Fca Serbia, tute blu sul piede di guerra. Sciopero nella fabbrica della 500L

BELGRADO. La festa grande per il lancio della produzione della nuova 500L, a fine maggio, sembra ormai lontana. E oggi, più che tempo di celebrazioni, c’è maretta, negli stabilimenti Fiat Chrysler Automobili Srbija (Fca) a Kragujevac, in Serbia. Stabilimenti dove ieri, 27 giugno, alle sei di mattina in punto, gli operai hanno incrociato le braccia per uno sciopero generale, che era stato annunciato nei giorni scorsi dai sindacati e che era stato preceduto tra lunedì e venerdì della passata settimana da ben due scioperi “dimostrativi”, di un’ora ciascuno, per segnalare l’agitazione e rendere manifesti i mal di pancia delle […]
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BELGRADO. La festa grande per il lancio della produzione della nuova 500L, a fine maggio, sembra ormai lontana. E oggi, più che tempo di celebrazioni, c’è maretta, negli stabilimenti Fiat Chrysler Automobili Srbija (Fca) a Kragujevac, in Serbia.

Stabilimenti dove ieri, 27 giugno, alle sei di mattina in punto, gli operai hanno incrociato le braccia per uno sciopero generale, che era stato annunciato nei giorni scorsi dai sindacati e che era stato preceduto tra lunedì e venerdì della passata settimana da ben due scioperi “dimostrativi”, di un’ora ciascuno, per segnalare l’agitazione e rendere manifesti i mal di pancia delle tute blu serbe.

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Tute blu, hanno specificato ieri il “Samostalni Sindikat”, un sindacato indipendente in Fiat, e la sigla “Nezaviznost”, una unione sindacale autonoma, che hanno richieste ben precise da rivolgere al management dell’azienda.

Le rivendicazioni. La prima, la principale, «l’aumento del salario» base mensile fino «a 45.000 dinari», circa 370 euro lordi, ha specificato il Nezaviznost in una nota diffusa su Facebook, e che «non ci si muova di un dinaro da quella cifra». Ma gli operai hanno protestato anche per altri tre motivi. Per chiedere una maggiorazione salariale o dei rimborsi per i lavoratori che vengono in fabbrica nei turni notturni, quando non possono usufruire dei mezzi di trasporto organizzati, ossia dalle dieci di sera alle sei del mattino. Esigono poi l’elargizione del bonus di produzione concordato per il 2016 e un aumento dello stesso per il 2017. E soprattutto una profonda riorganizzazione del lavoro, per non gravare eccessivamente, come starebbe accadendo oggi, sui lavoratori chiamati a sostituire operai in malattia o assenti per altre ragioni, come la maternità, o in generale in condizioni di organico ridotto.

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Come funziona lo sciopero? Le modalità le ha comunicato il Samostalni Sindikat, che ha precisato che i lavoratori avrebbero dovuto presentarsi in fabbrica sul posto di lavoro e poi «non lavorare». «Non vogliamo essere una forza lavoro a basso costo, «lavoro decente, paghe decenti», il motto degli scioperanti. Motto che ha fatto presa su un numero considerevole di operai nello stabilimento, nato da una joint venture tra Fiat (67%) e governo di Belgrado (33%), primo esportatore nel Paese balcanico con oltre un miliardo di euro, l’8% dell’export serbo nel 2016, il 3% del Pil nazionale.

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Forte l’adesione. Secondo quanto comunicato dal presidente del Sindacato indipendente, Zoran Markovic, e riportato dall’agenzia di stampa serba Beta, «circa 2.000 lavoratori del primo e secondo turno» hanno aderito allo sciopero, il 90% circa, mentre 250 colletti bianchi hanno deciso di non sostenere la lotta. Una percentuale alta di partecipazione allo sciopero che, secondo Markovic, ha causato l’interruzione della produzione nei gangli degli impianti, dal montaggio alla logistica, passando per la verniciatura e la carrozzeria. Lo stesso Markovic, in precedenza, aveva confermato che la battaglia principale è quella per lo stipendio, da far salire dagli attuali 38.000 dinari a 45mila mensili, in una fabbrica che l’anno scorso ha prodotto 85mila veicoli, un target che è stato confermato anche per l’anno in corso malgrado «l’uscita di circa mille lavoratori» dalla Fiat, ha precisato Beta. E «vogliamo l’ingresso di nuovi operai o una diversa organizzazione del lavoro» ha spiegato il sindacalista, considerato che oggi «un lavoratore deve compiere più operazioni».

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Quanto durerà la protesta? «Fino a che le nostre richieste non saranno accolte o fino a quando non ci sarà un accordo» con il management, spiega a Il Piccolo lo stesso Markovic. Management che, nei giorni scorsi, non ha voluto commentare pubblicamente l’agitazione nello stabilimento della Fca in Serbia, ma «speriamo che un accordo arrivi quanto prima, anche se oggi non c’è stato alcun contatto». «Oggi è stato il primo giorno e sicuramente domani (oggi per chi legge, nda) continueremo», aggiunge Markovic, confermando che il blocco andrà avanti a oltranza.

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