Manifesto Comunista
di Karl Marx e Friedrich Engels
(27° giorno – Una critica da piccoli borghesi e piccoli contadini)

(Una critica da piccoli borghesi e piccoli contadini) In paesi come la Francia, dove la classe dei contadini costituisce molto più della metà della popolazione, era naturale che alcuni scrittori i quali scendevano in campo per il proletariato contro la borghesia usassero la scala del piccolo borghese e del piccolo contadino per la loro critica del regime borghese e che prendessero partito per gli operai dal punto di vista della piccola borghesia. Così s’è formato il socialismo piccolo-borghese. Capo di questa letteratura, non solo per la Francia, ma anche per l’Inghilterra, è il Sismondi. Questo socialismo ha anatomizzato con […]
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(Una critica da piccoli borghesi e piccoli contadini)

In paesi come la Francia, dove la classe dei contadini costituisce molto più della metà della popolazione, era naturale che alcuni scrittori i quali scendevano in campo per il proletariato contro la borghesia usassero la scala del piccolo borghese e del piccolo contadino per la loro critica del regime borghese e che prendessero partito per gli operai dal punto di vista della piccola borghesia. Così s’è formato il socialismo piccolo-borghese. Capo di questa letteratura, non solo per la Francia, ma anche per l’Inghilterra, è il Sismondi.
Questo socialismo ha anatomizzato con estrema perspicacia le contraddizioni insite nei rapporti moderni di produzione. Ha smascherato gli ipocriti eufemismi degli economisti. Ha dimostrato irrefutabilmente i deleteri effetti delle macchine e della divisione del lavoro, la concentrazione dei capitali e della proprietà fondiaria, la sovraproduzione, le crisi, la rovina inevitabile dei piccoli borghesi e dei piccoli contadini, la miseria del proletariato, l’anarchia della produzione, le stridenti sproporzioni nella distribuzione della ricchezza, la guerra industriale di sterminio fra le varie nazioni, la dissoluzione dei vecchi costumi, dei vecchi rapporti familiari, delle vecchie nazionalità.
Tuttavia, quanto al suo contenuto positivo, questo socialismo o vuole restaurare gli antichi mezzi di produzione e di traffico, e con essi i vecchi rapporti di proprietà e la vecchia società, o vuole rinchiudere di nuovo, con la forza, entro i limiti degli antichi rapporti di proprietà i mezzi moderni di produzione e di traffico, che li han fatti saltare in aria, che non potevano non farli saltare per aria. In entrambi i casi esso è insieme reazionario e utopistico.
Corporazioni nella manifattura e economia patriarcale nelle campagne: ecco la sua ultima parola.
Nel suo ulteriore sviluppo questa tendenza è andata a finire in una vile depressione dopo l’ebbrezza.

(i titoletti fra parentesi tonde sono della redazione)
<26° giorno>                                                                                                 [continua]
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