EX ILVA, LA FORZA OPERAIA IN DIFESA DI SALARIO E POSTO DI LAVORO - Operai Contro
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In tutte le fabbriche di Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria le parole d’ordine per cui battersi uniti e senza cedimenti: posto di lavoro assicurato e salario pieno garantito per ...
OPERAI CONTRO, non è il portavoce di sindacatini autoreferenziali, nonostante ciò sono stati pubblicati articoli che propagandavano la manifestazione, e dopo la manifestazione alcuni resoconti della stessa. Oggi gli operai non hanno bisogno di sindacatini che poche volte riescono a strappare qualche centesimo, ma di una organizzazione politica indipendente che mette in discussione la schiavitù del lavoro salariato. I giovani e la memoria storica. Giovani operai, siamo schiavi, lo sono stati i nostri genitori, e i nostri nonni. Giovani operai, quanto si scrive “miracolo economico” dobbiamo essere consapevoli che per noi non c’è stato nessun miracolo ma si sono arricchiti i nostri sfruttatori. Il boom economico ha fatto seguito alla devastante seconda guerra mondiale, i padroni prima ci hanno mandato morire al fronte e a uccidere gli sfruttati di altri paesi e dopo, per ricostruire il paese, ci hanno massacrati nelle fabbriche. L’Italia era un paese prevalentemente agricolo, le terre si svuotarono e aumentarono gli operai delle fabbriche; il tributo pagato dagli operai al boom economico e ai profitti dei padroni fu enorme: non sono riuscito a risalire più indietro quindi i dati sono parziali: dal 1951 al 1971 nelle fabbriche italiane ci sono stati 24.346.905 infortuni e 82.752 morti sul lavoro, dal 1951 al 2011 ci sono stati 68. 276.871 infortuni e 160.537 morti, mancano i dati degli ultimi cinque anni, questi sono dati INAIL, che non tengono conto di coloro che sono morti o che si sono infortunati lavorando in nero. Solo gli operai possono mettere fine a questo sfruttamento bestiale, organizzandosi politicamente in proprio. Operai dobbiamo essere gli artefici principali nella guerra inevitabile contro i padroni per liberarci dalla schiavitù del lavoro salariato, alleati con tutti ma succubi di nessuno. La crisi del sistema capitalista provoca miseria e disperazione, facciamo in modo che non ci siano città in macerie e che non ci coinvolgano in una guerra fratricida contro altri schiavi (Quelli che fanno barricate contro gli immigrati sono gli stessi che scrivevano sui campanelli “non si affitta a meridionali”). Personalmente ritengo che vadano salvaguardati i giovani operai che prendono coscienza della loro condizione di sfruttati, uno come me non deve nascondersi, l’apparato repressivo al servizio dei padroni, sa vita morte e miracoli dei vecchi militanti. Antonio Lanza (Modena) per il PARTITO OPERAIO