I NEGOZI DI BULGARI

Dove i ricchi vengono a fare shopping. Merci di lusso a prezzi di lusso. Questa è la vera offesa agli immiseriti dalla crisi. Il cafè Fouquet è un caffè ristorante tra i più esclusivi della capitale francese. Situato in pieno centro di Parigi si affaccia direttamente sugli Champs Elysees, in una delle zone più eleganti e prestigiose del centro cittadino. In questo lussuoso ristorante i ricchi padroni parigini, i manager delle grandi compagnie, i presidenti della repubblica francese (Nicolas Sarkozy nel 2008 per festeggiare l’elezione a presidente ha riunito in questo locale i suoi fedelissimi) e i laidi borghesi […]
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Dove i ricchi vengono a fare shopping. Merci di lusso a prezzi di lusso. Questa è la vera offesa agli immiseriti dalla crisi.

Il cafè Fouquet è un caffè ristorante tra i più esclusivi della capitale francese.

Situato in pieno centro di Parigi si affaccia direttamente sugli Champs Elysees, in una delle zone più eleganti e prestigiose del centro cittadino. In questo lussuoso ristorante i ricchi padroni parigini, i manager delle grandi compagnie, i presidenti della repubblica francese (Nicolas Sarkozy nel 2008 per festeggiare l’elezione a presidente ha riunito in questo locale i suoi fedelissimi) e i laidi borghesi in visita alla città possono arrivare a spendere, per un minimo pranzo di dubbio gusto, che poi tanto eccellente sembra non essere, oltre 100 euro a testa per saziare i loro bassi istinti gastronomici. Sabato 16 marzo questo ristorante, eletto a tempio culinario della borghesia francese, è andato completamente in fumo. Saccheggiato e razziato alla mattina per poi essere bruciato nel pomeriggio, questo simbolo del potere e dell’arrogante ricchezza dei borghesi è stato colpito dalla rabbia e dal rancore di chi non riesce nemmeno a permettersi una birra e una pizza nella più scalcinata pizzeria della Francia.

Poco distante la famosa e rinomata gioielleria Bulgari, altro sancta sanctorum dello shopping della ricca borghesia, un luogo in cui solo per acquistare una misera vera d’oro occorre sborsare l’equivalente di 2 mesi di uno stipendio di un operaio, ha avuto le vetrine del suo ricco atelier sfasciate dalla furia dei manifestanti, così, come sono andate in frantumi anche le vetrine di quell’altro stilista da baraccone di Hugo boss, e come sono crollate quelle degli speculatori dell’infanzia della Walt Disney.

Hanno colpito i simboli della ricchezza borghese e tutti i mass media si sono subito sollevati gridando allo scandalo, ma il vero scandalo, il vero insulto agli operai, ai lavoratori francesi, ed ai contadini immiseriti è lo sfarzo delle classi superiori che spendono milioni per i loro lussi mentre i poveri muoiono di fame.

Questa è la massima offesa ai poveri, mentre i borghesi si sollazzano comprando oro e gioielli, spendendo il salario mensile di un operaio al tavolo di un ristorante, gli operai e le classi immiserite dalla crisi faticano ad arrivare alla fine del mese.

Bene, infine, proprio questi simboli superflui della prepotenza borghese sono stati presi d’assalto dai gilets jaunes al grido di Rivoluzione.

«Sono solo assassini» ha inveito il ministro dell’Interno Christophe Castaner, “sono delinquenti” gli ha fatto eco dall’Italia il ministro Di Maio, dimenticando il suo maldestro tentativo, subito respinto dagli stessi gilets jaunes, di accomunarli ai 5 stelle. Ma nella Francia di Macron e del ministro dell’interno Castaner sono già 38 le persone che hanno perso un occhio per le flashball sparate dal corpo di polizia dei CRS ed altre due persone hanno perso una mano, mentre migliaia sono i gilets jaunes feriti che hanno riportato gravi danni anche permanenti, altro che piagnucolare per due vetrine rotte e un locale bruciacchiato.

L’ira e la furia delle proteste francesi dei gilets jaunes non si ferma, i poveri gli immiseriti gli sfruttati di tutto il mondo se vogliono farsi sentire hanno solo una strada. Seguire questo esempio.

D.C.

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