Redazione di Operai Contro,
fanno cassa integrazione mentre aumenta l’impostato, cioè il numero di auto da produrre su ogni turno. Aumenta ancora lo sfruttamento. E forse la Fiat (oggi Fca), truffa lo Stato che paga la cassa integrazione. Una generazione di operai quarantenni, segnati da 20 anni di sfruttamento in Fiat. Molti di loro con patologie riconosciute proprio per questo lavoro, altri ne portano le conseguenze, anche se ufficialmente non riconosciuti. Con l’avvio dei 20 turni, Fiat li aveva raggruppati e messi insieme agli altri, in totale mille sulla linea della Punto, programmata per uscire dalla produzione. A Melfi solo gli operai sulla linea della Punto fanno cassa integrazione. 4 settimane già fatte, altre 3 fino al 9 dicembre. Si sentono a ragione discriminati, anche perché non c’è alcuna rotazione. “Siamo considerati operai di scarto”, dice uno di loro. I loro compagni sulla linee della Renegade e 500x lavorano ininterrottamente. Denunciano che Fiat dopo averli consumati per 20 anni, ora li ha messi in una lunga lista di proscrizione. Sbotta Teresa: “La Fiat ci ha sfruttato per 20 anni, e ora non sa più cosa farsene della nostra forza lavoro”. Nell’intervista rilasciata a Basilicata 24 dicono chiaramente che: “Non vogliono arrendersi al destino che Marchionne pare aver loro preparato. “Vorremmo sensibilizzare anche gli altri colleghi”, concludono, perché “quello che sta accadendo oggi a noi, non è detto che domani non possa accadere anche a loro”. Qualche sindacato raccoglierà le loro denunce e le loro richieste? Agli operai di Melfi conviene tenere il fiato sul collo ai loro delegati e funzionari sindacali. Non mancano loro le capacità, gli argomenti e le motivazioni, come si può ben capire dalla loro lucida denuncia.
Saluti operai
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