Si organizza la platea di esponenti del governo, i loro passacarte e giovani rampanti per avere i soliti applausi da esibire in TV. Può comiziare senza essere smentita che i salari sono aumentati, che i migranti diminuiti, che a Gaza la reazione di Netanyahu è stata solo un po’ eccessiva. Miseria, morti annegati, sterminio di un popolo sono per lei un’invenzione.
Caro Operai Contro, anche il governo italiano, con le mani sporche di sangue del popolo palestinese aggredito, fin dal primo giorno si è schierato con l’aggressore Netanyahu, e ancora non condanna e non disconosce nella sostanza quel governo.
Una strage chiamata guerra, che prosegue con un deliberato massacro, dopo 70mila e forse più palestinesi morti. Ora, il governo israeliano, in tandem d’affari e di guerra con Trump presidente degli Stati Uniti, spinge un milione di palestinesi allo stremo, affamati barbaramente, in una impossibile evacuazione, per lo più senza meta, bersagli dei bombardamenti, del fuoco dei cecchini e dei carri armati israeliani.
La Meloni per la prima volta ha parlato di “spropositata” risposta di Israele, ma al di là delle chiacchiere il governo italiano non vara sanzioni commerciali nei confronti di Israele, tanto meno attua embarghi di armi e di merci nei suoi confronti, scelte che contrasterebbero i profitti dei padroni in Italia.
Governanti italiani e loro lacchè, complici fino in fondo del connubio di affari e di guerra, Netanyahu-Trump, rappresentanti e propugnatori di “Gaza Riviera”, degli interessi e dei piani delle rispettive borghesie.
Svegliatasi dal letargo la Meloni si è riaffacciata in pubblico a Rimini, davanti a una platea selezionata a suo favore, stampa e televisione mostrano la capa del governo strombazzare le sue litanie, a giustificare ancora una volta, esempio, le tragedie in mare dei migranti.
La solita linea (per fortuna trasgredita da alcune Ong) di portare i naufraghi al porto più lontano, in modo da impedire per alcuni giorni a volte settimane, soccorsi e salvataggi in mare.
Invece totale omertà della capa del governo sulla motovedetta libica (una di quelle regalate proprio dal governo Meloni) che ha aperto il fuoco ad altezza d’uomo contro Ocean Viking, una nave Ong con 87 naufraghi sopravvissuti a bordo.
Meloni che dagli Stati Uniti, poco più di una settimana fa, ha dichiarato in mondovisione la sua ritrosità a parlare con i giornalisti (per via del contraddittorio ndr), davanti alla platea organizzata per lei a Rimini, approfitta dell’occasione per toccare più argomenti.
Niente di concreto, o peggio, premiare i soliti noti facendo promesse a vanvera, esempio: “il piano casa per i giovani”, sulla scia del modello Milano, “poche case popolari che fa contenti solo palazzinari e fondi finanziari”, come qualcuno ha subito fatto notare.
Come nel teatro dell’assurdo Meloni promette aiuti alle famiglie dopo aver stroncato il Reddito di cittadinanza. E via di questo passo da un argomento all’altro.
I salari sono da fame ma per la Meloni non sono i padroni che devono mettere più soldi in busta paga, bensì il taglio dell’Irpef, togliendo fondi destinati alla fiscalità generale, Sanità ecc.
Toni risoluti per gli applausi scroscianti dei presenti, che sono esponenti del governo e rampolli borghesi in cerca di conferme della loro posizione sociale.
Sostengono il governo dei decreti sicurezza, approvati per colpire operai e strati subalterni, pensando di fermare lotte, proteste, ribellioni. Sostengono il governo genuflesso a Netanyahu e Trump nella strage di Gaza, intravedendo possibilità di buoni affari per i propri portafogli.
Saluti Oxervator.
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