Il CLICK DAY DI NAPOLI

Riconoscere ai disoccupati, dopo anni di lotte, la semplice miseria di tirocini a 600 € al mese, era troppo per il governo del “popolo”. Ai disoccupati l’ennesima vessazione: il click day per la candidatura al tirocinio. Una trappola per escludere centinaia di disoccupati. Con il blocco del sistema è esplosa la rabbia e alla trappola è seguita la repressione violenta contro le legittime proteste dei disoccupati.

Riconoscere ai disoccupati, dopo anni di lotte, la semplice miseria di tirocini a 600 € al mese, era troppo per il governo del “popolo”. Ai disoccupati l’ennesima vessazione: il click day per la candidatura al tirocinio. Una trappola per escludere centinaia di disoccupati. Con il blocco del sistema è esplosa la rabbia e alla trappola è seguita la repressione violenta contro le legittime proteste dei disoccupati.

Questo dice di essere il governo del “popolo”, ma tra il popolo evidentemente non rientrano i disoccupati e in generale gli strati bassi della popolazione.
I primi provvedimenti dell’attuale governo sono state le misure repressive verso chi manifestava, rendendo picchetti e cortei non autorizzati, gli unici modi spesso per farsi sentire da operai e disoccupati, gravi reati penali.
L’attuale governo galleggia cercando di preservare gli interessi del grande capitale e del ceto medio, ma è per questo apertamente nemico degli strati bassi. Nessuna misura incisiva per mitigare la miseria. Nessuno, se pur minimo, intervento a favore degli operai.
A Napoli i disoccupati hanno storicamente una presenza organizzata. In una situazione di miseria costante, l’unico modo per poter ottenere qualcosa è stata sempre la lotta. Dall’inizio degli anni settanta in poi le liste di lotta dei disoccupati sono diventate l’unico ufficio di collocamento con un minimo di funzionamento.
È una tradizione che dà fastidio. E gli attuali rappresentanti dei ricchi oggi al governo hanno deciso di usare la mano pesante.
A Napoli i disoccupati aspettavano il clik day che serviva a determinare la graduatoria per accedere a 800 tirocini finanziati dal ministero del Lavoro, cioè per avere finalmente un misero sussidio di 600 euro al mese per sopravvivere. La “paghetta settimanale di un figlio di “babbo” per farsi solo gli aperitivi.
Una procedura farraginosa e complicata cui il governo ha preteso di sottoporre i disoccupati organizzati per ottenere quello che avevano effettivamente conquistato con anni di lotte. Sono stati presi in giro, perché la procedura non è partita, o ha avvantaggiato disoccupati non presenti nelle liste di lotta. Questo ha scatenato la rabbia dei disoccupati riuniti in Piazza Plebiscito per gestire collettivamente le complesse procedure di accesso. E’ partito un corteo di protesta. I poliziotti sono intervenuti subito contro il corteo non autorizzato e, anche se otto di loro risultano feriti, sono molti i disoccupati finiti all’ospedale. La repressione è stata selettiva, come sempre nell’ultimo periodo. Picchiare e arrestare principalmente i capi del movimento dei disoccupati. Quelli che dovrebbero rappresentare, nelle sedi di contrattazione, la base. Quelli che dovrebbero trovare, nella mediazione con le istituzioni, una soluzione temporanea.
I disoccupati non spariscono a Napoli e in Italia con i clik day. È solo un contentino per tenere sotto controllo una situazione che in questo sistema economico non si può risolvere, specialmente nelle crisi.
Il governo attuale ha deciso di limitare pure i contentini. Per chi non ci sta bastonate e carcere.
È come il governo israeliano a Gaza: a chiacchiere dice di voler risolvere la crisi e poi spara sui palestinesi in cerca di cibo che ha affamato.
F. R.

Condividi sui social:

Comments Closed

Comments are closed. You will not be able to post a comment in this post.