MINORANZE DI MINORANZE, CHI RAPPRESENTANO VERAMENTE

In Calabria hanno votato il 43% degli aventi diritto. Ha vinto il centrodestra con il 24% e non come spaccia il Ministro degli interni con il 58%. Sia questi, che il cosiddetto “campo largo”, rappresentano solo una minoranza di gruppi di affaristi locali e le loro clientele. La maggioranza sociale non sta più al gioco.

In Calabria hanno votato il 43% degli aventi diritto. Ha vinto il centrodestra con il 24% e non come spaccia il Ministro degli interni con il 58%. Sia questi, che il cosiddetto “campo largo”, rappresentano solo una minoranza di gruppi di affaristi locali e le loro clientele. La maggioranza sociale non sta più al gioco.

Caro Operai Contro, alle regionali della Calabria l’affluenza si è fermata al 43%, in discesa di quasi un altro punto. Rispetto alla tornata precedente la coalizione di destra ottiene 23mila voti in più, arrivando a 454mila voti. Il “campo largo” (centro sinistra più M5S) si ferma a 330 mila voti.
Essendo 1.888.368 gli elettori aventi diritto, le percentuali dicono che la coalizione di destra vince con il 24% dei voti e non il 58% come viene spacciato dal ministro degli Interni ripreso dai media. Il campo largo prende il 17% di voti e non il 42%. Come sempre i dati ufficiali fanno riferimento ai votanti effettivi e non agli aventi diritto.
Poiché quel 43% dei votanti corrisponde a 811. 998 voti, ai 784mila andati alla destra e al campo largo (454 più 330) vanno aggiunti 29.998 fra i voti andati ad altre liste minori, più le schede bianche e nulle.
La Meloni incassa la vittoria definendola frutto del “buongoverno premiato”, amareggiata perché i 23mila voti in più andati alla destra, rispetto il turno precedente, sono divisi tra FDI, Lega e FI, quest’ultima ha preso la fetta più grossa.
La coalizione di destra con Occhiuto, il governatore uscente e rieletto, ha vinto puntando sul collaudato e ben oliato carrozzone elettorale, con tanti quattrini ancora a disposizione, anche per le dimissioni dello stesso Occhiuto che, raggiunto da un avviso di garanzia, ha bruscamente interrotto il mandato 18 mesi prima della scadenza naturale, dando le dimissioni per poi ricandidarsi subito. Una mossa plateale in stile “mammasantissima” per dimostrare ai suoi elettori che non teme le indagini.
Con i fondi del Pnrr si dovevano fare 63 case di comunità, ne sono state fatte 2. Dei 20 ospedali di comunità previsti, non ce n’é mezzo. Per abbassare le liste d’attesa nella sanità assumendo medici (ne mancano almeno 705) la regioni Calabria ha ricevuto dal governo centrale 43 milioni di euro, ne ha spesi 5. Poi ci sono i 52mila euro arrivati dall’Ue, sotto la lente dell’inchiesta per corruzione nei confronti di Occhiuto, idem per i 63 milioni di euro in più del 2024 sul 2023, usciti sotto la voce per le cure dei calabresi fuori regione.
I quattrini rimasti nel cassetto (altri ne arriveranno) sono stati una calamita di voti per il mondo delle piccole e medie imprese e loro clientele, in prima fila per accaparrarsi commesse nella filiera dei subappalti.
Sull’altro fronte, chi nel campo largo sperava di sfruttare l’ondata di protesta pro Palestina per incassare voti è rimasto deluso, l’affluenza è rimasta al 43%.
La coalizione del campo largo con Tridico candidato governatore, proponeva il “reddito di dignità”. Una specie di Reddito di cittadinanza in salsa regionale. Non poteva certo bastare a smuovere l’esercito dell’astensione, che si è confermato nel 57% di elettori che non sono andati a votare.
Tutto questo mentre Eurostat ha certificato che il tasso di occupazione in Calabria è al 48,5%, il più basso d’Europa dove la media è del 75,8%. I disoccupati sono 160mila, oltre 1 milione gli inattivi. Complessivamente i senza lavoro (dai 15 anni in su) sono il 62% degli aventi diritto al voto (dai 18 anni in su). Ma questi sono argomenti che alle elezioni provocano prurito ai contendenti, “ignorati” dal campo largo e dalla destra, con la Meloni che, ciliegina sulla torta, spudoratamente millanta di aver difeso il potere d’acquisto dei salari.
Saluti Oxervator.

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