Da Basilicata24.it del 23 ottobre 2025
“Dobbiamo resistere, resistere. Da qui non ce ne andiamo. Stellantis l’ha creato questo problema e lei lo dovrà risolvere, vogliamo ritornare al lavoro, in fabbrica”. È agguerrito Donato insieme ad Antonio, Giuseppe, Carlo, Sebastiano, Giuseppe e gli altri colleghi che da 10 giorni sono in presidio davanti alla Pmc di San Nicola di Melfi, fabbrica dalla storia trentennale e che fino al 7 ottobre scorso forniva pezzi, scocche e particolari di Lastratura al Gruppo Stellantis. Poi la perdita della commessa e il baratro improvviso per i 90 addetti. “Dovevamo fare qualcosa” spiegano Donato e gli altri. E così in mezzo a mille difficoltà il 13 ottobre hanno messo su gazebo e tenda (improvvisata) davanti ai cancelli. “Qualcuno pensava fosse solo una mossa momentanea, quella di organizzare il presidio, invece è un fatto concreto, stiamo crescendo in numero e speriamo di diventare anche un punto di riferimento per colleghi che stanno vivendo la nostra stessa condizione”. Il presidio dei lavoratori Pmc
“STELLANTIS VUOLE COLPIRCI, UN PEZZO ALLA VOLTA”. L’idea di chi ha organizzato la mobilitazione che va avanti da mattina a tarda sera, è chiara. “Stellantis sta colpendo l’Indotto un pezzo alla volta, prima la Logistica poi tutti gli altri stabilimenti, e non si può accettare tutto ciò passivamente, bisogna lottare”. Questo il grido lanciato dai gazzebo. E un primo obiettivo è stato già raggiunto. “Nell’incontro al Ministero (Mimit, ndr) di ieri – precisa un delegato sindacale presente – siamo riusciti ad ottenere la garanzia di un anno di ammortizzatori sociali straordinari, fino a ottobre 2026”. Ma non è questa l’unica rivendicazione. È una garanzia necessaria ma non sufficiente. Delegato sindacale con un lavoratore Pmc
SI CERCA UN NUOVO IMPRENDITORE Mentre si “resiste” al presidio, si sono già dati una road map, i lavoratori, con il supporto sindacale. “Il ministro Urso si è impegnato a cercare possibili imprenditori disposti ad investire nel capannone, anche con una conversione o reindustrializzazione”. Non sarà facile. A novembre dovrebbe esserci un nuovo incontro al Ministero per fare il punto su eventuali novità. Nel frattempo si andrà avanti con la Cassa a 0 ore. “Ma non è questo l’obiettivo”, ribadisce ancora Donato, che questo presidio l’ha immaginato e voluto con forza. Lavoratori Pmc in presidio
“PROSEGUIRE LA LOTTA E RITORNARE AL LAVORO” L’obiettivo principale è tornare al lavoro – aggiungono gli operai – anche se si trattasse di un’altra attività, sotto un altro padrone, non importa”. Alla base di questa richiesta, ce ne sarebbe un’altra, fatta, per mezzo del Ministero, proprio a Stellantis, che è proprietaria del capannone dove operavano le maestranze dell’Indotto Pmc. “Abbiamo chiesto che Stellantis ceda il capannone ad un eventuale altro investitore, impresa, per farci tornare al lavoro. Loro l’hanno creato il problema e loro lo devono risolvere, oppure ci assorbe direttamente Stellantis, l’importante è che torniamo al lavoro”. Lavoratori Pmc
L’ACCORDO QUADRO Come chiariscono i rappresentanti sindacali presenti, ciò a cui si punta è un accordo quadro. “Sui 90 operai della Pmc, chi vuole può accettare l’incentivo e lasciare, ma per gli altri, la maggior parte, ci deve essere la sicurezza di tornare al lavoro. Le due cose vanno in parallelo”. Purché si grantisca “la continuità lavorativa” di chi vuole restare, in sintesi. L’obiettivo è ambizioso e c’è una consapevolezza espressa senza timori: “Le battaglie si possono vincere, si possono perdere, ma l’importante è combatterle fino in fondo”.
“RESISTERE E DIVENTARE COLLANTE ANCHE PER ALTRI COLLEGHI”. Al di là di come andrà a finire la vertenza Pmc, un fatto è chiaro. “Rimarremo in presidio davanti la fabbrica, tanto è questione di tempo, anche altri pezzi di Indotto salteranno e i colleghi coinvolti possono contare su di noi, sul nostro presidio, destinato a crescere vista la crisi Automotive in corso”. C’è tanta forza nei lavoratori in presidio. Per una volta la speranza prevale sul pessimisimo. “Stellantis deve sapere che noi staremo qui, non può mandarci a casa a suo piacimento, e anche gli altri operai dell’Indotto sono invitati a venire, a lottare insieme. Daremo filo da torcere alla multinazionale. Rivendichiamo un nostro sacrosanto diritto, il diritto a lavorare”. Ci sono tutte le bandiere delle sigle, ai cancelli. C’è una voglia di lottare che in questo momento unisce. “Siamo tutti operai di lungo corso, abbiamo famiglie, abbiamo sudato decenni in fabbrica, non possiamo essere trattati come pezzi ‘usa e getta’”. E infine: “Ci rivedremo – assicurano – a noi ci troverete ancora qui”. Il presidio dei lavoratori Pmc 


Comments Closed