc Automotive di Melfi gli operai hanno riconfermato nelle assemblee svoltesi sui due turni la volontà di riprendere lo sciopero e quindi la lotta per rivendicare il posto di lavoro e non la miseria della cassa integrazione che scade come uno yogurt dopo pochi mesi.
Quando nella fabbrica erano presenti circa centocinquanta fra operai e lavoratori, più altri venti Staff-Leasing, in un incontro in Confindustria e dopo aver sospeso lo sciopero ad Aprile, venne fuori che c’erano cinquanta esuberi. L’azienda dopo aver trovato cinquanta lavoratori volontari disposti ad andare via con un po’ di soldi e dopo aver messo fuori i lavoratori Staff-Leasing, ha di nuovo chiamato i sindacati in Confindustria. Sembra che abbia detto loro, come comunicato pubblicamente dalla Fim-Cisl, che ci sono altri settanta lavoratori in esubero e così ne resterebbero in fabbrica poco più di una ventina.
Praticamente si tratterebbe della chiusura dello stabilimento, dato che non si può nemmeno immaginare di tenere aperta una fabbrica solo con pochissimi operai e lavoratori, tanto più che non sono state nemmeno ricevute le commesse per le lavorazioni su pezzi metallici destinati alle auto di nuova generazione che iniziano ad uscire dallo stabilimento centrale Stellantis di Melfi, mentre le auto di vecchia generazione stanno uscendo di produzione e quelle poche che restano hanno una produzione in fase calante.
La Uilm e la Fismic sembra siano pronti a trattare con la proprietà, alla Fim, sindacato maggiormente rappresentativo in fabbrica e che ha la stragrande maggioranza degli iscritti sembra non vada bene questa cosa. Incalzata e tallonata dagli operai ha dichiarato nuovamente sciopero e la produzione si è nuovamente fermata.
Il 10 luglio mentre quasi tutti gli operai e i lavoratori erano in sciopero, un delegato Rsu aderente alla Uilm, dopo aver dichiarato di sostenere e di essere insieme ai lavoratori in lotta, è entrato a lavorare e sembra si sia messo a caricare i camion con i pezzi lavorati per farli arrivare nello stabilimento centrale e nella fabbrica Stellantis di Pomigliano. Davanti ai cancelli della Pmc Automotive di Melfi quel giorno e in quella circostanza alti gli improperi si sono levati nei confronti del Rappresentante della Uilm nello stabilimento.
Lo sciopero sta continuando. Gli operai e i lavoratori in assemblea hanno deciso di incrociare le braccia nuovamente, dopo averlo fatto già ad aprile per rivendicare e ottenere la continuità lavorativa e non la prevista cassa integrazione e qualche eventuale incentivo all’esodo. Fra i cinquanta lavoratori andati via incentivati con un po’ di soldi c’è anche il segretario regionale della Fismic in quanto dipendente della Pmc proveniente da un’altra fabbrica, senza che gli operai l’abbiano mai visto in produzione. Insieme a lui anche quasi tutti gli iscritti dello stesso sindacato giallo, pochi sono rimasti anche quelli iscritti alla Uilm. Sarà adesso più difficile convincere gli operai rimasti a piegarsi alla soluzione di aprile che dopo due mesi ci ha fatto ritrovare con ulteriori 70 esuberi.
Gli operai fanno un ragionamento chiaro: andasse a casa chi vuole, ma chi non vuole deve restare in fabbrica e ci dovrà essere la certezza di continuare a lavorare. Non è sufficiente la cassa integrazione, non sono sufficienti gli incentivi all’esodo, ma ci vuole il lavoro perché il salario è una necessità in questo sistema per poter sopravvivere.
D. A.
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