EX ILVA, LA FORZA OPERAIA IN DIFESA DI SALARIO E POSTO DI LAVORO - Operai Contro
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In tutte le fabbriche di Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria le parole d’ordine per cui battersi uniti e senza cedimenti: posto di lavoro assicurato e salario pieno garantito per ...
Sarà anche come scritto sopra, ma il 4 marzo non ho avuto notizia di alcun seggio boicottato, nessun scrutatore partitico mandato a casa, nessuna scheda bruciata.
A parte il nuovo picco di astensione (ma si dovrebbe capire meglio perché molti non sono andati a votare), la solita calma piatta che fa vincere, SEMPRE, i padroni.
Gli operai si devono liberare non solo dalla schiavitù salariale, ma anche dalla piccola borghesia che, rovinata dalla crisi, vorrebbe indicare gli obbiettivi agli operai per riavere i privilegi persi, dai rivoluzionari movimentisti che rincorrono le contraddizioni che la borghesia semina a mano bassa, dai comunisti rivoluzionari che accettano di confrontarsi sul terreno della borghesia, dai sindacati asserviti che alla lotta hanno sostituito i tavoli dove siedono con padroni e politicanti, e che finiscono sempre con licenziamenti e ammortizzatori sociali che servono a svilire le lotte. Un seggio boicottato, una scheda bruciata, un politicante preso a calci nel culo cambiavano le condizioni sopra esposte? No, solo organizzati in modo indipendente e costruendo il partito gli operai si libereranno dalla schiavitù salariata e non vanno allo sbaraglio, perchè la lotta di classe non sara’ un pranzo di gala ma uno scontro cruento tra sfruttati e sfruttatori. La capacità di organizzarsi degli operai nel PARTITO OPERAIO è indispensabile per fermare la guerra che i padroni si apprestano a scatenare: dalla guerra commerciale in atto alla guerra militare il passo è breve, è già successo nel passato, solo gli operai organizzati possono fermare la volontà distruttiva dei padroni i quali vorrebbero soltanto ripartire con il nostro sfruttamento. Altre ricette non ci interessano.
Tutto corretto. L’organizzazione e la costruzione del Partito Operaio era, e resta, implicita. Però questa, dove può, non deve farsi solo “sentire” ma pure colpire per “educare” o, se volete, educare mirando al bersaglio giusto. C’è bisogno anche di esempi concreti, non solo di documenti, controdocumenti, e ripetuti distinguo in riunioni chilometriche. Che il compagno Lenin, prima del ’17, consideri me, 100 anni dopo, un movimentista non importa un cazzo a nessuno. Importa invece (anzi direi decisivo) togliere la sicumera ai padroni (e ai sindacati) ora, oggi, sotto qualsiasi maschera essi si siano camuffati in questi anni dove, sereni e tranquilli, hanno fatto tutto ciò che han voluto.